Il modello di business dei festival

È la vanità di autori e ospiti, spiega Beppe Severgnini, che regalano prezioso lavoro a costo zero

©Lapresse
30-05-2008 Cremona, Italia
Spettacolo
Festival del Racconto a Cremona.
Tre giorni dedicati a racconto, lettura, poesia e musica, con la presenza di vari artisti e scrittori tra i quali Beppe Severgnini,Gianpaolo Pansa,Gian Antonio Stella,Francesco Salvi,Paolo Tomelleri,Giorgio Faletti,Alberto Guareschi,Niccolò Ammaniti,Federico Moccia.
Nella foto: Beppe Severgnini e Gian Antonio Stella
©Lapresse 30-05-2008 Cremona, Italia Spettacolo Festival del Racconto a Cremona. Tre giorni dedicati a racconto, lettura, poesia e musica, con la presenza di vari artisti e scrittori tra i quali Beppe Severgnini,Gianpaolo Pansa,Gian Antonio Stella,Francesco Salvi,Paolo Tomelleri,Giorgio Faletti,Alberto Guareschi,Niccolò Ammaniti,Federico Moccia. Nella foto: Beppe Severgnini e Gian Antonio Stella

Nella sua rubrica sul Corriere della Sera, Beppe Severgnini spiega come sia «un’umanissima debolezza» a sostenere il variegato sistema dei festival in Italia, che sono organizzati e sponsorizzati dalle amministrazioni locali perché c’è la possibilità di «ottenere molto con poco».

Della Letteratura. Delle Letterature. Del Libro. Dei Libri. Del Libro Usato. Del Libro Internazionale. Del Libro per Ragazzi. Del Libro all’Orizzonte. Dell’Autore. Degli Autori. Del Libro con gli Autori. Dell’Inedito. Della Piccola e Media Editoria. Dell’Editoria Indipendente. Della Microeditoria. Del Giornalismo. Della Poesia. Della Marina. Del Noir. Del Giallo. Del Fumetto e dell’Animazione. Della Penna d’Oca (e del Byte). Dei Bambini (o Children che dir si voglia). Del Racconto. Delle Parole dello Schermo. Del Viaggio. Del Pensiero. Della Filosofia. Della Comunicazione. Di Cinema e Letteratura. Delll’Innovazione. Del Mondo Antico. Della Scienza. Della Mente. E poi: Internazionale, In Riva al Mare, A Piedi Nudi nel Parco, Sotto le Stelle, Sul Fiume, sulle Bocche.

Questa selezione dimostra una cosa: in Italia produciamo più festival che scandali, ed è tutto dire. Alcuni sono diventati i migliori d’Europa nel loro genere (Mantova per la letteratura, Perugia per il giornalismo). Molti sono buoni. Tutti sono volonterosi e, quasi sempre, pieni di gente. Il fenomeno è stato studiato, discusso, copiato. Le rivalità italiane si sono, infatti, festivalizzate. Se una città ha un festival, la città vicina non può farne da meno.

Cosa spinge il pubblico verso questi incontri? Il piacere di stare insieme, la confusione gioiosa, la gratuità e un po’ di serendipity: la voglia di trovare ciò che non si sta cercando (un libro, un’idea o un fidanzato, dipende). Nelle sagre – caposaldo della vita sociale italiana – si mangia, si beve, si balla. Nei festival si può ascoltare e guardare. Per chi ha problemi di colesterolo e coordinazione, una dignitosa soluzione.

(Continua a leggere sul Corriere della Sera)