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  • Mercoledì 18 giugno 2014

Il ragazzo rom rapito e picchiato a Parigi

In Francia se ne parla da giorni: ha 16 anni, è stato prelevato in un campo rom, picchiato e abbandonato nel carrello di un supermercato, perché sospettato di aver rubato

Des familles appartenant à la communauté rom quittent un terrain vague le 14 septembre 2007 à Nantes, avant de s'installer dans le camp de mobile-homes mis à leur disposition par la communauté urbaine de Nantes. Nantes métropole a transféré sous surveillance policière 35 familles de roms de Roumanie d'un bidonville vers un terrain équipé de mobile-homes et de caravanes, malgré l'hostilité des gens du voyage dont l'aire d'accueil est proche. AFP PHOTO FRANK PERRY (Photo credit should read FRANK PERRY/AFP/Getty Images)
Des familles appartenant à la communauté rom quittent un terrain vague le 14 septembre 2007 à Nantes, avant de s'installer dans le camp de mobile-homes mis à leur disposition par la communauté urbaine de Nantes. Nantes métropole a transféré sous surveillance policière 35 familles de roms de Roumanie d'un bidonville vers un terrain équipé de mobile-homes et de caravanes, malgré l'hostilité des gens du voyage dont l'aire d'accueil est proche. AFP PHOTO FRANK PERRY (Photo credit should read FRANK PERRY/AFP/Getty Images)

Aggiornamento 17.45 – Il quotidiano inglese Daily Telegraph ha pubblicato due foto del ragazzo rom picchiato alla periferia di Parigi. Attenzione: sono un pezzo della storia ma sono molto impressionanti. Le foto sono qui.

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Da qualche giorno le prime pagine dei giornali francesi si occupano della storia di un ragazzo rom di 16 anni rapito e picchiato in un quartiere periferico di Parigi da alcuni residenti, e che si trova ancora ricoverato in gravi condizioni all’ospedale Lariboisière. Il ragazzo si chiama Darius: è stato ritrovato da alcuni passanti privo di sensi nel carrello di un supermercato lungo la strada statale Nazionale 1, alla periferia della capitale, nel dipartimento della Seine-Saint-Denis.

Parigi rom

Secondo le prime ricostruzioni, Darius – che non era mai stato condannato, ma era noto alla polizia per alcuni furti – viveva con altre 200 persone in un campo rom abusivo che si era formato da poche settimane nella Cité des Poètes, un quartiere popolare alla periferia di Parigi. Venerdì 13 giugno, verso le 17.30, alcuni residenti del quartiere (quattro secondo la polizia giudiziaria, più di dieci secondo alcuni testimoni) sarebbero entrati nel campo con il volto coperto, dei coltelli e anche dei fucili, con l’intenzione di vendicarsi di Darius (l’ipotesi, non ancora confermata dalla polizia, è che l’avessero sorpreso a rubare). Avrebbero sparato dei colpi, senza ferire nessuno, avrebbero individuato il ragazzo e l’avrebbero infine caricato a forza su una Clio. La madre di Darius dice di aver ricevuto dal telefono del figlio una chiamata verso le 22.30 con una richiesta di riscatto di 15 mila euro. Ha dunque avvertito la polizia. Un’ora dopo Darius è stato trovato nel carrello di un supermercato, dopo essere stato evidentemente picchiato con violenza. Le persone che l’hanno soccorso hanno cercato di rianimarlo e poi hanno chiamato un’ambulanza. Darius è stato trasferito in ospedale con fratture multiple alla testa: è in pericolo di vita ed è in coma farmacologico.

Finora non c’è stato nessun arresto e le indagini sono ancora in corso (erano in funzione le telecamere a circuito chiuso del supermercato). Dalle tracce di fuliggine trovate sul corpo del ragazzo, si pensa sia stato portato in una cantina per essere picchiato. Dopo la notizia del linciaggio di Darius, il campo rom è stato immediatamente abbandonato. Le famiglie rom che lo abitavano si erano rifugiate in quel quartiere dopo che a fine maggio era stato chiuso un altro campo, nel vicino comune di Aubervilliers. Nel dipartimento della Seine-Saint-Denis, in 62 campi abusivi, vive la più grande comunità rom della regione, l’Ile-de-France, che a sua volta concentra il 39 per cento dei campi francesi (i dati provengono da uno studio del 2013 di una delegazione interministeriale che si occupa di senzatetto).

Secondo le associazioni che si occupano di rom, le violenze contro di loro sono in forte aumento da almeno due anni. Diversi analisti spiegano poi come in Francia non ci sia tanto una “questione rom”, ma una “questione populista”: come cioè nel dibattito pubblico si sia creato e diffuso in modo strumentale un discorso che scarica su questa e altre minoranze la violenza e la frustrazione dei cittadini. Secondo l’ultimo rapporto della Commissione nazionale dei diritti dell’uomo (CNCDH), musulmani e rom sono i «nuovi capri espiatori»; secondo un recente sondaggio citato nello stesso rapporto, l’87 per cento degli intervistati ritiene che i rom siano «gruppi separati dalla società francese». Nel 2012 la stessa risposta era stata data dal 77 per cento degli intervistati. Con l’arrivo della sinistra al governo e l’elezione nel maggio del 2012 del socialista François Hollande alla presidenza della Francia, le espulsioni e le evacuazioni di accampamenti illegali sono continuate come ai tempi di Sarkozy.

Le espulsioni degli immigrati clandestini in Francia sono regolate dall’OQTF (Obligation de quitter le territoire français), una legge del 2006. Gli sgomberi vengono ordinati invece dai tribunali locali, con due motivazioni principali: le condizioni igieniche precarie e l’occupazione illegale di edifici pubblici. La legge prevede infatti che quando un terreno è occupato illegalmente, il proprietario si rivolga alla giustizia e che la polizia applichi poi la sentenza. Tuttavia, una circolare interministeriale emessa alla fine di agosto 2012 aveva imposto alle autorità di “accompagnare” le persone che subiscono sgomberi forzati con la proposta di una sistemazione alternativa adeguata. Le ONG e le associazioni che lavorano con i rom affermano però che la circolare è rimasta nei fatti inapplicata o applicata solo parzialmente, e che i provvedimenti di sgombero vengono spesso condotti prima che agli occupanti venga trovata una nuova sistemazione. Accusano insomma Hollande di non aver mantenuto le promesse e di non aver trovato nei fatti una soluzione alternativa al problema.

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