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  • Giovedì 30 ottobre 2014

Il nuovo video di Brittany Maynard

La 29enne americana con un grave tumore al cervello potrebbe rimandare il suo suicidio medicalmente assistito previsto il primo novembre, come aveva detto, ma non ha cambiato idea

Brittany Maynard – la ragazza di 29 anni a cui è stato diagnosticato un cancro al cervello lo scorso Capodanno, a Portland (Oregon, Stati Uniti), e che ha deciso di procedere al suicidio medicalmente assistito – ha fatto sapere che potrebbe rimandare il giorno del suo suicidio, inizialmente stabilito il primo di novembre. «Mi sento ancora abbastanza bene e sono ancora abbastanza felice e continuo a ridere e a sorridere con la mia famiglia e gli amici», ha detto Maynard, che però ha aggiunto di non avere cambiato idea sulla sua decisione, perché le sue condizioni di salute peggiorano di settimana in settimana.

La storia di Brittany Maynard era circolata molto nei primi giorni di ottobre, quando lei stessa aveva reso pubblica in un video la decisione di mettere fine alla sua vita (il video è stato visto da quasi nove milioni di persone su YouTube). Nel giro di pochissimo tempo era diventata una prominente portavoce del movimento “morte con dignità”, che sostiene che ai malati terminali debba essere permesso di ricevere le cure affinché possano decidere di morire ai loro termini. Allo stesso tempo era stata molto criticata per la sua scelta da quelli che la pensano in maniera opposta. In un nuovo video di sei minuti registrato tra il 13 e il 14 ottobre e diffuso dall’organizzazione no-profit statunitense Compassion & Choice, Maynard ha fatto sapere di voler aspettare e vedere come progrediscono i sintomi prima di decidere un’altra data.

Nel video Maynard dice: «Quando le persone mi criticano perché non voglio aspettare oltre, oppure vogliono decidere cosa è meglio per me, fa male». Le sue condizioni di salute, come diagnosticato dai medici, continuano a peggiorare: lei stessa ha descritto uno degli ultimi giorni “terrificante”, quando non è stata in grado di dire il nome di suo marito. «Penso che a volte le persone mi guardino e pensino, “beh, non sembri malata come dici di essere”: questo fa male, perché quando ho un attacco e non posso parlare, di certo mi sento malata nella stessa misura in cui lo sono», ha detto Maynard con la voce commossa. Come dice lei stessa nel video, una delle paure più grandi di Maynard è proprio aspettare troppo tempo a procedere con il suicidio medicalmente assistito.

Nell’ultimo video diffuso parlano anche la madre e il marito di Maynard. La prima, Debbie Ziegler, dice: «Non è compito mio dire come deve vivere e non è compito mio dire come deve morire. Devo solo darle il mio amore mentre attraversa tutto questo». Suo marito, Dan Diaz, dice che lui e Brittany stanno prendendo quello che viene giorno dopo giorno: «Questo è l’unico modo che abbiamo per affrontarlo. Lasci da parte le cose materiali, tutte le sciocchezze a cui tutti sembrano essere attaccati come società. E capisci che sono questi i momenti che davvero contano». La scorsa settimana Maynard e il marito hanno visitato il Grand Canyon: le foto si possono vedere sul suo sito internet.

A Maynard era stato diagnosticato un cancro al cervello lo scorso dicembre. Nove giorni dopo i dottori le avevano eseguito una craniotomia parziale e avevano reciso una parte del suo lobo temporale per evitare di far crescere il tumore. Le avevano dato più di dieci anni di vita. Poi in aprile i dottori avevano scoperto che il tumore era tornato e la diagnosi iniziale era stata trasformata in quella di un glioblastoma al quarto stadio, un tumore al cervello maligno. E la prognosi si era aggravata: solo sei mesi di vita. Maynard era stata dichiarata idonea per il suicidio medicalmente assistito in Oregon, uno della manciata di Stati che lo permettono sotto il “Death with Dignity Act” (la legge che permette di morire con dignità). Dalla sua entrata in vigore, nel 1997, 1173 persone nello Stato si sono fatti scrivere prescrizioni per medicine letali, ma fino al 2013 solo 752 di esse le hanno effettivamente usate per morire.