Lunedì 14 luglio è stato un altro giorno di tensioni e attacchi reciproci, il settimo consecutivo, tra Israele e Hamas: sulla Striscia di Gaza e anche a Hebron, in Cisgiordania, dove un ragazzo palestinese è rimasto ucciso in seguito a scontri avvenuti nella notte con alcune truppe dell’esercito israeliano.
L’esercito israeliano si trovava in Cisgiordania per l’arresto di 23 persone in relazione al rapimento e all’omicidio di tre ragazzi israeliani avvenuto il 12 giugno scorso, proprio nei pressi di Hebron, episodio che – insieme all’uccisione di un ragazzo palestinese, compiuta forse per ritorsione da un gruppo di ebrei estremisti – ha di fatto causato l’inizio della nuova fase del conflitto. Lunedì il portavoce del ministro della Salute di Gaza, Ashraf al-Qudra, ha detto che il numero dei palestinesi uccisi dall’inizio dell’operazione di Israele sulla Striscia di Gaza è salito a 174.
Nella giornata di lunedì Israele ha anche annunciato di avere abbattuto un drone nemico che stava sorvolando la sua costa meridionale, e che è la prima volta che si trova a che fare con un’arma del genere, il cui utilizzo è stato più tardi confermato e rivendicato da Hamas in un comunicato ufficiale (alcuni media hanno tuttavia ridimensionato la pericolosità del velivolo abbattuto dalla contraerea israeliana). È stato anche riferito del lancio di alcuni razzi dai territori del Libano e della Siria verso la Galilea occidentale, cui Israele ha risposto con il fuoco dell’artiglieria.
Nella tarda serata di domenica, secondo quanto riportato da molti siti di news, migliaia di palestinesi – circa 17mila, secondo l’ONU – avevano intanto abbandonato alcuni quartieri nel nord della Striscia di Gaza cercando ospitalità in alcuni rifugi allestiti dall’ONU, dopo che l’aviazione israeliana aveva avvertito la popolazione – tramite volantini lasciati cadere dagli aerei e telefonate – riguardo a un imminente e massiccio attacco aereo nell’area di Beit Lahia. Un ufficiale israeliano ha aggiunto che, nonostante gli avvertimenti alla popolazione, Hamas avrebbe ordinato ai residenti di non abbandonare la zona, in modo da disincentivare altri attacchi da parte di Israele.
Anche Alexander Marquardt, corrispondente di ABC, sta facendo circolare alcune immagini dei droni diffuse da un account Twitter apparentemente legato alle brigate Ezz Al-Din Al Qassam Brigades, l'ala armata di Hamas.
#Hamas Qassam brigades publishing photos on @qassamfeed of what looks to be an armed drone, they say over #Israel tdy pic.twitter.com/45NYTq5cl8
— Alexander Marquardt (@MarquardtA) 14 Luglio 2014
BBC ha ripreso un momento di un'intervista rilasciata domenica dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a CBS, brevemente interrotta da quello che sembra essere un allarme per un attacco aereo. Secondo le autorità israeliane, quasi mille razzi sono stati lanciati da Gaza verso Israele da martedì scorso.
Jenan Moussa, corrispondente dell'emittente televisiva araba Al Aan: «Credo che ci siano stati più tweet riguardo Gaza in questi ultimi due giorni di quanti non ce ne siano stati riguardo la guerra in Siria negli ultimi tre anni».
I think there are more tweets about #Gaza in these last couple of days than there were about #Syria war in last 3 yrs. #justsaying
— Jenan Moussa (@jenanmoussa) July 12, 2014
L'interno di una moschea a Gaza dopo i bombardamenti avvenuti nella notte tra domenica e lunedì.
“Le analisi geopolitiche sono delle versioni aggiornate, sempre un po’ al peggio, delle analisi geopolitiche di un anno o cinque o dieci anni fa. Il conflitto israelo-palestinese è diventato una figura retorica che indica qualcosa di irrisolvibile e ricorsivo” — La ripetitività della tragedia, dal blog di Christian Raimo sul Post.
Secondo quanto riportato da Haaretz e da altri corrispondenti, Hamas ha ufficialmente confermato di aver lanciato finora tre droni verso Israele, uno dei quali avrebbe raggiunto Kirya, un’ampia area nel centro di Tel Aviv che contiene molti palazzi governativi e una delle sedi centrali del ministero della Difesa. Il Guardian ha raccolto e pubblicato alcune immagini diffuse via Twitter da alcuni corrispondenti di altri giornali riguardo all'annuncio fatto da Hamas.
