• Mondo
  • Giovedì 10 luglio 2014

Israele dice che ha ucciso 8 civili palestinesi in modo “non intenzionale”

Erano stati avvertiti del bombardamento e sono scappati, ma sono tornati quando il razzo era già partito

Smoke billows from buildings following an Israeli air strike in Gaza City on July 10, 2014. Israeli strikes on Gaza killed 31 people as a major air campaign entered its third day, with most of the bloodshed in the southern city of Khan Yunis. AFP PHOTO / MAHMUD HAMS (Photo credit should read MAHMUD HAMS/AFP/Getty Images)
Smoke billows from buildings following an Israeli air strike in Gaza City on July 10, 2014. Israeli strikes on Gaza killed 31 people as a major air campaign entered its third day, with most of the bloodshed in the southern city of Khan Yunis. AFP PHOTO / MAHMUD HAMS (Photo credit should read MAHMUD HAMS/AFP/Getty Images)

Negli ultimi dieci giorni i rapporti tra Israele e la Striscia di Gaza sono precipitati: i razzi lanciati dai miliziani di Hamas dalla Striscia di Gaza sono arrivati fino a Tel Aviv – era da parecchi anni che non colpivano così lontano – mentre Israele ha risposto con almeno 230 attacchi aerei, che stando alle autorità palestinesi hanno causato la morte di almeno 60 persone, tra cui donne e bambini. L’esercito israeliano ha diffuso un comunicato per dire che otto civili palestinesi sono stati uccisi per errore durante un bombardamento di Khan Yunis. È una decisione che paradossalmente rafforza sia i critici di Israele che i suoi difensori: da una parte fornisce argomenti a chi contesta le politiche militari di Israele, definendole rozze e aggressive; dall’altra fornisce argomenti anche a chi sostiene che – al contrario di Israele, come mostrerebbe questo annuncio – l’obiettivo di Hamas è uccidere sempre quanti più civili è possibile, invece che cercare di evitarli o avvisarli prima dei bombardamenti.

(Le foto della guerra a Gaza)

L’esercito israeliano ha detto che la morte degli otto civili è stata “non intenzionale”: i militari avevano deciso di bombardare la casa in cui si trovavano e avevano quindi avvertito la famiglia, prima con una telefonata e poi sparando sul soffitto un razzo privo di esplosivo. Di solito questo fa scappare i civili e permette ai militari di bombardare l’edificio – spesso perché si sospetta contenga armi o altri razzi: in questo caso perché era l’abitazione di un comandante di Hamas – senza mettere a rischio le persone; stavolta la famiglia sarebbe scappata ma sarebbe poi ritornata sui suoi passi, quando però il razzo israeliano era già partito. Secondo fonti palestinesi il razzo ha ucciso 25 persone e non otto.

Un alto funzionario dell’esercito ha detto ad Haaretz che i militari intendono continuare a bombardare le case dei leader di Hamas, e che quindi chi riceve un avviso al telefono o attraverso un colpo senza esplosivo farebbe bene ad abbandonare le case. C’è il problema che spesso Hamas usa i civili come scudi umani, portando civili sui tetti e dentro gli edifici dopo l’avviso di bombardamento: il militare ha detto ad Haaretz che anche in questo caso «quelle case saranno tirate giù».