L’indignazione non serve a niente, anzi

O almeno un certo tipo di indignazione, quella che prescinde dalla realtà e che serve solo a soddisfare l'indignato, spiega Giovanni Orsina sulla Stampa

Sulla Stampa di domenica 5 aprile il politologo e storico Giovanni Orsina ritorna sulla dibattuta questione se l’indignazione sia una cosa positiva e soprattutto se serva a migliorare le cose verso la quale è rivolta, concludendo che non solo non le migliora, ma anzi rischia di peggiorarle. Orsina si riferisce soprattutto a quella che chiama «indignazione cosmica», e cioè l’atteggiamento di chi critica e si lamenta del mondo a prescindere, senza contatti con la realtà, e che «serve solo a soddisfare l’indignato, non il mondo». Orsina riflette anche sulla scarsa utilità dei paragoni con altri paesi europei più efficienti, come quelli scandinavi, e sull’atteggiamento ambiguo tenuto da Matteo Renzi verso questo sentimento, che è stato invece decisamente sfruttato a proprio vantaggio da altri leader politici.

Questo è un articolo contro l’indignazione. Ma come, replicheranno gli indignati, con tutto quel che accade per cui è sacrosanto indignarsi, stai a vedere che ora il problema è l’indignazione! Con gli scandali che germogliano a cadenza mensile; la corruzione, secondo l’Ocse, al 90%; le inefficienze, i disservizi, gli esempi d’inciviltà che ci affliggono ogni giorno – come potremmo mai non indignarci? E poi l’indignazione serve a cambiare, dall’altro capo dell’indignazione c’è soltanto la rassegnazione, e meglio indignati che rassegnati. Bene, cari indignati: avete le vostre ragioni, naturalmente. Motivi per indignarsi, figuriamoci, non ne mancano proprio. Ed è vero pure che a certe condizioni l’indignazione serve a riformare. Il punto, però, è un altro. Ed è concreto, storico, non astratto: il problema non è l’indignazione in generale, ma l’indignazione che è venuta montando in Italia negli ultimi venticinque anni. Un’indignazione – per così dire – «cosmica», che da qualsiasi punto di vista la si osservi non rappresenta più una soluzione, ammesso pure che mai lo sia stata, un problema.

Che cos’è l’indignazione cosmica? È quell’indignazione che, malgrado all’inizio sia stata generata da fatti specifici, poi li ha trascesi, e s’è trasformata in una sorta di condizione dello spirito: uno stato d’animo autosufficiente, pervasivo e permanente; che non ha più bisogno della realtà per sostenersi ma, al contrario, determina il modo in cui la realtà viene letta; e che in breve tempo si dilata a dismisura e inghiotte qualsiasi avvenimento, cosa o persona. Che inghiotte, alla fine, l’intero Paese.

Continua a leggere sulla rassegna stampa dell’Istituto Treccani

– Luca Sofri: Moriremo indignati
– Francesco Piccolo sull’indignazione
– Enrico Sola: Come funziona l’indignazione nel 2014
– Massimo Mantellini: Andate e indignatevi tutti