Il grandissimo Robert Altman

Era nato novant'anni fa oggi, e sapeva fare il cinema: se non vi viene voglia di tornare a vedere i suoi film, almeno godetevi quando gli diedero l'Oscar

(Carlo Allegri/Getty Images)
(Carlo Allegri/Getty Images)

Per diversi decenni, Robert Altman ha raccontato nel mondo e in America che c’era un’altra America. Usare il termine “America” generalizzando è sempre superficiale e pigro, e appunto Altman sembrava voler bilanciare le superficialità e le generalizzazioni chiamando “America” delle altre cose e mostrando quante Americhe diverse ci siano, compresa quella che così è diventata un’America altmaniana. A volte più di sinistra, certo, cosa che alla maggior parte dei cinefili è sempre piaciuta, ma anche più complicata e faticosa, senza essere meno americana, e i suoi film meno hollywoodiani. E soprattutto, meno divertenti: che quando complichi le cose il rischio è sempre diventare noioso, se non serio. I film di Altman sono divertenti, nel senso in cui gli americani dicono “entertainment”.

Altman ha fatto – elenchiamo in ordine sparso – MASHNashvilleIl lungo addioUn matrimonio, I protagonistiAmerica Oggi, California pokerI compari, per dirne alcuni. È stato un grandissimo creatore di personaggi “normali” e particolarissimi, grazie anche a uno straordinario rapporto con gli attori che lasciava spesso improvvisare. Ma anche un regista di grande tecnica e padronanza del ruolo, coi dialoghi, con le luci, con la musica, con tutto: uno che sapeva fare i film, e li voleva fare come sapeva e come pensava giusto. I film di Altman sono tutti film di Altman, anche quelli di un periodo intermedio in cui il loro livello e successo si abbassarono: poi ebbe una resurrezione quasi letteraria con un nuovo ciclo di grandi cose quando aveva già quasi settant’anni. Lo hanno nominato cinque volte all’Oscar e glielo hanno infine dato alla carriera poco prima che morisse, nel 2006 (ma lui, nel discorso, raccontò di avere avuto trapiantato il cuore di una trentenne, e di aspettarsi di vivere ancora quarant’anni). Ma aveva vinto i premi maggiori a Cannes, a Venezia, e a Berlino.

Era nato il 20 febbraio 1925 a Kansas City, oggi avrebbe novant’anni.