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  • Venerdì 6 giugno 2014

L’operazione “felicità nazionale” in Thailandia

La giunta militare ha organizzato giornate di festa a Bangkok con cibo gratis, balli e canti per ingraziarsi la popolazione dopo il colpo di stato

To go with AFP Story 'Thailand-politics-army-propaganda',FOCUS by Amelie Bottollier-Depois
This picture taken on June 4, 2014 shows soldiers singing as residents pose for pictures at a military event organised to 'return happiness to the people' at Victory Monument, the site of recent anti-coup rallies in Bangkok. With free meals, music concerts and dancing soldiers, Thailand's junta is waging a propaganda offensive to encourage "national happiness" following a military coup that has severely restricted civil liberties. AFP PHOTO/Christophe ARCHAMBAULT (Photo credit should read CHRISTOPHE ARCHAMBAULT/AFP/Getty Images)
To go with AFP Story 'Thailand-politics-army-propaganda',FOCUS by Amelie Bottollier-Depois This picture taken on June 4, 2014 shows soldiers singing as residents pose for pictures at a military event organised to 'return happiness to the people' at Victory Monument, the site of recent anti-coup rallies in Bangkok. With free meals, music concerts and dancing soldiers, Thailand's junta is waging a propaganda offensive to encourage "national happiness" following a military coup that has severely restricted civil liberties. AFP PHOTO/Christophe ARCHAMBAULT (Photo credit should read CHRISTOPHE ARCHAMBAULT/AFP/Getty Images)

In Thailandia, dopo due settimane dal colpo di stato che ha portato al potere una giunta militare, l’esercito ha organizzato un’iniziativa inusuale e piuttosto bizzarra per aumentare il suo livello di gradimento tra la popolazione della capitale Bangkok: ha avviato un’operazione di propaganda per incoraggiare la “felicità nazionale”, con cibo gratis, concerti, balli e canti, a cui hanno partecipato anche i militari. L’obiettivo, scrive AFP, è quello di mostrare il “lato morbido” della giunta, dopo le restrizioni alle libertà civili imposte nelle ultime due settimane.

Il capo della giunta militare, Prayut Chan-ocha, ha detto in un recente messaggio televisivo: «Il popolo della Thailandia, come me, probabilmente non è stato felice per nove anni, ma dal 22 maggio c’è di nuovo la felicità». Come ha raccontato il quotidiano filo-governativo thailandese The Nation, Chan-ocha ha anche affidato a un’importante agenzia statale il compito di elaborare un “indice della felicità”. Nei giorni scorsi centinaia di thailandesi hanno partecipato alle iniziative organizzate dall’esercito: hanno ballato e cantato e si sono fatti fotografare assieme ai soldati, ai bambini è stato permesso di avvicinarsi e accarezzare i cavalli usati dalle forze di sicurezza, e in molti hanno potuto beneficiare di check-up medici gratuiti.

Nonostante l’operazione “felicità nazionale”, la giunta militare non ha ancora ridotto le limitazioni alle liberà civili introdotte nelle ultime due settimane, continuando a esercitare un controllo molto rigido sui mezzi di comunicazione nazionali: i media thailandesi, per esempio, sono costretti a interrompere a intervalli regolari i loro programmi per trasmettere i messaggi della giunta. Le persone arrestate per avere protestato contro il colpo di stato e a favore del ritorno a una specie di “normalità democratica” continuano a rischiare un processo in un tribunale militare. Paul Chambers, direttore del dipartimento della ricerca dell’Institute of Southeast Asian Affairs nella città thailandese di Chiang Mai, ha spiegato che si tratta di una campagna che si basa sul principio “della carota e del bastone”.

Il colpo di stato è stato annunciato in diretta televisiva dal generale Prayuth Chan-Ocha il 22 maggio scorso. Da quel momento in Thailandia c’è al potere una giunta militare che si fa chiamare “Consiglio per il mantenimento dell’ordine e della pace nazionale”, che non ha ancora chiarito se e quando ci saranno nuove elezioni. La crisi politica in Thailandia è iniziata nel novembre 2013, quando il principale partito di opposizione del paese cominciò a organizzare enormi manifestazioni a Bangkok per protestare contro una legge sull’amnistia presentata dal governo. Da quel momento è successo un po’ di tutto: ci sono state delle elezioni poi annullate, la rimozione del primo ministro Yingluck Shinawatra per abuso di potere e una legge marziale imposta dall’esercito poco prima del colpo di stato.