Telecom dopo che è andata male con GVT

La situazione e gli scenari per l'azienda e il suo management nei commenti dei due maggiori quotidiani

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse18-06-2014 RomaForum sullo sviluppo della rete a banda larga in ItaliaNella foto Marco PatuanoPhoto Fabio Cimaglia / LaPresse18-06-2014 Roma (Italy)Forum on the Development of Broadband in ItalyIn the photo Marco Patuano
Foto Fabio Cimaglia / LaPresse18-06-2014 RomaForum sullo sviluppo della rete a banda larga in ItaliaNella foto Marco PatuanoPhoto Fabio Cimaglia / LaPresse18-06-2014 Roma (Italy)Forum on the Development of Broadband in ItalyIn the photo Marco Patuano

Diversi osservatori delle questioni finanziarie e delle grandi imprese italiane oggi analizzano gli scenari possibili davanti a Telecom, dopo il fallimento della sua iniziativa per acquistare dal gruppo francese Vivendi la società telefonica brasiliana GVT (la storia era spiegata qui). Sul Corriere della Sera ne scrive Salvatore Bragantini:

Non si può non condividere l’angoscia del management, che dovrà gestire la società con un simile azionariato: quali che siano le sue capacità, neanche Superman riuscirebbe a tirar fuori Telecom dalla buca in cui i soci l’han ficcata! Costretta prima a cedere le proprie attività argentine, la compagnia si trova ora sbarrata la porta in Brasile, per scelta del suo principale azionista passato e del suo possibile principale azionista futuro.

Su Repubblica invece la situazione è descritta da Giovanni Pons, esperto studioso delle cose Telecom da anni.

Le conseguenze del risiko brasiliano delle tlc, che ha visto Telefonica prevalere su Telecom Italia in una gara di offerte al rialzo per assicurarsi la brasiliana Gvt, sono tutte da scoprire. I risultati più evidenti, al momento, sono due: il manager spagnolo César Alierta è stato indotto a pagare un asset strategico molto più del suo reale valore, circa 2,5 miliardi in più e ora dovrà farlo fruttare al massimo; l’ad di Telecom Marco Patuano deve trovare una nuova strategia da presentare ai mercati dopo il fallimento dell’acquisizione brasiliana che avrebbe alimentato una buona storia di crescita in un mercato che vale 70 miliardi. Il vincitore sicuro della battaglia è risultato il gruppo Vivendi e il suo presidente Vincent Bolloré che ha saputo sapientemente pilotare al rialzo le offerte dei due contendenti. E tra qualche tempo si dovrebbe trovare con 10 miliardi in cassa, una partecipazione di minoranza nella Telefonica brasiliana e un 8,3% di Telecom Italia. Una situazione ideale da cui potrebbero scaturire altre mosse al momento tutte ipotetiche. Nel mezzo ci sono i tempi di esecuzione della fusione Vivo-Gvt e il processo per ottenere le autorizzazioni dalle autorità brasiliane, che non avevano nascosto una certa preferenza per la fusione Tim Brasil-Gvt.

(continua a leggere sulla rassegna stampa del sito Diritti Globali)

(foto: l’amministratore delegato di Telecom Marco Patuano a un convegno lo scorso giugno, Fabio Cimaglia/LaPresse)