Il pubblico ministero ha chiesto 26 anni di carcere per Francesco Schettino nel processo per l’affondamento della Costa Concordia

Il pubblico ministero di Grosseto ha depositato la richiesta di condanna per l’ex comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino, naufragata la notte del 13 gennaio 2012 davanti all’isola del Giglio. La sentenza è attesa per metà febbraio. La Procura ha richiesto il massimo della pena per i reati di omicidio e lesioni colposi (14 anni), naufragio (9 anni) e false comunicazioni (3 mesi). Per il reato di abbandono della nave sono stati richiesti 3 anni (che non corrispondono al massimo della pena). Schettino non era in aula.

Il pubblico ministero ha concluso il suo intervento riassumendo i fatti e dicendo, di Schettino: «Dio abbia pietà di lui, noi non possiamo». Il pm ha anche detto che in Schettino «convivono benissimo» due diversi aspetti: quello dell’«abile idiota» e quello dell’«incauto ottimista» definizioni che, secondo la dottrina giuridica, corrispondono a quella di colui che «si sente bravo e invece provoca una situazione di pericolo e un danno» e a quella di colui «che somma all’ottimismo la sopravvalutazione delle proprie capacità». Per questo, ha detto il pm, Schettino sembrerebbe essere «bicefalo, tanto che per lui possiamo coniare il profilo dell’incauto idiota».