Nuovi attacchi di Boko Haram in Nigeria
Ci sono decine di morti in tre villaggi vicino a Chibok, la città delle studentesse rapite; martedì a Jos due bombe avevano ucciso più di 100 persone
Mercoledì 21 maggio gli abitanti di tre villaggi della Nigeria del nord hanno confermato di aver subito un attacco da parte di alcuni miliziani di Boko Haram, nella notte tra martedì e mercoledì. Stando alle notizie raccolte da Associated Press, e comunicate da fonti dell’intelligence nigeriana in forma anonima, almeno 48 persone sono state uccise. Secondo altre fonti consultate da BBC i morti sarebbero almeno 26. I miliziani hanno assaltato diverse capanne, uccidendo chi trovavano al loro interno. Diversi abitanti sono riusciti a scappare e a nascondersi tra la vegetazione, da dove hanno visto i miliziani dare fuoco alle loro abitazioni. Uno dei tre villaggi interessati si trova a pochi chilometri di distanza da Chibok, la città dove sono state rapite circa 200 ragazze che si trovavano nel dormitorio della loro scuola. Di Boko Haram si è parlato molto in seguito a questo e ad altri attentati organizzati nei mesi scorsi.
Gli attacchi nella Nigeria del nord sono avvenuti a poche ore di distanza dagli attentati esplosivi nel centro del paese. Nel pomeriggio di martedì 20 maggio almeno 118 persone sono morte a causa di due esplosioni a Jos. Le esplosioni sono avvenute nei pressi di una stazione degli autobus e di un adiacente mercato e, oltre alle due forti onde d’urto, hanno causato l’incendio di diversi edifici complicando le operazioni di soccorso e di recupero dei feriti. Le bombe erano state nascoste in un furgone e in un minibus e sono esplose a circa venti minuti di distanza l’una dall’altra: quando è avvenuta la seconda esplosione, sul posto stavano già lavorando decine di persone per soccorrere i feriti dalla prima bomba.
Mercoledì sono proseguite le operazioni di recupero delle persone morte, molte delle quali sono rimaste sotto le macerie dopo le esplosioni. Le autorità locali non escludono che possano essere trovati altri morti nei punti intorno alle due esplosioni. I soccorsi nelle prime ore dopo gli attentati sono andati avanti lentamente a causa dello spesso fumo degli incendi che si sono sviluppati dentro alcuni edifici e automobili. Secondo le autorità locali la maggior parte delle persone morte erano donne, mentre non ci sono stime precise sulle decine di feriti.
Le due esplosioni di Jos per ora non sono state rivendicate ma secondo diversi osservatori è probabile che siano state organizzate dai militanti di Boko Haram, il gruppo terrorista jihadista presente soprattutto nel nord-est della Nigeria, e che ha come obiettivo l’imposizione della shari’a.
Fino a martedì la situazione a Jos era stata relativamente tranquilla, anche se la città aveva già subito altri attentati esplosivi in passato. Il giorno di Natale del 2011, Boko Haram rivendicò l’esplosione di alcune bombe in una chiesa e in altre due aree cittadine dove morirono circa 20 persone. La città si trova praticamente al confine tra i territori in cui vivono i cristiani, a sud, e i musulmani, a nord. La convivenza tra le diverse comunità non è sempre semplice e ci sono spesso scontri violenti tra gruppi armati.
Il presidente della Nigeria, Goodluck Jonathan, ha definito “crudeli e malvagie” le persone che hanno organizzato i due attentati esplosivi di Jos. Il governo ha annunciato che saranno rafforzati ulteriormente gli sforzi per combattere contro le milizie armate, soprattutto intorno al lago Ciad, con la partecipazione di soldati del Ciad, del Niger, del Camerun e della stessa Nigeria.
Nelle ultime settimane il governo nigeriano è stato criticato per i sistemi che sta utilizzando per contrastare Boko Haram, ritenuti insufficienti e non adatti per combattere gruppi che fanno guerriglia e organizzano attentati. Le associazioni umanitarie attive nel paese stimano che da inizio anno almeno 2000 persone siano morte per attentati e violenze dei miliziani.
foto: AP Photo/Stefanos Foundation