#Hamas claims it has launched 3 unmanned aerial vehicles into #Israel, 1 of which reached Israeli military HQ pic.twitter.com/XWziLJv2M1
— Zaid Benjamin (@zaidbenjamin) 14 Luglio 2014
Altro sui razzi lanciati dal confine con il Libano, già da qualche giorno: venerdì scorso le autorità libanesi hanno arrestato un uomo sospettato di aver lanciato i razzi relativi al primo dei tre attacchi, e hanno detto che appartiene a un “gruppo fondamentalista” di cui non è stato fatto il nome. Venerdì in un annuncio ufficiale Hamas aveva negato qualsiasi responsabilità per gli attacchi provenienti dal Libano. Il sud del Libano, da dove si ritiene siano stati lanciati i razzi degli ultimi giorni, è una roccaforte del movimento sciita libanese Hezbollah, in guerra con Israele nell'estate del 2006.
Intanto, secondo quanto riportato da una corrispondente di ABC, l'esercito israeliano avrebbe detto che il drone inviato da Hamas e abbattuto dalla contraerea era di piccole dimensioni e comunque non armato, forse inviato più per attirare l'attenzione dei media che non per provocare danni reali.
#Hamas drone was small, not armed, sent up for media attention, Sr #Israel military intelligence tells @MarthaRaddatz.
— Alexander Marquardt (@MarquardtA) 14 Luglio 2014
I missili lanciati dal Libano verso la Galilea occidentale nelle prime ore di lunedì, scrive Times of Israel, provenivano da una zona del sud del paese, vicino la città di Tiro, e le forze di difesa israeliane (IDF) hanno risposto con l'artiglieria. Non sono stati riportati danni a cose o persone, ma secondo l'esercito israeliano da venerdì scorso si tratta del terzo attacco del genere proveniente dal Libano.
Tre aggiornamenti sparsi, per non perdere nulla:
1. L’ONU ha detto che 17mila palestinesi del nord della Striscia di Gaza si trovano ora nelle sue strutture, dopo avere abbandonato le proprie case;
2. Israele ha risposto a missili lanciati dai territori del Libano e della Siria, lanciando altri missili;
3. Un razzo lanciato da Gaza ha colpito una centrale elettrica in Israele, che tra l'altro riforniva anche Gaza. Circa 70mila persone sono rimaste senza elettricità.
Soldati e carri armati israeliani sul confine tra Israele e la Striscia di Gaza. Negli ultimi due giorni fonti israeliane hanno detto di non escludere un possibile intervento via terra nella Striscia.
Intanto a Hebron, in Cisgiordania, come confermato da un giornalista del Guardian, un ragazzo palestinese di 21 anni è rimasto ucciso in alcuni scontri tra palestinesi e militari dell'esercito israeliano avvenuti nelle prime ore dell'alba, dopo che la scorsa notte alcune truppe israeliane avevano arrestato 23 persone in relazione al rapimento e all’omicidio dei tre ragazzi israeliani avvenuto il 12 giugno scorso proprio nei pressi di Hebron.
Il portavoce del ministro della Salute di Gaza, Ashraf al-Qudra, ha detto che il numero dei palestinesi uccisi dall'inizio dell'operazione di Israele sulla Striscia di Gaza è salito a 174. Il sito al Akhbar, giornale libanese considerato da molti vicino al movimento estremista Hezbollah, ha pubblicato i nomi di 172 persone uccise, qui.
Per chi non segue tutti i giorni Gaza e dintorni, segnaliamo l'account Twitter delle Forze armate israeliane, che pubblica molti aggiornamenti, foto e altro. Ovviamente, non è un account imparziale, ecco.
What life under fire looks like: a house in Be'er Sheva destroyed by a Hamas rocket earlier this week. pic.twitter.com/Oe9W8KW7zJ
— IDF (@IDFSpokesperson) July 14, 2014
In questa fotografia, scattata il 5 luglio scorso ad Ashkelon, una città costiera israeliana vicina al confine con Gaza, si capisce meglio di cosa parliamo quando parliamo di “Iron Dome”, il sistema di protezione antiaereo israeliano che intercetta una parte dei razzi in arrivo da Gaza, facendoli esplodere in aria prima che possano raggiungere terra.
Diplomazia-3, l'Unione Europea. L'UE ha fatto sapere che sta mantenendo i contatti con "tutte le parti nella regione" per arrivare a una tregua immediata a Gaza. Good luck.
