Aretha Franklin e Auto-Tune

Nella cover di una canzone di Adele si sono forse incontrati il passato più leggendario della musica e il suo presente più industriale

Singer Aretha Franklin performs at the Nokia Theatre L.A. Live on July 25, 2012 in Los Angeles, California.
Singer Aretha Franklin performs at the Nokia Theatre L.A. Live on July 25, 2012 in Los Angeles, California.

Aretha Franklin, la più famosa e celebrata cantante soul della storia, pubblicherà un disco di cover il 21 ottobre, a 72 anni: si chiamerà Aretha Franklin Sings the Great Diva Classics e conterrà canzoni rese famose da cantanti pop come Sinéad O’Connor, Alicia Keys e Adele. La seconda canzone del disco, la cover del famoso pezzo di Adele “Rolling In The Deep”, è stata diffusa in anteprima su YouTube il 29 settembre: a partire dalla sua pubblicazione è cominciata a circolare l’impressione da parte di alcuni ascoltatori che Franklin l’avesse registrata fatto uso di Auto-Tune, un software per aggiustare l’altezza della propria voce – soprattutto nei passaggi fra note di altezza diversa, facendo apparire il suono più “artificiale” e metallico – e coprirne eventuali imperfezioni e stonature. L’ipotesi è stata molto discussa online, perché il ricorso ad Auto-Tune – oggi frequentissimo nelle registrazioni di dischi pop – suonerebbe particolarmente incongruo per una cantante dalla voce di potenza e qualità leggendarie.

Il Washington Post ha scritto che gli effetti di Auto-Tune possono essere ascoltati «soprattutto nella prima strofa» della canzone; alcuni utenti di YouTube hanno indicato i frammenti della canzone nei quale le modifiche appaiono più marcate (secondo il commento di un utente citato dal Sydney Morning Herald, in particolare, le modifiche di Auto-Tune si possono notare estesamente fra il minuto 2.55 e il 3.28 della canzone). Il Washington Post ha contattato lo staff di Franklin per chiedere spiegazioni in merito, senza però ricevere risposte.

Auto-Tune è stato creato nel 1997 dall’azienda Antares Audio Technologies. Il suo primo utilizzo nel contesto della musica pop viene attribuito a Cher nella canzone “Believe” del 1998. Il programma consente il passaggio repentino tra note di altezza diversa, aggiungendo una specie di effetto “robotico” alla propria voce. Negli anni, il suo utilizzo – nonostante se ne siano diffuse versioni meno appariscenti – è passato ad essere considerato un modo per aggiustare artificialmente una prestazione canora insoddisfacente: su YouTube ci sono molti video di gente che canta un certo pezzo stonandolo appositamente, per poi aggiustarlo poco dopo con Auto-Tune. Nel 2013 il cantante canadese Michael Bublé ha definito Auto-Tune «sovrautilizzato» sebbene abbia al contempo ammesso di averlo utilzzato in studio per rendere «un pochino più moderne» le proprie canzoni. La frequenza del suo uso ha finito per somigliare a quella di Photoshop con le immagini fotografiche: applicato anche a immagini che non ne avrebbero bisogno per ottenere un’ulteriore “pulizia” e “perfezione”.

Lunedì 29 Franklin si è comunque esibita dal vivo al Late Show condotto da David Letterman, cantando proprio “Rolling In The Deep”: senza modifiche di Auto-Tune, secondo il Washington Post.

nella foto: Aretha Franklin nel 2012 (Kevin Winter/Getty Images)