Da dove accidenti viene Malta

Che oggi festeggia i 50 anni dalla sua indipendenza dal Regno Unito: è uno dei posti con la storia più movimentata del Mediterraneo (e dove si parla una lingua unica al mondo)

Il 21 settembre del 1964, esattamente 50 anni fa, Malta divenne una nazione indipendente: prima di allora era stata per più di 150 anni sotto la dominazione degli inglesi e per parecchi secoli aveva avuto una tra le più travagliate storie dell’intero Mediterraneo. Oggi Malta è una piccola nazione di appena 300 chilometri quadrati di superficie e meno di mezzo milione di abitanti. Fa parte dell’Unione Europea e dell’eurozona e ha una lingua unica al mondo, così come sono unici gli abitanti del piccolo arcipelago (Malta, infatti, è formata da due isole: Malta e Gozo).

Come ha raccontato lo storico Roger Crowley: «I maltesi sono i baschi del Mediterraneo, un micro-popolo unico, formato grazie alla particolare posizione dell’isola, al centro di ogni rotta di invasione, migrazione e di commercio nella storia del Mar Mediterraneo». Malta si trova in mezzo al canale di Sicilia, la strettoia che divide in due metà il Mar Mediterraneo. I primi abitanti arrivarono a Malta proprio dalla Sicilia nel periodo neolitico. Sull’isola esistono ancora dei templi megalitici che si calcola risalgano a circa cinquemila anni fa: si tratta di costruzioni più antiche delle piramidi e tra le più antiche mai ritrovate in tutto il mondo (battute, probabilmente, soltanto dai templi di Göbekli Tepe in Turchia).

La prima colonizzazione di Malta di cui abbiamo notizie è quella dei fenici, un popolo di navigatori che proveniva da quello che oggi è il Libano. I fenici probabilmente compresero la posizione strategica di Malta, e fecero lo stesso i loro successori cartaginesi. Da allora tutte le potenze marittime del Mediterraneo hanno messo almeno una volta la loro bandiera sulle colline di Malta. Dopo i cartaginesi arrivarono i romani e poi i bizantini. I vandali e visigoti, due popolazioni germaniche che invasero il Nord Africa e l’Italia meridionale, razziarono l’isola prima che i bizantini riuscissero a riconquistarla. Nel corso del Nono secolo fu il turno degli arabi, che la conquistarono nella stessa serie di invasioni e migrazioni che li portò in Sicilia.

Agli arabi fecero seguito i normanni e poi gli imperatori tedeschi della dinastia degli Hohenstaufen. Nel Tredicesimo secolo l’intera popolazione araba dell’isola venne deportata e rimpiazzata da coloni siciliani. Le moschee e i bagni sparirono, così come la religione musulmana, anche se le tracce della lingua dei coloni arabi sono rimaste. Nel corso del medioevo ci furono altri scambi di possesso, mano a mano che varie dinastie si alternavano al governo dell’Italia meridionale. Poi, all’inizio del Cinquecento un episodio accaduto in un’isola dall’altra parte del Mediterraneo cambiò completamente la storia di Malta.

Nel 1522 il sultano Solimano il Magnifico conquistò l’isola di Rodi che all’epoca era la base dei Cavalieri di San Giovanni, un ordine monastico cavalleresco (come i più famosi Templari) nato per proteggere e curare i pellegrini diretti in Terra Santa. Quando i regni dei crociati furono distrutti e la Palestina riconquistata dagli arabi, i Cavalieri Ospitalieri di San Giovanni si reinventarono come pirati e mercanti di schiavi.

Costretti ad abbandonare Rodi, i cavalieri ricevettero Malta in dono dal re di Spagna. Dall’isola continuarono con le loro razzie e i loro saccheggi fino a che Solimano non decise di farla finita una volta per tutte. L’assedio di Malta nel 1565 fu considerato all’epoca uno degli eventi più importanti del secolo: l’Impero Ottomano era la più grande potenza del mondo e i suoi confini si estendevano dal Marocco alle pianure dell’Ungheria. Nel 1529 i suoi eserciti erano riusciti a mettere sotto assedio Vienna. Anche se si erano dovuti ritirare, in molti ritenevano una minaccia probabile che un giorno i soldati del Sultano sarebbero riusciti a conquistare Roma. Nelle cronache dell’epoca Malta veniva definita il “bastione d’Europa”, l’ultima linea di difesa che impediva alle flotte del sultano di sbarcare i loro eserciti sull’Italia continentale.

