Massimo Giannini e il nuovo Ballarò

Massimo Giannini, ex giornalista di Repubblica, ha spiegato in un'intervista al Corriere i suoi progetti per Ballarò, che condurrà al posto di Giovanni Floris

Da questo autunno, l’ex vicedirettore di Repubblica Massimo Giannini sarà il conduttore della trasmissione di politica Ballarò, su Rai 3. In un’intervista con Aldo Cazzullo per il Corriere della Sera, Giannini – che prenderà il posto di Giovanni Floris dopo 12 anni dall’inizio della trasmissione – ha spiegato quali sono i suoi progetti e le sue idee per la nuova stagione di Ballarò, parlando più in generale dei pregi e dei limiti dei talk-show di politica italiani.

Ma non è la formula del talk-show a essere in crisi?
«È vero, il talk-show conosce difficoltà, sia pure non gravi come quelle della carta stampata. Lo stesso Ballarò l’anno scorso ha perso un milione di spettatori».

Il motivo, secondo lei?

«Mi viene in mente un romanzo di Don De Lillo: Rumore bianco. Il chiacchiericcio politico è come un rumore di sottofondo che non lascia tracce: di rado alla fine della trasmissione, dopo aver ascoltato i vari ospiti, lo spettatore ha cambiato il suo modo di pensare. Credo sia superato concepire un talk-show come uno scontro tra due curve contrapposte, fin dalla costruzione fisica dello studio».

Cambierà anche quella?

«Sì. Ha senso contrapporre destra e sinistra, nel momento in cui di fatto governano insieme? Non penso a due squadre una contro l’altra, ma a una soluzione più inclusiva. E poi i giornalisti dovrebbero essere in posizione terza, non schierati di qua o di là».

Lei non è un giornalista di parte?
«Io ho una mia storia, che non rinnego, anzi rivendico. Credo nella militanza giornalistica, e non vi rinuncerò. Intendo dire come la penso sui vari argomenti. Ma basandomi su dati, fatti, numeri; non su pregiudizi ideologici».

Floris si è scontrato con Renzi. Anche lei finora è stato molto critico con il premier. In Rai quale linea sceglierà?
«Da giornalista, voglio trattare tutti i politici allo stesso modo. Non considero Renzi e Berlusconi uguali, ma la mia coscienza mi impone di adottare nei confronti di tutti i poteri lo stesso metro di giudizio».

(Leggi tutta l’intervista sulla rassegna stampa di Treccani)