Che cosa ha detto Renzi all’incontro con i parlamentari PD

La riunione è stata convocata dal presidente del Consiglio per spiegare a deputati e senatori l'agenda dei "mille giorni"

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse
14-07-2014 Roma
Matteo Renzi riceve Ilham Aliyev a Villa Pamphili
Nella foto Matteo Renzi

Photo Fabio Cimaglia / LaPresse
14-07-2014 Roma (Italy)
Matteo Renzi greets Ilham Aliyev in Villa Pamphili
In the photo Matteo Renzi
Foto Fabio Cimaglia / LaPresse 14-07-2014 Roma Matteo Renzi riceve Ilham Aliyev a Villa Pamphili Nella foto Matteo Renzi Photo Fabio Cimaglia / LaPresse 14-07-2014 Roma (Italy) Matteo Renzi greets Ilham Aliyev in Villa Pamphili In the photo Matteo Renzi

Alle 21.45 di martedì 15 luglio, Matteo Renzi – presidente del Consiglio e segretario del PD – ha incontrato deputati e senatori del Partito Democratico nell’aula dei gruppi alla Camera. La riunione è stata trasmessa in streaming ed era stata convocata da Renzi per spiegare il cosiddetto programma dei “mille giorni”, quello cioè del suo governo da qui alla fine della legislatura. Dopo Renzi sono intervenuti diversi deputati e senatori. La riunione è terminata poco prima di mezzanotte.

Renzi ha iniziato parlando del risultato elettorale alle europee: «Quel 40,8 per cento dovrebbe non farci dormire la notte, ma dovrebbe caricarci di una responsabilità straordinaria. I cittadini ci hanno dato l’opportunità di cambiare sul serio. Se non cambiamo davvero tradiamo gli italiani». Ha poi parlato di Europa e della necessità di non fare proclami, ma di creare «concrete occasioni di dialogo». Ha detto che tra agosto e settembre visiterà «dieci realtà particolari del territorio»: Napoli, Reggio e Gioia Tauro, L’Aquila, Piombino, Gela, Termini Imerese, Taranto, Olbia, il Sulcis e l’Emilia Romagna dove, ha detto «abbiamo dimostrato che grazie alla capacità di sindaci straordinariamente capaci e di un presidente della Regione che ha dimostrato cosa significa amministrare siamo usciti dalla crisi post-terremoto». Accanto a questi luoghi ci saranno «tre luoghi simbolici di tre progetti che parlano dell’Italia: Milano, Venezia e Firenze».

Rivolgendosi a senatori e deputati ha chiesto loro di «dare una mano, non per fare un girotondo». Ha detto di non chiedere «un tributo alla simpatia personale», ma un gesto di lealtà verso il Paese e una tempistica stringente sulle riforme: «Non sono qui per imporvi le mie idee ma per costringerci insieme a una tempistica stringente e a un impegno per il Paese. Inutile aprire le solite discussioni interne». Ha poi aggiunto che «il prossimo congresso del Pd sarà nel 2017, prima delle elezioni del 2018» e ha chiesto di fare «poche ferie perché abbiamo troppi decreti e c’è tanto lavoro parlamentare da fare». Ha parlato a grandi linee dei principali temi che vuole affrontare nei prossimi mille giorni: pubblica amministrazione, lavoro, terzo settore, giustizia, agricoltura e, soprattutto, scuola: «muri, docenti, programmi autonomia».