Giorgio Napolitano si è dimesso

Il presidente della Repubblica non è più presidente della Repubblica, come era atteso

Giorgio Napolitano si è dimesso da presidente della Repubblica. Alle 12 ha lasciato il palazzo del Quirinale, la sede della presidenza, dopo avere ricevuto gli onori militari e avere salutato tutti i suoi principali collaboratori.

Le dimissioni erano attese: le aveva annunciate lo stesso Napolitano durante il tradizionale discorso di fine anno.

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha firmato questa mattina, alle ore 10.35, l’atto di dimissioni dalla carica. Il Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, Donato Marra, sta provvedendo a darne ufficiale comunicazione ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati e al Presidente del Consiglio dei Ministri.

Giorgio Napolitano, che ha 89 anni, era presidente della Repubblica dal 2006: è stato storicamente rieletto nel 2013 per sbloccare la complicata situazione politica e parlamentare creata dalle elezioni politiche ma ha sempre detto di considerare il suo eccezionale secondo mandato “a tempo”. Anche nel discorso di fine anno del 2013, infatti, Napolitano disse che sarebbe rimasto presidente «fino a quando la situazione me lo farà ritenere necessario e possibile, fino a quando le forze me lo consentiranno, dunque di certo per un tempo non lungo».

Le funzioni del presidente della Repubblica sono state assunte dal presidente del Senato, Pietro Grasso, che ha stabilito a palazzo Giustiniani, sempre a Roma, la sede provvisoria della presidenza.

I consigli regionali dovranno adesso procedere alla scelta dei delegati che parteciperanno all’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Secondo l’articolo 83 della Costituzione, il presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento in seduta comune, cioè dai componenti della Camera e del Senato, a cui si aggiungono alcuni delegati eletti dai consigli regionali: ogni consiglio ne elegge tre, a eccezione della Valle d’Aosta che ne elegge uno.

I componenti dell’assemblea – in particolare i delegati regionali – sono spesso chiamati dalla stampa “grandi elettori”, come i nobili che potevano eleggere l’imperatore del Sacro Romano Impero durante il Medioevo e i membri del collegio elettorale che elegge il presidente degli Stati Uniti.