Che succede con Telecom e il Brasile

Un groviglio di complicità e concorrenze con aziende francesi e spagnole spiega come mai Telecom voglia comprare una nuova società, e cosa c'è in ballo

Telecom, la principale società di telecomunicazioni italiana che controlla la rete fissa, è in trattativa per acquistare GVT, un importante operatore brasiliano che offre connessioni a banda larga, TV via cavo e telefonia fissa. Si tratta di una trattativa molto importante e complicata, in cui Telecom deve controbattere ad un’offerta della compagnia spagnola Telefonica per la stessa GVT. Come risultato di queta acquisizione, Telecom potrebbe diventare la società controllante di GVT, ottenendo quindi una grossa fetta del mercato brasiliano e il controllo di un’azienda che sta facendo buoni profitti in Brasile. Come parte dell’accordo, Telecom potrebbe avere un nuovo azionista di maggioranza relativa, la società francese Vivendi, che attualmente controlla GVT.

La questione potrebbe cambiare in maniera sensibile la proprietà di una delle più importanti società italiane. Andiamo con ordine: GVT, come abbiamo visto, è uno dei principali operatori telefonici di rete fissa in Brasile. È considerata un’azienda solida e profittevole e con buoni margini di crescita. GVT è posseduta per quasi il 100 per cento da Vivendi, una grande società francese che si occupa di telecomunicazioni, film e musica (tra le società di cui Vivendi è proprietaria ci sono la televisione a pagamento Canal + e la casa discografica Universal Music). Da diversi mesi Vivendi ha annunciato di voler vendere parte delle sue quote in GVT e almeno da febbraio si parla di un possibile interessamento di Telecom nell’acquisto.

Telecom, infatti, ha già grossi interessi in Brasile, tramite la società TIM Participações (più nota come TIM Brasil), uno dei più grandi operatore di telefonia mobile brasiliana, con circa 70 milioni di abbonati e una piccola presenza anche nel mercato di internet. TIM Brasile è una delle società più importanti e preziose tra quelle controllate da Telecom e si trova in uno dei mercati con le migliori prospettive di crescita. L’Italia, l’unico altro paese dove Telecom è presente in maniera significativa, ha un mercato in crisi da anni e secondo la società non si riprenderà per ancora molto tempo. TIM Brasil, invece, potrebbe espandersi ulteriormente con la fusione di GVT, soprattutto nel comparto internet e fibre ottiche. Unire telefonia mobile con banda larga e telefonia fissa sarebbe una buona combinazione, secondo molti analisti. Inoltre i margini di TIM Brasil, probabilmente, non cresceranno molto rapidamente nei prossimi anni a causa di un cambio nei regolamenti brasiliani che impedirà alla società di guadagnare facendo pagare ai suoi clienti un costo fisso per le telefonate che ricevono da altri operatori (per legge entro il 2019 questo costo dovrà essere azzerato).

Ma c’è anche un altro motivo – a complicare le cose – che ha spinto Telecom ad annunciare ufficialmente l’intenzione di fare un’offerta per acquistare GVT. All’inizio di agosto Telefonica, che è una grande società spagnola che possiede Telefonica Brasil (il marchio commerciale di Telefonica Vivo), uno dei principali concorrenti di TIM Brasil, ha offerto a Vivendi 6,7 miliardi di euro per acquistare GVT. Telefonica Brasil è una società molto più grande di Tim Brasil: ha otto volte più dipendenti e fa il doppio di fatturato e utile. È attiva soprattutto nella telefonia mobile, ma ha interessi anche in quella fissa e nella banda larga. Secondo molti esperti, se Telefonica riuscisse ad acquistare GVT otterrebbe una presenza molto sostanziosa nelle linee fisse e internet proprio in un periodo in cui la banda larga sta crescendo moltissimo (le autorità antitrust brasiliane, però, potrebbero non essere del tutto d’accordo con l’affare). In questo modo, TIM Brasil verrebbe di fatto quasi esclusa da questo mercato che è probabilmente uno dei più interessanti del momento. Come ha scritto il Wall Street Journal: «Telecom non può permettersi di essere sfidata in Brasile che è il suo unico mercato significativo oltre all’Italia».

Il problema di Telecom è che è una società estremamente indebitata e non ha il denaro sufficiente a superare l’offerta di Telefonica. Per questo motivo la società italiana è costretta ad offrire altro in cambio di GVT. I dettagli ancora non sono stati decisi, ma pare che Telecom in cambio di circa il 51 per cento di GVT offrirà tra il 10 e il 25 per cento delle azioni della stessa Telecom più un altro dieci per cento circa di Telecom Brasil (in questi giorni c’è ancora molta incertezza e alcuni media hanno scritto che forse Telecom potrebbe accontentarsi di una quota di minoranza in GVT). Negli ultimi giorni, secondo alcune ipotesi, a questa offerta potrebbero accompagnarsi anche 2,4 miliardi di euro in contanti. Qui la questione si complica ulteriormente: prima di tutto effettuare questo scambio non è semplice visto che ci sono di mezzo i sistemi legali di paesi diversi. Ma soprattutto, cedere a Vivendi fino al 25 per cento delle azioni di Telecom significherebbe dare alla società francese una quota molto importante e quasi decisiva della stessa Telecom. Attualmente l’azionariato di Telecom è molto diffuso e più del 70 per cento delle azioni sono in mano ad azionisti individuali (che dominano il consiglio d’amministrazione, con nove consiglieri su tredici). Il restante 20 per cento, per giunta, è in mano alla Telco, una società che è controllata da Telefonica, cioè la stessa società con cui Telecom è in gara per cercare di acquistare GVT (i suoi rappresentati, comunque, non potranno votare sulle decisioni che riguardano l’acquisto di GVT a causa del conflitto di interessi). Telco ha da tempo annunciato di dover diminuire la sua quota in Telecom e nella prima offerta fatta a Vivendi per GVT, oltre ai 6,4 miliardi di euro, era compreso anche l’8 per cento delle sue azioni in Telecom.

Al momento è ancora abbastanza presto per dichiarare che “gli stranieri hanno messo le mani su Telecom”, anche perché già oggi, come abbiamo visto, il 20 per cento di Telecom è di proprietà straniera (in mano a Telco), mentre più del cinquanta per cento delle azioni sono possedute da investitori istituzionali esteri (gli italiani contano più o meno per il 20 per cento). Inoltre, in alcuni recenti consigli di amministrazione, i consiglieri di Telco sono stati messi in minoranza dagli indipendenti (quei nove consiglieri che abbiamo visto prima) il che dimostra che possedere più o meno un quarto della società non ne garantisce necessariamente il controllo.
Cosa accadrà ora? Probabilmente Telefonica rilancerà la sua offerta, mettendo sul piatto dell’acquisizione di GVT anche partnership industriali di vario tipo. L’offerta definitiva di Telecom sarà formalizzata durante il prossimo consiglio d’amministrazione, il 27 agosto. Vivendi valuterà le due offerte in un consiglio d’amministrazione il giorno successivo, il 28 agosto. Difficilmente quel giorno uscirà una decisione definitiva e probabilmente la società darà incarico ai suoi consulenti di valutare quale delle due offerte sia la più conveniente.