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  • Sabato 25 ottobre 2014

Reyhaneh Jabbari è stata uccisa

La donna iraniana condannata a morte per avere ucciso un uomo che tentò di violentarla è stata impiccata stamattina, nonostante una campagna sui social per fermarne l'esecuzione

Reyhaneh Jabbari, una donna iraniana di 26 anni, è stata uccisa stamattina in una prigione di Teheran, la capitale dell’Iran, per avere ucciso un uomo che a suo dire stava per violentarla, nel 2007. L’uomo, Morteza Abdolali Sarbandi, era un ex dipendente del ministero dell’Intelligence iraniana. Jabbari, che negli anni ha ammesso di avere accoltellato l’uomo ma di non averlo ucciso, era stata condannata a morte nel 2009 in seguito a un’indagine e a un processo che Amnesty International ha definito «pieni di errori». Il procuratore di Teheran aveva bloccato l’esecuzione già nell’aprile del 2014 per riesaminare il caso, confermando però la pena. La condanna è stata eseguita stamattina per impiccagione, dopo che la data della sua esecuzione era stata posticipata di quasi un mese. Di recente sui social network era stata promossa una campagna per fermare l’esecuzione.

Stando alle ricostruzioni di diversi media occidentali, in seguito al suo arresto il caso di Jabbari è stato trattato con molta negligenza: BBC  riporta che dopo l’arresto Jabbari fu messa in isolamento per due mesi senza avere la possibilità di contattare il suo avvocato o i suoi familiari. Uno dei suoi ex avvocati ha detto che durante i sei mesi in cui si è occupato del suo caso, le autorità iraniane hanno permesso al suo avvocato di farle visita solo due volte. Amnesty International ha inoltre dichiarato che la versione della donna, seconda la quale un altro uomo era presente in casa al momento dell’assassinio di Sarbandi, non era stata investigata a fondo. L’ONU ha detto che dall’inizio dell’anno l’Iran ha eseguito circa 250 condanne a morte.

foto: pagina Facebook della campagna per fermare l’esecuzione di Jabbari