Le 5 cose più importanti dell’ultimo episodio di Game of Thrones

Cosa è successo nell’episodio 5×05: il ritorno di Khaleesi e la pazzia dei Bolton, padre e figlio (fanno a gara)

di David Malitz – Washington Post

Un nuovo posto, la minaccia di un nuovo tipo-di-non-morti, una rara apparizione del drago Drogon, una battaglia in arrivo a Grande Inverno e un angolo di romanticismo. Eccoci arrivati ufficialmente a metà della quinta stagione, e queste sono le cinque cose più importanti successe nel quinto  episodio.

Khaleesi è tornata?
Era da secoli che Daenerys non si dimostrava un leader forte e deciso, tantomeno la tipa tosta che ha dominato le scorse stagioni. Ma ordinare ai suoi draghi di incenerire qualcuno al suo comando è un buon modo di riprendersi un po’ di spavalderia. Si arriva a questo momento infuocato perché Daenerys deve fare qualcosa dopo l’attacco dei Figli dell’Arpia, che ha portato alla morte di Ser Barristan Selmy (e molti Immacolati) e al grave ferimento di Verme Grigio.

Daenerys passa in rassegna i leader delle ricche famiglie di Meereen, tra cui il sempre sfuggente Hizdahr zo Loraq – e li conduce nel sotterraneo dove sono ancora incatenati i draghi Rhaegal e Viserion. Ma Daenerys non si è arresa con loro. «Una brava madre non si arrende mai con i suoi figli. Gli impone la disciplina, se deve. Ma non si arrende mai». E a questo punto è arrivato il momento dell’incenerimento. Hizdahr e gli altri portati nel sotterraneo vengono risparmiati – un drago ne può mangiare solo uno a sera, o qualcosa del genere – ma Khaleesi ha fatto passare il suo messaggio. E non sembra molto più potente e sicura di sé quando parla in valyriano?

Le cose si mettono male per Hizdahr, che è scappato a una morte per incenerimento ma è ancora imprigionato. Quando Daenerys gli fa visita in cella, si getta immediatamente a terra per chiedere salva la vita. Ma Daenerys non è lì per vendetta, è lì per chiedere scusa: sull’importanza della tradizione aveva ragione lui, e aveva ragione anche sulle fosse da combattimento. Verranno presto riaperte, per il piacere –sancito ufficialmente – di veder scorrere il sangue. Ma non è l’unico punto all’ordine del giorno con Hizdahr. Daenerys sente di dover forgiare un legame duraturo con la terra che governa, e il modo migliore per farlo è sposare il capo di un’antica famiglia. E guarda caso ce n’è già uno in ginocchio.

Mentre nei Sette Regni si diffonde la notizia che sta perdendo il controllo della sua roccaforte (grazie a Samwell ed Aemon per l’informazione) ha senso che Daenerys cerchi di consolidare il potere sul posto che sta governando prima di partire alla conquista dei Sette Regni.

Valyria

Non prendete le scorciatoie consigliate da Jorah Mormont
Jorah Mormont continua il suo viaggio verso Meereen con Tyrion Lannister, il prigioniero che vuole offrire a Daenerys. Non è esattamente una gita in barca divertente: «lunghi scontrosi silenzi e un occasionale pugno in faccia» è il modo azzeccato con cui Tyrion describe il viaggio. E soprattutto la cosa peggiore di tutte: niente vino.

Un modo di aggiungere un po’ di azione e navigare nella zona di mare meno trafficata e attraversare la vecchia Valyria. I pirati che altrove potrebbero essere in agguato non si piazzano certamente lì. C’è però la questione del Disastro, una sorta di cataclisma naturale che ha spaccato l’antica città, distruggendo tutti e tutto quello che c’era (compresi tutti i draghi). Tyrion e Jorah ne parlano e così informano gli spettatori della probabile storia di Valyria («Per migliaia di anni i valyriani erano i migliori del mondo in quasi tutto e poi»… «E poi non lo erano più»). Mentre remano tra le rovine, vengono accolti da una visione incredibile: Drogon, che sorvola la sua casa ancestrale.

Lo stupore dura poco però perché pochi istanti dopo sembra che qualcuno abbia girato il canale sui The Walking Dead. La scorsa settimana quando Stannis aveva raccontato a Shireen come si era ripresa dal morbo grigio, aveva accennato a quelli che gli consigliavano di mandarla a Valyria, a passare i suoi ultimi giorni insieme ad altri afflitti dalla stessa malattia, che causa problemi alla pelle e un comportamento rabbioso e animalesco. Sapevamo insomma che c’era una specie di lebbrosario, ma non sapevamo che questi Uomini di Pietra si comportano sostanzialmente come zombie nei loro ostinati attacchi. La barca di Jorah e Tyrion viene attaccata da un gruppetto di questi uomini bestiali, che possono trasmettere la malattia con un contatto via pelle. Jorah ne caccia un po’ mentre Tyrion vorrebbe potersi difendere ma ha le mani legati. Letteralmente. Per riuscire a scappare si butta in acqua ma poi viene trascinato a fondo…

