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  • Giovedì 10 luglio 2014

I Mondiali di Vine

Come siamo finiti a guardare il calcio spezzettato, tagliato e incollato in loop da 6 secondi

Vine è un’applicazione per smartphone creata da Twitter: permette di girare con facilità video che possono durare al massimo sei secondi – ma non dev’essere necessariamente un’unica ripresa – e diffonderli sui social network. Esiste dal gennaio del 2013 e per molti mesi è stata usata solo da una nicchia, finché non ha trovato la sua strada per il successo: i video sportivi, del calcio in particolare. Durante i Mondiali di calcio, come spiega Davide Coppo sul sito di Undici, l’uso e la notorietà di Vine sono esplosi: tanti spettatori dei Mondiali riprendono i video col loro smartphone direttamente dalla televisione e li mettono online. La FIFA li fa rimuovere nel giro di poche ore, ma altrove anche le squadre e le istituzioni iniziano a fare degli esperimenti.

Il filmato inizia con il pallone che ha già terminato la parabola discendente ed è praticamente già attaccato al petto di James Rodríguez nel controllo propedeutico alla girata e al tiro al volo di sinistro che finisce sotto la traversa di Fernando Muslera. Dura tutto cinque secondi. Il sesto e ultimo secondo è un primo piano di James che corre verso il fondo del campo per esultare con i compagni di squadra, e poi più nulla, anzi, poi di nuovo: il pallone che ha già terminato la parabola discendente ed è praticamente già attaccato al petto di James Rodríguez, e così via. Il gol più bello, diciamo balisticamente, del Mondiale brasiliano è fruibile da un computer fisso o portatile, da un tablet o da uno smartphone in qualsiasi momento perché è un Vine. Tutti i gol del Mondiale brasiliano sono diventati Vine. Oltre a loro, oltre ai gol, anche altri momenti: David Luiz che dopo la partita persa dal Brasile 7-1 contro la Germania piange con gli occhi lucidi e cerca di balbettare delle scuse che però rimangono inintelligibili, perché i 6 secondi di limite tagliano le parole appena pronunciate; o lo stesso James Rodríguez che, tornato in Colombia,balla sul palco allestito per la Selección colombiana insieme a Pablo Armero un ritmo latino con due ragazze; l’arbitro canadese Joe Fletcher nel tunnel degli spogliatoi con le squadre cilena e spagnola prima di entrare in campo, protagonista del più classico “handshake fail” con il delegato Fifa Tony Baffour.

Il Mondiale 2014 è stato il Mondiale la cui fruizione è stata spezzettata, tagliata e incollata in loop in migliaia di Vine, il medium nato nel 2013 come un contenitore apparentemente vuoto di significanti o di utilizzi o di interpretazioni, e che ha prima segnato una piccola rivoluzione nella comicità amatoriale, e ora sta cambiando il modo in cui guardiamo il calcio. Gli highlights delle partite (del Mondiale in modo globale e massiccio, ma la tendenza è in corso già da mesi seppure in maniera ridotta) vengono condivisi su Twitter (proprietario di Vine) pochi secondi dopo essere stati effettivamente realizzati dal vivo. Come vengono estrapolate queste immagini? Qui c’è uno degli aspetti più sorprendenti del fenomeno dei “football Vines”: i filmati sono realizzati riprendendo lo schermo di una televisione o di un computer con uno smartphone: un medium che registra un medium che trasmette un evento. L’immediatezza della trasmissione e della condivisione è lo scopo primario, e per raggiungerlo viene sacrificata consapevolmente la qualità dell’immagine. Nei Vine che riprendono pezzi di partita i colori sono innaturalmente saturi perché quella saturazione è il risultato delle riprese fatte a uno schermo, a volte le linee della proiezione rendono ancora meno omogenee le immagini, i contorni sono sfocati per la vicinanza dell’obiettivo dello smartphone alla Tv, e a volte, a rendere il tutto ancora più innaturale, compaiono anche elementi di plastica che costituiscono “l’hardware”, cioè l’oggetto televisione. Nonostante la loro bruttezza, questi video vengono condivisi su Twitter e guardati (le visualizzazioni su Vine si chiamano “Loops”, perché i video sono circolari) da migliaia di persone, finiscono sulle più grandi testate sportive online del mondo, finché qualcuno non li cancella o non ne richiede la rimozione per violazione del copyright.

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