Anche se le cose non stavano esattamente in questi termini, la conquista di Malta avrebbe davvero consegnato ai turchi una base da cui attaccare l’Italia. Dopo mesi di combattimenti particolarmente cruenti, durante i quali un pugno di maltesi e di cavalieri di San Giovanni difesero la città dall’enorme esercito del sultano, gli spagnoli riuscirono a sbarcare sull’isola una forza di soccorso e l’esercito del sultano fu costretto alla fuga. L’evento rimase così impresso nella memoria dell’isola che la capitale venne ribattezza con il nome del gran maestro dei cavalieri che aveva difeso la città, Jean de La Vallette. Ancora oggi la città porta il suo nome: La Valletta.

Per quasi trecento anni l’isola rimase la base dei cavalieri oramai conosciuti come i “Cavalieri di Malta”. A terminare la plurisecolare storia dell’ordine ci pensò Napoleone, che conquistò l’isola nel 1798 mentre navigava verso l’Egitto con il suo esercito. Dopo un altro assedio durato quasi due anni, gli inglesi la conquistarono aiutati dalla popolazione locale. La sua posizione strategica la riportò al centro degli eventi nel 1939, allo scoppio della Seconda guerra mondiale. Malta si trovava in mezzo alle linee di rifornimento che dall’Italia portavano alle truppe italiane e tedesche in Nord Africa. L’isola venne bombardata per anni e migliaia di maltesi e militari inglesi morirono negli attacchi aerei tedeschi e italiani.

Tra tutti gli invasori e i conquistatori dell’isola, gli inglesi sono probabilmente quelli che hanno lasciato un’influenza maggiore. Circa l’88 per cento della popolazione locale parla inglese, che è riconosciuta come una delle due lingue ufficiali dell’isola. L’altra è il maltese, unica al mondo. Si tratta di una lingua semitica, come l’arabo e l’ebraico ed è probabilmente una variazione dell’antico arabo-siciliano, la lingua volgare parlata durante l’occupazione araba della Sicilia. È l’unica lingua semitica al mondo che si scrive con caratteri latini ed è anche l’unica in cui più del 50 per cento del vocabolario deriva dalle lingue romanze (italiano e francese, soprattutto). Il maltese che si parla oggi è molto influenzato anche dall’inglese e non è raro che parole o intere frasi vengano pronunciate in inglese durante un discorso in maltese (suona come il video qui sotto).

Oggi Malta è un paese sviluppato, con statistiche di reddito ed economiche simili a quelle dell’Europa meridionale. La risorsa principale dell’isola è il turismo: ogni anno arrivano circa 1,2 milioni di turisti, cioè 3 per ogni abitante dell’isola. Recentemente si è sviluppato un turismo sanitario e molti cittadini inglesi arrivano a Malta alla ricerca di trattamenti medici più economici che nel Regno Unito.

La posizione strategica di Malta non è più così importante per la sua economia (e non rischia più di portare eserciti invasori nel porto di La Valletta). Malta però si trova sulle rotte principali dell’emigrazione dalle coste del Nord Africa verso l’Europa. Circa duemila migranti sono sbarcati a Malta nel corso del 2013, il che fa dell’isola uno dei paesi con l’immigrazione maggiore in percentuale alla popolazione. Decine di migranti sono morti negli ultimi anni intorno alle acque di Malta quando i barconi su cui si trovavano sono affondati (in un incidente alcuni giorni fa, secondo i media maltesi, ne sarebbero morti quasi 500). Vista la vicinanza delle acque di Malta a quelle italiane – la Sicilia si trova soltanto ad 80 chilometri – spesso ci sono state polemiche su quale dei due paesi dovesse accogliere i migranti.