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  • Sabato 3 gennaio 2015

Una ragazza giapponese è stata rapita e stuprata in India

Da cinque uomini, tutti arrestati: secondo la polizia facevano parte di una banda che prendeva di mira turisti stranieri

Indian protestors hold placards during a protest to mark the second anniversary of the fatal gang-rape of a student in the Indian capital that unleashed a wave of public anger over levels of violence against women in the country, in New Delhi on December 16,2014. Women's safety in India has not improved since the fatal gang-rape of a student in New Delhi, the victim's parents said December 16 on the anniversary of the attack that sparked international outrage. AFP PHOTO / SAJJAD HUSSAIN (Photo credit should read SAJJAD HUSSAIN/AFP/Getty Images)
Indian protestors hold placards during a protest to mark the second anniversary of the fatal gang-rape of a student in the Indian capital that unleashed a wave of public anger over levels of violence against women in the country, in New Delhi on December 16,2014. Women's safety in India has not improved since the fatal gang-rape of a student in New Delhi, the victim's parents said December 16 on the anniversary of the attack that sparked international outrage. AFP PHOTO / SAJJAD HUSSAIN (Photo credit should read SAJJAD HUSSAIN/AFP/Getty Images)

Negli ultimi giorni cinque uomini sono stati arrestati in India con l’accusa di avere rapito, stuprato e tenuto prigioniera per circa un mese una studentessa giapponese di poco più di 20 anni (i siti di news riportano età diverse, comprese comunque tra 21 a 23 anni). La ragazza è riuscita a scappare il 26 dicembre: ha contattato tramite alcuni suoi connazionali l’ambasciata giapponese in India e poi ha raccontato quello che le era successo alla polizia indiana. Tre uomini coinvolti nel suo rapimento sono stati arrestati il 31 dicembre, mentre altri due uomini – due fratelli di 32 e 25 anni – sono stati arrestati ieri. Secondo il Guardian, la ragazza si trovava in India per motivi di studio.

Secondo la ricostruzione della polizia indiana, la ragazza è stata inizialmente avvicinata da tre uomini che si erano finti delle guide turistiche a Calcutta, una città nell’est dell’India vicino al confine col Bangladesh. Gli uomini l’avrebbero convinta a visitare Digha, una città costiera indiana, il 22 novembre: lì la ragazza è stata molestata e costretta a ritirare 75mila rupie (circa 988 euro) a uno sportello bancomat. Dopo quattro giorni, il 26 dicembre, è tornata a Calcutta e successivamente “consegnata” ai due fratelli arrestati a Gaya, un’importante meta di pellegrinaggio per i buddisti (secondo la versione riportata dall’Hindustan Timesla ragazza è andata a Gaya di sua volontà, e anzi su indicazione dei tre che l’avevano derubata e molestata). A quel punto la ragazza è stata rapita dai due uomini e tenuta prigioniera in una stanza per dodici giorni, sotto la minaccia di una pistola. Ha raccontato di essere stata stuprata in diverse occasioni. Un agente della polizia che sta indagando sul caso ha detto ad Agence France-Presse che il 20 dicembre, mentre si trovava a Gaya per ricevere delle cure mediche «dovute ai ripetuti stupri e alle cattive condizioni di vita», la ragazza è riuscita a scappare nella città di Varanasi, dove ha incontrato un gruppo di turisti giapponesi che l’hanno aiutata.

L’ispettore di polizia di Calcutta, Anay Bhaumik, ha detto che i due fratelli coinvolti nel rapimento fanno parte di una banda che da tempo prende di mira i turisti stranieri nella città di Digha. Molti giornali hanno inoltre riportato che uno dei cinque arrestati parlava fluentemente giapponese.

Da tempo quello della violenza sulle donne è un problema rilevante in India: negli ultimi due anni ci sono stati diversi casi di stupri di gruppo (anche contro turiste straniere) e molte conseguenti manifestazioni di protesta. Ancora lo scorso gennaio una turista danese di 51 anni era stata rapinata e stuprata da una banda di uomini a Delhi, mentre nel 2013 la stessa cosa era capitata a una ciclista svizzera.

nella foto: una ragazza tiene in mano un cartello con scritto “Bada ai tuoi pensieri, non ai miei vestiti” durante una manifestazione di protesta contro la violenza sulle donne a New Delhi (SAJJAD HUSSAIN/AFP/Getty Images)