C’è una nuova serie tv su Flash

Si ispira a un celebre fumetto della DC Comics ed è più adolescenziale di quella degli anni Novanta: ai critici piace, al pubblico pure (per ora)

Martedì sera negli Stati Uniti è andata in onda la terza puntata di The Flash, una nuova serie televisiva incentrata sul supereroe Flash, creato negli anni Quaranta da Gardner Fox e Harry Lampert per DC Comics. La serie – che sta avendo un buon successo – va in onda su CW, un canale televisivo che si rivolge tendenzialmente a persone con meno di trent’anni; il canale è della casa cinematografica Warner Bros e dalla CBS, ed è lo stesso che tra il 2001 e il 2008 ha prodotto Smallville, la serie incentrata sull’adolescenza di Superman. La parte del protagonista, il supereroe Flash, è interpretata dal 24enne attore americano Grant Gustin (noto finora per aver recitato nella terza stagione di Glee).

The Flash ha ricevuto buone critiche e soprattutto un ottimo successo di pubblico: è stata la prima puntata più vista nella storia del canale e sta continuando a fare buoni ascolti (CW ha già annunciato che ne produrrà una seconda stagione). La serie è prodotta da Greg Berlanti, che fra le altre cose ha fatto lo sceneggiatore di Dawson’s Creek e ha creato le serie Everwood e Brothers & Sisters. The Flash è stato ideato come uno spin-off di Arrow, una serie televisiva – ancora in corso – creata dallo stesso Berlanti per CW, ispirata dalla serie a fumetti del supereroe Freccia Verde. Per spin-off si intende una storia che prenda spunto da un elemento o un personaggio laterale di un’altra storia – in questo caso la storia di Arrow – trasformandolo nel proprio elemento o personaggio principale: l’ottavo episodio della terza stagione di Arrow e della prima di The Flash si comporrà di un unico episodio crossover di due ore.

Come comincia
Barry Allen è un giovane agente della polizia scientifica piuttosto timido e imbranato. Sua madre è stata uccisa quando era piccolo e dell’omicidio è stato incolpato suo padre (nonostante Allen sappia che non fu lui a ucciderla). Viene colpito da un fulmine per errore durante un esperimento condotto dai S.T.A.R. Labs (un centro di ricerca scientifica ricorrente nei fumetti della DC Comics). In seguito all’incidente resta in coma nove mesi. Al suo risveglio scopre di avere acquisito la capacità di muoversi molto più velocemente del resto delle persone e diventa una specie di supereroe (con l’obiettivo, inoltre, di scoprire chi uccise realmente sua madre).

Il precedente
Fra il 1990 e il 1991 fu trasmessa dalla CBS una serie intitolata The Flash con protagonista John Wesley Shipp (i più giovani lo riconoscono come il padre di Dawson in Dawson’s Creek, quello a cui piace molto il gelato). La serie non andò bene e fu cancellata dopo 22 episodi (intanto era arrivata anche in Italia). La trama iniziale era più o meno la stessa, sebbene in generale l’atmosfera era decisamente meno “adolescenziale”. La canzone della sigla era di Danny Elfman, uno dei più famosi compositori televisivi e cinematografici (ha creato la canzone della sigla dei Simpson e la colonna sonora di Men In Black, fra le altre cose).

Cosa se n’è detto
I critici televisivi hanno scritto molto bene del nuovo Flash: Mike Hale, sul New York Times, ha scritto che nonostante i lavori di Berlanti «non ottengano l’attenzione di autori che lavorano a una serie per volta come Vince Gillihan e Matt Weiner – anche perché forse non gli riuscirà mai una serie come Breaking Bad o Mad Men – lui e la sua società fanno un sacco di cose, nessuna delle quali fallimentare. Cose come Everwood, Dirty Sexy Money, Eli Stone, No Ordinary Family, Brothers & Sisters la sottovalutata Golden Boy, Arrow: in termini di prodotti televisivi commericali e leggeri, questa lista mostra un’asticella qualitativa molto alta».

Il sito di cose pop The Wrap sottolinea più volte come The Flash sia piuttosto divertente e che in generale un protagonista «giovane, carino e originale, pieno di ansie e con una storia personale un po’ oscura» sia perfetto per «il pubblico prevalentemente giovane» di CW. Variety scrive che nonostante sembri «fatto a forma di Smallville», The Flash è piuttosto fedele ai precedenti prodotti sullo stesso supereroe.