Intanto, un consiglio per chi segue i fatti nella Striscia di Gaza: prima di indignarvi, controllate che le cose pubblicate su internet almeno siano autentiche. Se no succede come con queste immagini.
Video claims to be a funeral bombing in Gaza is actually from Zamalka, Syria in 2012 http://t.co/Y9EOghot1t http://t.co/KFXK6MP3G9
— Brown Moses (@Brown_Moses) 14 Luglio 2014
Lucio Caracciolo, direttore della rivista di geopolitica Limes ed esperto di cose mediorientali, ha spiegato in un articolo recente che non si tratta della solita crisi tra Israele e Gaza, sostanzialmente perché sta avvenendo in un momento in cui Hamas sembra abbia perso la capacità di controllare altri piccoli gruppi di estremisti che operano per conto loro, e anche perché il «Grande Medio Oriente si sta disintegrando» (in Iraq c’è il gruppo estremista dell’ISIS, in Siria c’è una guerra “tutti contro tutti” che ha già fatto un numero impressionante di morti e milioni di profughi).
Diplomazia-2, con altrettante scarse possibilità di successo. I ministri degli Esteri della Lega Araba si incontreranno questa sera al Cairo, la capitale dell’Egitto, per discutere dell’offensiva di Israele sulla Striscia di Gaza. Il ministro degli Esteri egiziano ha fatto sapere che l’incontro “ha lo scopo di trovare una soluzione e fermare gli attacchi contro i civili palestinesi e formulare una risposta comune tra gli arabi sulla questione”.
Fronte diplomazia, che durante le crisi a Gaza coinvolge sempre mezzo mondo. Iniziamo con il ministro degli Esteri britannico, William Hague, che ha scritto che oggi farà una dichiarazione al Parlamento sulla “necessità di un accordo che stabilisca una tregua” (non ci si aspetta nulla di rivoluzionario, comunque).
I will make a Statement to Parliament today on UK response to the crisis in #Gaza and the need for an agreed ceasefire
— William Hague (@WilliamJHague) 14 Luglio 2014
In diverse città israeliane – Ashdod, Mitzpe Ramon, Kiryat Malachi e Gan Yavne – sono suonate le sirene di allerta questa mattina, scrive Times of Israel. Diversi missili sono stati intercettati dal sistema di difesa Iron Dome. Il giornalista e blogger israeliano Ido Daniel ha twittato due foto dei danni che un razzo avrebbe provocato a Ashdod.
#Ashdod rocket hit scene: direct hit a car, 8yo boy lightly injured while running for shelter #IsraelUnderFire pic.twitter.com/nrtnHAUumk
— Ido Daniel (@IdoDaniel) 14 Luglio 2014
Le agenzie hanno cominciato a diffondere alcune foto di palestinesi che stanno ritornando nelle loro case nel nord di Gaza, dopo averle abbandonate in seguito agli avvertimenti di Israele riguardo ai bombardamenti della notte.
L’esercito israeliano ha diffuso un video che sembra mostrare un suo mezzo aereo militare che rinuncia ad attaccare un obiettivo dopo avere identificato dei bambini palestinesi sul tetto dell’edificio da colpire. La diffusione del video, suggerisce il Guardian, potrebbe essere legata alle accuse rivolte dall’ONU (qui il pdf) a Israele sul fatto che la maggior parte delle persone uccise dagli attacchi israeliani sono civili.
Negli ultimi giorni hanno fatto parecchio discutere alcune fotografie circolate molto su internet che mostrano alcune persone di Sderot, una città nel sud di Israele, mentre osservano dalla cima di una collina i bombardamenti su Gaza. Ci sono anche diversi giornalisti che utilizzano quella postazione per scattare buone fotografie. Dei non giornalisti presenti sulla collina si è molto parlato dopo che il giornalista llan Sørensen, inviato in Medio Oriente del giornale danese Kristeligt Dagblad, ha pubblicato una foto su Twitter e scritto: «Sderot cinema. Gli israeliani stanno portando le sedie a Sderot per guardare le ultime da Gaza. Battono le mani quando si sentono le esplosioni» (la foto di Sørensen ha avuto oltre 10mila retweet ed è stata ripresa da diversi siti di news del mondo).
Sderot è una città nel Distretto sud di Israele con oltre 24mila abitanti, lontana circa un chilometro dalla Striscia di Gaza. Dal 2001 è obiettivo continuo di attacchi di razzi provenienti dalla Striscia di Gaza.
