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  • Mercoledì 8 aprile 2015

Rahm Emanuel è stato rieletto sindaco di Chicago

Ha battuto al ballottaggio un altro candidato del Partito Democratico, ma dell'ala più di sinistra: l'elezione era considerata un test in vista delle elezioni locali e nazionali del 2016

CHICAGO, IL - APRIL 7: Rahm Emanuel gives the thumbs up during his victory speech after being re-elected Mayor of Chicago at his election night rally April 7, 2015 in Chicago, Illinois. Emanuel defeated Cook County Commissioner Jesus "Chuy" Garcia in a run-off election, after Emanuel was unable to get a majority vote in February's general election. (Photo by Joshua Lott/Getty Images)
CHICAGO, IL - APRIL 7: Rahm Emanuel gives the thumbs up during his victory speech after being re-elected Mayor of Chicago at his election night rally April 7, 2015 in Chicago, Illinois. Emanuel defeated Cook County Commissioner Jesus "Chuy" Garcia in a run-off election, after Emanuel was unable to get a majority vote in February's general election. (Photo by Joshua Lott/Getty Images)

Rahm Emanuel è stato rieletto sindaco di Chicago per un secondo mandato: ha battuto al ballottaggio Jesus “Chuy” Garcia, ex assessore della città e funzionario della contea di Cook, in Illinois. Emanuel ha ottenuto il 56 per cento dei voti contro il 44 per cento di Garcia, che se fosse stato eletto sarebbe diventato il primo sindaco latinoamericano della città. Entrambi appartengono al Partito Democratico ma ne rappresentano rispettivamente l’ala più centrista e liberale, e quella più a sinistra: per questo, come ha scritto il New York Times, molti hanno visto l’elezione di Chicago come un test per la corrente più di sinistra del partito, considerata in ascesa dopo l’elezione di Bill de Blasio a sindaco di New York e dopo le continue voci su una possosibile candidatura alla Casa Bianca della senatrice del Massachusetts Elizabeth Warren. Nel 2016 si vota, oltre che per la presidenza degli Stati Uniti, per il rinnovo di un terzo del Senato e di tutti i seggi della Camera; i sostenitori di Garcia ritengono però che si possa già considerare una vittoria aver costretto al ballottaggio un politico famoso, influente e ben finanziato come Emanuel.

Il discorso di Emanuel dopo la rielezione:

Rahm Emanuel, che ha 55 anni, è un personaggio molto famoso anche a livello nazionale: è un amico personale del presidente Barack Obama ed è stato il primo capo del suo staff alla Casa Bianca, dal 2008 al 2010, prima di dimettersi per candidarsi a sindaco di Chicago. Prima aveva lavorato come consigliere per l’amministrazione di Bill Clinton e soprattutto dal 2003 al 2009 era stato deputato per l’Illinois al Congresso degli Stati Uniti, guadagnandosi la reputazione di un tipo tosto in grado di portare a casa i risultati. Emanuel è considerato il principale artefice degli ottimi risultati elettorali dei Democratici alla Camera alla fine del decennio scorso. Per via del suo carattere spigoloso e sopra le righe, per i modi spicci e i discorsi infarciti di parolacce, Emanuel si è guadagnato il soprannome di “Rahmbo”. Altri fatti curiosi su di lui: da piccolo ha studiato seriamente danza classica, ha poi fatto il volontario a fianco dell’esercito israeliano nella guerra del Golfo e durante un lavoro part time in un ristorante si è tagliato il dito medio della mano destra mentre affettava un pezzo di carne (il dito gli è stato poi amputato per un’infezione). È sposato e ha tre figli.

Garcia – che è nato in Messico ed è immigrato negli Stati Uniti da piccolo – era sostenuto da gran parte dei sindacati, tra cui quello molto forte degli insegnanti. Ha accusato Emanuel di non aver fatto abbastanza per la gente più povera, che vive nei quartieri periferici e disagiati, di aver impoverito la città e in particolare la classe media. Dal canto suo, Emanuel ha dipinto Garcia come inesperto e impreparato a gestire l’enorme pressione e i difficili compiti di far quadrare le finanze e combattere la criminalità in una città come Chicago. Garcia non ha convinto molto anche per non aver spiegato come avrebbe gestito il budget della città e finanziato le sue proposte, tra cui il dispiegamento di mille nuovi poliziotti.

Jesus Garcia ammette la sconfitta

In questi quattro anni da sindaco – è il primo sindaco ebreo di Chicago – Emanuel ha cercato di alzare il salario minimo, ha introdotto gli asili a tempo pieno, ha stabilizzato le finanze della città, ha migliorato il carente sistema pensionistico, ha reso più efficiente il sistema metropolitano, ha approvato un programma di bike sharing e contrastato corruzione e nepotismo nel suo municipio. Nonostante questi successi, molti commentatori sono d’accordo con Garcia sul suo scarso impegno nel migliorare le vite dei più deboli. Edward McClelland ha scritto per esempio su Slate che «di lunedì le biblioteche sono aperte solo metà giornata (è un compromesso dopo che il sindaco le aveva inizialmente chiuse del tutto). Le telecamere che controllano la velocità sputano fuori multe da 36 dollari per chiunque vada a 60 chilometri l’ora invece che 50. Nei quartieri poveri, abitati in prevalenza da neri e dove i tagli di Emanuel hanno fatto chiudere 50 scuole, i bambini camminano più lontano ogni mattina e ogni pomeriggio, spesso attraversando zone di confine tra bande rivali. Le tasse per l’acqua sono quasi raddoppiate». Sembrano tutte minuzie, spiega McClelland, ma hanno reso la vita di queste persone ancora più difficile. Tra il luglio del 2013 e il luglio del 2014, circa 10 mila abitanti dell’Illinois hanno lasciato lo stato: significa che la città è diventata meno vivibile, ed è sempre più abitata da gente molto ricca o molto povera.

Foto: Rahm Emanuel dopo essere stato rieletto a sindaco di Chicago, 7 aprile 2015. (Joshua Lott/Getty Images)