• Mondo
  • Giovedì 26 marzo 2015

Le gerarchie della sala stampa della Casa Bianca

Due grafici del Washington Post mostrano cosa cambia e cosa resta uguale negli anni nell'assegnazione dei posti ai giornalisti (come li vediamo in "House of Cards")

di Chris Cillizza – Washington Post

US President Barack Obama holds a press conference in the Brady Press Briefing Room at the White House in Washington, DC, December 20, 2013. AFP PHOTO / Saul LOEB (Photo credit should read SAUL LOEB/AFP/Getty Images)
US President Barack Obama holds a press conference in the Brady Press Briefing Room at the White House in Washington, DC, December 20, 2013. AFP PHOTO / Saul LOEB (Photo credit should read SAUL LOEB/AFP/Getty Images)

Mercoledì mattina il giornalista di USA Today Gregory Korte ha twittato il nuovo schema dei 49 posti assegnati nella sala stampa della Casa Bianca a testate e giornalisti, come li vediamo nelle riprese televisive delle conferenze stampa.

 

Mi sono chiesto allora come questo schema sia cambiato rispetto a qualche anno fa: la risposta me l’ha data Mark Knoller di CBS Radio, che mi ha passato un file excel con la distribuzione dei posti a sedere del 2009. Abbiamo poi messo i dati in due schemini facilmente confrontabili.

2009

2009

2015

2015

Le prime tre file sono rimaste praticamente invariate. Helen Thomas, rispettata corrispondente alla Casa Bianca dell’agenzia United Press International, aveva un posto al centro della prima fila ma è morta nel 2013. Fox News, che aveva un posto in seconda fila, ne ha ottenuto uno in prima. NPR, la rete di radio pubbliche americane, ha preso quindi il posto di Fox News. E April Ryan dell’American Urban Radio Networks si è spostato dalla quarta alla terza fila. Esclusi questi cambi, gli occupanti delle prime tre file sono gli stessi del 2009. Una volta passate le prime tre file – ce ne sono sette in tutto – troviamo tutta una serie di spostamenti, avvenuti negli ultimi sei anni.

Secondo i miei calcoli, ci sono otto testate che oggi hanno un posto o ne condividono uno, e che nel 2009 non lo avevano. Sono Yahoo News, Daily Beast, SiriusXM, BBC, BuzzFeed, Financial Times e Guardian. Un altro posto è stato assegnato alle agenzie estere. Ci sono sei persone/testate che nel 2009 avevano un posto e che oggi non l’hanno più: oltre a Helen Thomas, Newsweek, US News, Congress Daily, CCH e UPI. Il Boston Globe è passato dall’avere un proprio posto a condividerne uno, accordandosi con BBC.

Cosa ci racconta tutto questo? Cose che già sappiamo, per lo più: che l’influenza dei pezzi grossi – agenzie, TV e grandi giornali – non è cambiata molto. Che i newsmagazine sono stati i più colpiti dalla crisi dei media. E che i giornali online sono un’area in espansione del giornalismo. La domanda ora è: in che modo una stanza che include testate come BuzzFeed, per esempio – un sito di news che alterna gallery frivole a contenuti seri – cambierà la natura della sala stampa, se mai lo farà? Ho chiesto a Ben Smith, direttore di BuzzFeed, qual è stata la sua reazione di fronte all’assegnazione di un posto nella sala stampa della Casa Bianca: «Evan [McMorris-Santoro, il corrispondente di BuzzFeed alla Casa Bianca] è un bravo giornalista e si merita un posto a qualsiasi tavolo. Gli ho detto che il suo nuovo obiettivo è quello di fare arrabbiare così tanta gente da farselo togliere».

©Washington Post 2015

foto: SAUL LOEB/AFP/Getty Images