Ma poi non finisce così. Tyrion si sveglia sulla spiaggia, e su di lui c’è il suo salvatore Jorah. Tyrion dice che nessuno degli Uomini di Pietra l’ha toccato (ma come fa a sapere cos’è successo sott’acqua?) e sembra sollevato dal ritrovarsi ancora vivo. I due hanno ancora un bel viaggio davanti a loro e dovranno andare avanti a piedi, ma Jorah ha problemi peggiori. Non si è liberato degli Uomini di Pietra illeso: ci sono già segni del morbo grigio sul suo polso. E per ora li sta tenendo nascosti.

jon-snow

Stannis marcia su Grande Inverno
La Barriera è affollata, ma non per molto. Ci sono Stannis e il suo esercito; ci sono i Bruti tenuti prigionieri; e ci sono i Guardiani della Notte, suoi stabili coinquilini. Sam e Mastro Aemon Targaryen leggono le loro lettere e vengono a conoscenza dei problemi di Daenerys dall’altra parte del mondo; così Aemon si lamenta che lui è «soltanto un Targaryen tutto solo nel mondo». E proprio in quel momento arrivo Jon Snow. Se siete tra quelli che amano leggere tra le righe, non vi sarà sfuggito. Jon è andato da Aemon per avere un consiglio, e ne riceve uno molto semplice: «Uccidi il ragazzo che è in te». Per una volta in questo universo senza cuore, non c’è un ordine letterale ma soltanto metaforico: Jon Snow deve diventare un uomo in tutto e per tutto.

Il prossimo punto che Jon deve affrontare è Tormund Veleno dei Giganti, di fatto il leader del Popolo Libero dopo la morte di Mance. Tormund dice che non potrà rivendicare il posto, soprattutto dovendosene stare a parlare in catene con Jon Snow. Jon vuole lasciarsi il passato alle spalle – tutti quegli ottomila anni di battaglie sanguinose e giuramenti di uccidersi l’un l’altro – perché è la cosa giusta da fare quando devi affrontare la prospettiva di essere invaso da un esercito di non-morti. È un argomento piuttosto logico, diciamolo. «Fa’ la pace con me per salvare la tua gente», dice Jon.

Ma non è così facile convincere Tormund a mettere insieme le forze. Chiede a Jon di andare in missione con lui per parlare con la sua gente. Questa piccola avventura li porterà a Hardhome, sulla penisola di Point Storrold, dato che non abbiamo già abbastanza posti da tenere a mente.

I Guardiani della Notte accolgono la decisione di Jon con disappunto generale. Jon cerca di ricordargli dell’esercito di quelle cose diaboliche, ma per qualche ragione la cosa non convince tutti. Il povero piccolo Olly pensa che si tratti di un trucco e che il vero obiettivo sia di sterminare i Bruti come loro hanno sterminato la sua famiglia. «So che per te è dura, ma l’inverno sta arrivando», gli risponde Jon.

Stannis è rimasto tutto il tempo nei paraggi, tenendo d’occhio la situazione. Un buon re sa osservare. Si fa strada nella biblioteca, dove Sam sta studiando attentamente i libri cercando di imparare qualcosa di più su come uccidere un’Ombra Bianca. Stannis racconta brevemente a Sam di come Randall Tarly, il padre di Sam, sia l’unica persona ad aver mai battuto Robert Baratheon in battaglia. Stannis è al corrente dell’impresa di Sam – che ha ucciso un’Ombra Bianca – e vuole sapere perché il vetro di drago, cioè l’ossidiana, è in grado di ucciderli. Forse passando ancora un po’ più di tempo sui libri Sam riuscirà a scovare la risposta.

Ma per ora Stannis deve partire dalla Barriera. Davos è un po’ sconcertato dalla decisione: pensa che sia meglio aspettare il ritorno di Jon Snow con i Bruti per avere un po’ di rinforzi. Stannis rifiuta rapidamente il consiglio: chissà quando e se Jon tornerà mai. Si metteranno in marcia all’alba, dice Stannis. E verranno anche la moglie e la figlia: la cosa preoccupa Davos, e preoccupa me. Se mai dovesse succedere qualcosa a Shireen… Prima di partire Melisandre cerca Jon con lo sguardo e lo fissa un’ultima volta, come a dirgli «non mi dimenticare».

Aemon

Ramsay Bolton: ancora piuttosto squilibrato, grazie a dio
Ramsay è troppo caricaturale per farsi odiare veramente. Per certi versi il suo marchio di fabbrica – quel sorriso sadico – porta una sorta di leggerezza alla serie. Il suo talento nel mettere a disagio chi guarda qualsiasi scena in cui compare sta raggiungendo i livelli di Michael Scott di The Office (in questo paragone Theon è ovviamente Toby). Seriamente, l’attore Iwan Rheon sta riproponendo una versione di Alex di Arancia Meccanica; ma sto divagando.

