Il disegno di legge “La buona scuola”

Le slide del governo sulla proposta che prevede, fra le altre cose, l'assunzione di circa 100mila insegnanti precari e più poteri ai presidi

Il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge di riforma della scuola, soprannominato dal governo “La buona scuola”. La legge interviene in molti ambiti della scuola primaria e secondaria: prevede tra le altre cose l’assunzione di circa 100mila insegnanti precari, la possibilità per i presidi di scegliere i docenti a propria discrezione e il potenziamento degli insegnamenti di arte, musica, diritto, economia ed educazione fisica. Fra gli altri provvedimenti c’è un bonus annuale di 500 euro per ciascun professore, chiamato “Carta del prof.”, «per andare a teatro, a sentire un concerto, a vedere l’opera», come ha spiegato lo stesso Renzi. Sono stati anche annunciati 940 milioni di euro «in arrivo per l’edilizia scolastica». Durante la conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri, Renzi ha detto che «la riforma della scuola è quella principale per il paese». Oggi pomeriggio a Milano, Torino e Roma, poco prima del Consiglio dei ministri, centinaia di studenti hanno protestato contro l’approvazione della riforma sulla scuola.


Nei giorni scorsi il governo aveva pubblicato gli obbiettivi della riforma della “Buona scuola”.

– Rafforzare le competenze degli studenti con flessibilità nei programmi, inclusione e integrazione;
– Avere un organico funzionale e potenziare l’offerta formativa;
– I dirigenti scolastici diventano leader educativi con strumenti e personale adeguati per il miglioramento dell’offerta formativa;
– Organi collegiali più efficaci e rappresentativi;
– Valutazione, formazione e carriera degli insegnanti;
– Un rapporto più stretto e stabile fra scuola e lavoro con alternanza obbligatoria nell’ultimo triennio delle superiori;
– Per quanto riguarda l’edilizia scolastica si vuole procedere con bandi per la costruzione di scuole altamente innovative, creare un’anagrafe dell’edilizia che sia trasparente sugli immobili della scuola e nuove risorse e procedure semplificate e più rapide per costruire nuove strutture;
– Una scuola digitale con un nuovo piano nazionale che metta al centro formazione dei docenti e competenze degli studenti;
– Una scuola che goda di una semplificazione amministrativa.