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  • Martedì 20 maggio 2014

Un mese di esami psichiatrici per Pistorius

Il giudice ha stabilito che dovrà rimanere in un istituto di salute mentale di Pretoria per 30 giorni: se non sarà dimostrata l'esistenza di un disturbo rischia l'ergastolo

Oscar Pistorius, listens as a court ruling is handed down that he would undergo psychiatric evaluation in Pretoria, South Africa, Tuesday, May 20, 2014. Pistorius is charged with the shooting death of his girlfriend Reeva Steenkamp on Valentine's Day in 2013. At back right is brother Carl Pistroius. (AP Photo/Siphiwe Sibeko, Pool)
Oscar Pistorius, listens as a court ruling is handed down that he would undergo psychiatric evaluation in Pretoria, South Africa, Tuesday, May 20, 2014. Pistorius is charged with the shooting death of his girlfriend Reeva Steenkamp on Valentine's Day in 2013. At back right is brother Carl Pistroius. (AP Photo/Siphiwe Sibeko, Pool)

Il giudice sudafricano che sta seguendo il processo contro Oscar Pistorius, l’atleta olimpico accusato dell’omicidio della fidanzata Reeva Steenkamp, ha stabilito che Pistorius dovrà sottoporsi a una serie di test psichiatrici in un istituto di salute mentale di Pretoria, il Weskoppies Psychiatric Hospital: l’esame dovrà stabilire se Pistorius potesse essere considerato penalmente responsabile al momento della morte di Steenkamp. Pistorius comincerà il suo periodo di osservazione al Weskoppies a partire dal 26 maggio prossimo: se sarà ritenuto colpevole dell’omicidio della fidanzata, a cui ha sparato in casa loro a Pretoria il 14 febbraio 2013, potrebbe essere condannato all’ergastolo. Il giudice che sta conducendo il processo è Thokozile Masipa.

I test psichiatrici dovranno determinare se l’accusato, al momento dell’uccisione, soffrisse di un qualche disturbo mentale o se fosse “capace di rendersi conto dell’illegalità del suo gesto”. Intanto il processo è stato sospeso in attesa dell’esito degli esami e riprenderà il 30 giugno. La tesi secondo cui Pistorius potesse essere ritenuto mentalmente disturbato al momento dell’omicidio della sua fidanzata era stata introdotta nei giorni scorsi dalla psichiatra Meryll Vorster, che testimoniando in aula aveva definito Pistorius un soggetto con «disturbo da ansia generalizzata», nato subito dopo l’amputazione delle gambe, avvenuta quando aveva circa un anno: «Penso che l’ansia generalizzata sia rilevante per il caso, ma è il giudice che dovrà decidere se questa ha influito sulle sue responsabilità», aveva detto la psichiatra, specificando però che i disturbi di ansia non avrebbero secondo lei influito sulla capacità di Pistorius di distinguere tra giusto e sbagliato.

Pistorius non ha mai negato di aver ucciso la fidanzata con quattro colpi di pistola, ma la sua versione è che si sia trattato di uno scambio di persona. Stando alla sua versione, dopo una cena a casa, lui e Reeva Steenkamp sarebbero saliti al piano superiore della casa in cui vivevano e sarebbero andati a dormire, intorno alle 22. Dopo essersi svegliato per il caldo, essere sceso dal letto senza protesi e aver sentito il rumore della finestra del bagno, Pistorius avrebbe preso da sotto il letto la pistola, avrebbe urlato ai presunti ladri di andarsene e sentendosi vulnerabile perché senza protesi (e «per paura di essere attaccato») avrebbe sparato i 4 colpi attraverso la porta del bagno. Non sentendo poi alcuna reazione, sarebbe tornato in camera, avrebbe infilato le protesi e con una mazza da cricket avrebbe sfondato la porta e scoperto il corpo. La versione dell’accusa è invece che Pistorius abbia ucciso la fidanzata alla fine di un violento litigio: l’avrebbe inseguita fino alla porta del bagno dove lei si era rifugiata, per spararle poi attraverso la porta.

Foto: AP Photo/Siphiwe Sibeko, Pool