Il Guardian ha pubblicato una mappa molto chiara di Israele, che mostra dove sono i luoghi di cui si è parlato di più negli ultimi giorni. Breve ripasso, per chi al weekend era al mare.
Beit Lahia: è una zona urbana nel nord della Striscia di Gaza che è stata colpita in maniera piuttosto massiccia ieri da una serie di attacchi di Israele. Secondo Israele il 30 per cento di tutti i razzi sparati negli ultimi giorni contro il suo territorio sono partiti proprio da questa zona.
Sudaniya: sabato le forze speciali israeliane hanno compiuto una breve incursione di terra per cercare di distruggere dei siti dai cui partono i razzi lanciati verso Israele. Haaretz ha scritto che c’è stato uno scontro armato con Hamas, e che tre combattenti di Hamas sono stati uccisi. Quattro soldati israeliani sono rimasti leggermente feriti, hanno detto fonti militari israeliane, che hanno aggiunto che l'operazione è riuscita.
Tuffah: è un quartiere di Gaza. Sabato pomeriggio qui sono stati uccisi 18 palestinesi da un attacco aereo israeliano che ha colpito una casa e una moschea. È stato l’attacco che ha fatto più morti da quando è cominciata la repressione di Israele. Nell’attacco è stato ucciso anche il capo della polizia Tayseer al-Batsh e altri membri della sua famiglia (domenica ci sono stati i funerali a Gaza, a cui ha partecipato un sacco di gente).
Tel al-Hawa: domenica mattina un attacco israeliano ha colpito diverse sedi della sicurezza e centrali di polizia controllate da Hamas. Nell’attacco sono rimaste danneggiate anche diverse case di civili: Tel al-Hawa è infatti un quartiere molto popolato nel sud di Gaza.
Hebron e Betlemme: diversi razzi lanciati da Gaza hanno raggiunto nei giorni scorsi le aree vicine alle due città della Cisgiordania, ha detto il portavoce dell’esercito israeliano. Sabato sera, mentre Hebron e Betlemme venivano raggiunte da quattro razzi, hanno suonato le sirene di allerta a Gerusalemme, per la terza volta da quando è iniziata la crisi.
Secondo quanto riportato da Haaretz, le forze di difesa israeliane (IDF) hanno colpito 42 obiettivi a Gaza nella notte tra domenica e lunedì. Un ufficiale ha aggiunto che, nonostante gli avvertimenti di Israele alla popolazione del nord della Striscia, Hamas avrebbe ordinato ai residenti di non abbandonare la zona, in modo da disincentivare altri attacchi da parte di Israele.
Due articoli di cose spiegate bene su Israele e Palestina, e rispettive rivendicazioni. 1: http://t.co/Ymy7j2Gtic 2: http://t.co/8Q7UIrZgP8
— Francesco Costa (@francescocosta) July 14, 2014
Israele ha detto di avere abbattuto un drone che stava sorvolando la sua costa meridionale. Secondo Israele, il drone è stato fatto partire da Gaza ed è stato abbattuto con un missile Patriot vicino alla città di Ashdod. Le autorità israeliane hanno detto che è la prima volta dall’inizio della crisi che si trovano di fronte a un’arma di questo tipo.
Dan Williams, inviato di Reuters in Israele e Palestina, ha scritto che Hamas ha rivendicato l'uso di diversi droni contro Israele. È suo anche quello abbattuto ad Ashdod.
The drone Israel downed near Ashdod was one of several launched from Gaza for "special missions against the Zionist interior," Hamas says.
— Dan Williams (@DanWilliams) 14 Luglio 2014
E a proposito di avvertimenti, negli ultimi giorni si è anche molto parlato del cosiddetto “roof-knocking”, una tecnica utilizzata dall’esercito israeliano per allontanare i civili dai luoghi che stanno per essere bombardati. Funziona più o meno così: un aereo o un drone spara un missile non esplosivo, più o meno inoffensivo, sul tetto di un casa per “avvertire” i suoi occupanti. Qualche minuto più tardi arriva la bomba vera e propria, che in genere distrugge l’edificio.
Nelle ultime ore migliaia di palestinesi stanno lasciando i territori del nord di Gaza dopo gli avvertimenti ricevuti dall'esercito israeliano fin dalle prime ore di domenica 13. L'esercito israeliano – tramite volantini lasciati cadere dagli aerei e telefonate – aveva detto alla popolazione civile che abita nell’area di Beit Lahia, di abbandonare la zona entro mezzogiorno ora locale, ma le prime notizie di un ordine di evacuazione erano già circolate nella serata di sabato.