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  • Sabato 3 gennaio 2015

Il derby di Edimburgo che nessuno vide

Nel 1940 un radiocronista di BBC fu costretto a inventarsi la cronaca di una partita di calcio per non far sapere ai tedeschi che in città c'era la nebbia

di Massimiliano Cocchi – @M_Cocchi

25th November 1935: Alec Massie, right half and captain of Heart of Midlothian FC. Hearts' official name comes from a dance hall on the Canongate in the Old Town area of Edinburgh where young men of the city gathered and decided to form a football team. It was also previously a prison in the area. (Photo by A. Hudson/Topical Press Agency/Getty Images)
25th November 1935: Alec Massie, right half and captain of Heart of Midlothian FC. Hearts' official name comes from a dance hall on the Canongate in the Old Town area of Edinburgh where young men of the city gathered and decided to form a football team. It was also previously a prison in the area. (Photo by A. Hudson/Topical Press Agency/Getty Images)

Domenica 3 gennaio, si è giocata per la diciannovesima giornata della Scottish Championship (la serie B scozzese di calcio) il cosiddetto “New Year’s Day Edinburgh Derby”, cioè l’incontro fra le due squadre di calcio di Edimburgo, l’Hibernian Football Club e l’Heart of Midlothian. Il “derby di Capodanno” si chiama così perché tradizionalmente si gioca il primo o il secondo giorno dell’anno, o comunque il fine settimana successivo più vicino a quella data. La rivalità fra gli Hibs, nome informale degli Hibernian, e gli Heart è molto forte e l’incontro è molto atteso. Il giornalista John Mc Burnie ha raccontato sul giornale scozzese Scotsman un episodio curioso legato a un derby di Edimburgo giocato il 1 gennaio 1940, nel quale vinsero gli Hearts e furono segnati 11 gol. Quasi nessuno però vide la partita, nemmeno Bob Kingsley, il corrispondente della BBC che stava facendo la radiocronaca.

Il primo gennaio 1940 si stava combattendo la Seconda guerra mondiale. La partita era in programma a Easter Road, in casa degli Hibs, e si era deciso di trasmetterla sulla radio di BBC, in modo che anche le truppe al fronte avrebbero potuto seguirla. A Edimburgo quel giorno c’era quella che i britannici chiamano “pea souper fog”, cioè una nebbia molto fitta. Come hanno raccontato anche Scott Murray e Rowan Walker nel loro libro “Day of the match”, dagli spalti Bob Kingsley non riusciva nemmeno a vedere il campo.

La partita, comunque, non venne rimandata: l’esercito britannico sapeva che annunciare via radio il rinvio della partita a causa della forte nebbia avrebbe significato fornire preziose informazioni ai nemici tedeschi ed esporre agli attacchi della Luftwaffe, l’aviazione tedesca, bersagli sensibili come il Forth Railway Bridge, uno dei più importanti ponti di Edimburgo. La partita quindi si giocò regolarmente: Leo Hunter, capo dei corrispondenti di BBC, impose a Kingsley di andare avanti con la radiocronaca senza menzionare la nebbia. Kingsley riusciva a vedere soltanto Gilmartin, esterno destro degli Hibs, e John Donaldson, ala sinistra degli Hearts: riuscì comunque a fare la radiocronaca per 90 minuti, raccontando per lo più azioni che si inventava lui stesso. Riuscì a mettere in piedi piuttosto ingegnosamente un sistema attraverso il quale gli spettatori più vicini al terreno di gioco lo informavano sulle azioni salienti, come gol e calci d’angolo.

Sul finire del primo tempo, quando Bobby Nutley segnò il 3–2 per gli Hibs, uno spettatore invase il campo, forse per accertarsi di quello che era successo. Nella confusione che ne seguì, l’arbitrò fischiò la fine del primo tempo con due minuti di anticipo: quando le due squadre erano già arrivate negli spogliatoi, l’arbitro si accorse del suo errore e fece tornare tutti i giocatori in campo. Gli Hearts riuscirono a rimontare lo svantaggio, e il primo tempo finì 3–4. Nella ripresa le due squadre segnarono altri quattro gol: la partita finì 6-5 per gli Hearts. Quello decisivo fu messo a segno da Tommy Walker, attaccante degli Hearts: a Edimburgo era già buio e alcuni spettatori avevano già lasciato lo stadio.

Kingsley continuò a raccontare azioni di gioco inventate anche dopo la fine della partita: si fermò solo quando vide arrivare in tribuna alcuni giocatori degli Hearts che cercavano un loro compagno di squadra. Scotsman ha raccontato che l’ala degli Hearts, John Donaldson, non era rientrato negli spogliatoi insieme ai compagni: diversi minuti dopo il fischio finale, fu trovato ancora in campo mentre continuava a correre sulla fascia sinistra e chiamava a gran voce il pallone.

Questa incredibile partita di calcio è stata raccontata per la prima volta dall’editorialista e storico del calcio Bob Crampsey. Nel 2002 il regista teatrale Andrew Dallmeyer ha deciso di farla diventare uno spettacolo teatrale, poi andato in onda sulla tv britannica il giorno di capodanno del 2002.

nella foto: il terzino destro e capitano degli Hearts of Midlothian, Alec Massie, in una foto del novembre 1935 (A. Hudson/Topical Press Agency/Getty Images)