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  • Martedì 30 settembre 2014

L’intruso alla Casa Bianca

L'uomo fermato dieci giorni fa era arrivato molto più lontano di quanto era stato detto all'inizio: ora in molti se la prendono col Secret Service (che non sono i servizi segreti)

A security member of the Secret Service approaches the North Portico of the White House in Washington Monday, Sept. 29, 2014. The intruder who climbed a fence Sept. 19, 2014 made it farther inside the White House than the Secret Service has publicly acknowledged, the Washington Post and New York Times newspapers reported Monday. The disclosures came on the eve of a congressional oversight hearing with the director of the embattled agency assigned to protect the president's life. (AP Photo/Jacquelyn Martin)
A security member of the Secret Service approaches the North Portico of the White House in Washington Monday, Sept. 29, 2014. The intruder who climbed a fence Sept. 19, 2014 made it farther inside the White House than the Secret Service has publicly acknowledged, the Washington Post and New York Times newspapers reported Monday. The disclosures came on the eve of a congressional oversight hearing with the director of the embattled agency assigned to protect the president's life. (AP Photo/Jacquelyn Martin)

Dieci giorni fa un uomo ha superato le recinzioni della Casa Bianca, a Washington, prima di essere arrestato dal Secret Service, l’agenzia federale che si occupa principalmente della protezione delle più alte cariche dello stato (e che non va confusa con i servizi segreti, cioè la CIA). Secondo quanto riportato lunedì 19 settembre dal Washington Post, l’uomo è arrivato molto più lontano di quanto era stato indicato ufficialmente all’inizio della storia.

Omar Gonzalez ha 42 anni, è originario del Texas ed è un veterano dell’Iraq. Lunedì 20 settembre, armato con un coltello, ha attraversato la porta nord della residenza del presidente e della sua famiglia. Qualche ora dopo il Secret Service, attraverso il suo portavoce, aveva fatto sapere che Gonzalez era stato arrestato all’ingresso principale. Secondo il Washington Post però Omar Gonzalez non è stato bloccato sulla porta, ma ha percorso parte del piano terra oltrepassando una scala, avvicinandosi agli appartamenti privati ​​della famiglia Obama e riuscendo a raggiungere una sala da pranzo nella East Wing dell’edificio. Solo a quel punto è stato fermato. Obama e la sua famiglia comunque non erano nell’edificio. Questo file gif di Vox mostra il percorso di Gonzalez all’interno della Casa Bianca.

Un agente – che ha voluto rimanere anonimo – ha anche detto che l’allarme all’ingresso e all’interno della Casa Bianca (le cosiddette “crash boxes” che costituiscono una parte fondamentale nel sistema di sicurezza dell’edificio) era stato disattivato, ritardando gli interventi. In seguito, nella macchina di Gonzales parcheggiata poco lontano dalla Casa Bianca sono state trovate diverse armi. Gonzales è riuscito a eludere cinque diversi anelli di protezione tra il marciapiede pubblico e la porta di ingresso della Casa Bianca, e poi altri all’interno senza che venisse rispettata, come da protocollo, la procedura prevista in questi casi.

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Nel frattempo Gonzales è stato incriminato da un tribunale federale di Washington e rischia fino a dieci anni di carcere: attualmente non è stata ancora prevista una cauzione per la sua liberazione e la prossima udienza si svolgerà il 1 ottobre. La direttrice del Secret Service, Julia Pierson, nominata nel marzo del 2013, ha definito l’intrusione «inaccettabile» e ha già informato il presidente Obama sui piani per migliorare il servizio di sicurezza.

Pierson dovrà testimoniare martedì prossimo davanti al Congresso per fornire spiegazioni su questo episodio, ma anche altri sempre relativi alla sicurezza della Casa Bianca. In un articolo pubblicato sabato scorso, sempre il Washington Post fa riferimento in particolare a un incidente avvenuto nel 2011, quando solo dopo alcuni giorni e grazie alla segnalazione di una cameriera, il Secret Service aveva capito che degli spari esplosi all’esterno della Casa Bianca avevano raggiunto alcune finestre (le indagini avevano poi portato all’arresto di una persona). In molti hanno accusato il Secret Service di aver più volte messo a rischio la vita del presidente e della sua famiglia a causa dell’indisciplina degli agenti che ne fanno parte.

Il Secret Service esiste dalla seconda metà del Diciannovesimo secolo e inizialmente era nato per combattere i falsari di denaro. Dopo l’assassinio del presidente repubblicano William McKinley nel 1901 da parte di un anarchico, il Congresso stabilì che l’agenzia si occupasse anche della sicurezza del presidente. Nel secolo seguente i compiti del Secret Service sono aumentati e ora ha la responsabilità anche della sicurezza degli ex presidenti (per un certo numero di anni), dei candidati alla presidenza e dei capi di stato stranieri quando sono in visita sul suolo americano.

Nella sua recente storia, il Secret Service è stato coinvolto in diversi scandali: nel novembre del 2012 un agente era stato rimosso con l’accusa di omicidio di secondo grado per aver ucciso un uomo durante una rissa davanti a un McDonald’s, mentre si trovava in missione a Honolulu, nelle Hawaii; in agosto, invece, un altro agente era stato sospeso per aver guidato in stato di ebbrezza nello stato dell’Iowa, mentre era in missione per organizzare la sicurezza di un viaggio di Obama nel Midwest; nell’aprile del 2012, infine, alcuni agenti chiamati a organizzare la sicurezza del presidente durante una visita in Colombia furono sospesi per cattiva condotta: in seguito si scoprì che avevano chiamato nelle loro stanze d’albergo alcune prostitute. La vicenda coinvolse una dozzina di persone, furono riviste molte delle regole interne e venne nominato un nuovo direttore.