Nel Grande Inverno dei Bolton, il gioco preferito di Ramsay, Myranda, è molto nuda, molto arrabbiata e molto gelosa. Non sopporta che Ramsay finirà per sposare Sansa, ma Ramsay cerca di consolarla dicendole che avrà un sacco di tempo anche per lei durante la notte di nozze. Le va proprio bene: tutta la follia ma nessun miglioramento sociale. Lei minaccia di sposarsi a sua volta, cerca di colpirlo e così lo fa arrabbiare. E sappiamo bene che è una cosa che lo eccita. Si baciano, lei gli morde la bocca a sangue: ecco cosa intendono per romanticismo questi due.

Passando a Sansa, è seduta in una stanza facendo letteralmente nulla. La sua dama di compagnia entra con un messaggio inviato da Brienne, che si trova con Prodrick in un hotel lungo la strada. La donna le dice che se Sansa si troverà in pericolo dovrà soltanto accendere una candela nella finestra più alta. Onestamente, non sembra così facile, ma per la segretezza si paga un certo prezzo. Quando Sansa guarda quella che – immaginiamo – è la torre più alta di Grande Inverno la riconosciamo subito: è quella da cui è stato buttato giù Bran dopo aver scoperto Jaime e Cersei nel bel mezzo delle loro cose.

Sansa viene avvicinata da Myranda, che fa tutta la carina. Si presenta come la figlia del gestore del canile, le fa i complimenti per il bel vestito e la spedisce nel canile per una sorpresa. Per qualche ragione Sansa accetta di camminare in quel posto oscuro con decine di cani che abbaiano rabbiosamente, su consiglio di quella ragazza chiaramente disturbata che ha appena conosciuto. Se Sansa arriverà mai a governare il Nord, dovrà lavorare sul suo modo di prendere decisioni. Lì alla fine del canile, rannicchiato in posizione fetale, c’è Theon. Sansa è disgustata da quella vista, per varie ragioni, e scappa via.

La sera Ramsay dice a Theon/Reek «Questa sera puzzi in modo particolarmente disgustoso». (probabilmente la frase della serata). Poi viene fuori che Theon ha avuto un contatto con Sansa, il che è chiaramente contro le regole. Ma anziché umiliazione Ramsay offre… perdono? Più tardi a cena, con Roose, sua moglie Walda, Sansa e Ramsay, l’umiliazione è di nuovo sul menu. Theon viene convocato per chiedere a Sansa se è ancora arrabbiata con lui per aver ucciso i suoi fratelli (cosa che non ha ovviamente fatto). Ramsay dice di averlo punito e che ora non è più Theon Greyjoy, è un uomo nuovo, «o una nuova persona per lo meno».

«Perché fai così?» dice Sansa. È certamente la domanda perfetta da fare per qualsiasi cosa riguardi Ramsay. Dopo aver obbligato Reek a scusarsi con lei, Ramsay sottolinea che con tutta la sua famiglia morta e che Reek è per Sansa la cosa più vicina a un parente. Sarà quindi lui ad accompagnarla all’altare. La gioia perversa di Ramsay è rapidamente spazzata via dalla notizia che Walda è incinta e pare che sia un maschio. Per una volta, il sorriso demoniaco scompare dalla faccia di Ramsay mentre scopre che la sua eredità è a rischio.

«Come fai a essere certo che sia incinta?», chiede poi a suo padre, alludendo alla sua stazza non indifferente della donna. (Non sembra proprio il tipo di cosa che farebbe Michael Scott?). Roose non ha tempo per queste scemenze e gli dice che a cena si è comportato in modo imbarazzante. Si mettono a parlare della madre di Ramsay, una storia che è affascinante quante immaginate, dati i due psicopatici in questione. Ramsay è stato concepito mentre suo padre violentava una donna sotto il cadavere impiccato del marito, il che onestamente spiega molte cose. La donna si ripresenta nove mesi dopo. L’istinto di Roose è quello di frustarla e annegare il bambino, ma Roose deve essere stato vinto dagli occhi psicopatici del nuovo nato. Questa storia in qualche modo funge da discorso motivante; Roose dice che Stannis ha un esercito, che marcia verso il Trono di Spade e che conquisterà Grande Inverno. Ramsay si impegna ad aiutare suo padre a sconfiggere Stannis.

Stannis

Qualcuno può davvero appassionarsi alla storia tra Missandei e Verme Grigio?
Da quale film di Nicholas Sparks sono stati catapultati qusti due? «Non avevo paura della morte. Ho paura di non vedere di nuovo Missandei dell’isola di Naath». Oh, Verme Grigio. Forse sono gli antidolorifici a parlare? Hanno dato al povero ragazzo qualche pasticca vero? È stato pugnalato dritto dritto al petto.

La prossima settimana: il ritorno ad Approdo del Re, la prima apparizione della quinta stagione di Olenna Tyrell e forse qualcosa di interessante nella Casa del Bianco e del Nero.

© Washington Post 2015