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  • Venerdì 2 maggio 2014

Il deludente rapporto sul volo MH370

Lo ha diffuso il governo della Malesia, è scarno e lungo solo 5 pagine: ma mostra quanto tempo fu perso dopo la scomparsa dell'aereo prima di dare l'allarme

Giovedì 1 maggio il governo della Malesia ha diffuso il suo primo rapporto preliminare sul volo MH370 di Malaysia Airlines, scomparso l’8 marzo scorso mentre era in volo tra Kuala Lumpur (Malesia) e Pechino (Cina) con 239 persone a bordo. Il documento ha però lasciato perplessi buona parte degli analisti ed esperti di aviazione che hanno seguito la vicenda del volo MH370: il rapporto vero e proprio è lungo appena cinque pagine e, benché metta in ordine alcune informazioni circolate in modo confuso negli ultimi due mesi, non dà grandi informazioni aggiuntive su come andarono le cose il giorno in cui scomparve il Boeing 777. Dai documenti emergono comunque una certa impreparazione delle autorità di volo malesi a gestire simili emergenze e, in parte, la responsabilità di Malaysia Airlines nell’avere ritardato le operazioni di ricerca, dando informazioni errate sulla posizione del suo volo nelle prime ore dell’8 marzo.

L’ultima comunicazione radio tra l’aeroplano e il centro di controllo aereo di Kuala Lumpur avvenne all’1:19 del mattino (ora locale). I controllori di volo diedero istruzioni al volo MH370 per passare sotto la gestione radio della loro controparte in Vietnam, mentre l’aereo stava iniziando a sorvolare il Golfo della Thailandia. Qualcuno, non è chiaro se il pilota o il primo ufficiale, rispose salutando il centro di controllo malese con un semplice “Buonanotte, volo MH370”. Ma nei minuti seguenti l’aeroplano non si mise in contatto con il centro di controllo del Vietnam e successivamente sparì dai radar.

Stando alle informazioni contenute nel rapporto, per circa 17 minuti dalla fine della comunicazione con i controllori malesi, nessuno si preoccupò del silenzio del volo MH370. La condizione non era ancora allarmante, perché capita spesso che nel passaggio da un centro di controllo a un altro ci siano periodi di silenzio radio, soprattutto se si sta attraversando un tratto di mare da cui non è sempre facile mettersi in contatto via radio a terra.

All’1:38 del mattino, il centro vietnamita di Ho Chi Minh si mise in contatto con i controllori di Kuala Lumpur per informarli di non essere riuscito a comunicare con il volo MH370. Nei minuti seguenti confrontarono i dati in loro possesso e provarono a ricostruire, fino a dove era possibile, il tragitto dell’aeroplano sulla base dei dati radar. Per avere ulteriori informazioni, Kuala Lumpur confrontò i propri dati con quelli registrati da Malaysia Airlines, e stando al rapporto si perse tempo prezioso perché furono date informazioni fuorvianti.

La compagnia aerea alle 2:03 disse che il volo MH370 si trovava nello spazio aereo della Cambogia e che non si rilevavano particolari anomalie. L’informazione fu trasmessa anche al centro di controllo aereo vietnamita, che si mise in contatto con la sua controparte cambogiana per avere ulteriori conferme. Malaysia Airlines nei minuti seguenti confermò ulteriormente l’informazione, dicendo di avere scambiato alcuni dati con il suo volo. Era ormai passata circa un’ora dalla scomparsa del Boeing 777 dai radar quando al centro di controllo di Ho Chi Min vennero i primi dubbi sulle informazioni date da Malaysia Airlines: in Cambogia nessuno sapeva nulla del volo e non era previsto alcun passaggio sui cieli cambogiani dello stesso, almeno nel piano di volo.

In Malesia proseguivano intanto le comunicazioni tra il centro di controllo aereo di Kuala Lumpur e Malaysia Airlines. La compagnia aerea alle 2:35 del mattino diede un altro messaggio rassicurante: sulla base dei dati inviati automaticamente dall’aereo, il volo MH370 non segnalava anomalie e si trovava al largo delle coste del Vietnam, in una rotta compatibile con quella seguita abitualmente per raggiungere Pechino.

Solo alle 3:30, Malaysia Airlines chiarì meglio la natura delle informazioni in suo possesso: si trattava di dati sulla posizione e l’andamento previsti del volo, sulla base della velocità e della rotta che stava seguendo quando comunicò per l’ultima volta, non di informazioni sulla sua effettiva posizione. Nonostante la rettifica della compagnia aerea, per altre due ore non fu dato alcun tipo di allarme. I centri di controllo aereo della Malesia, del Vietnam e Malaysia Airlines continuarono a comunicare, confrontando le loro informazioni per capire dove fosse finito il volo MH370. Furono consultati anche i centri di controllo di Singapore, Hong Kong e di Pechino, senza ottenere informazioni.

Alle 5:20 del mattino, si legge sempre nel rapporto, un funzionario malese disse sulla base delle informazioni radar in suo possesso che probabilmente il volo MH370 non aveva mai abbandonato lo spazio aereo della Malesia. Dieci minuti dopo, il controllo aereo di Kuala Lumpur decise di dare l’emergenza contattando le autorità competenti. Erano passate circa 4 ore dall’ultima comunicazione verbale con l’equipaggio del volo MH370.

Dopo i primi giorni di ricerche nel Golfo della Thailandia, le autorità malesi diffusero un’informazione sorprendente: sulla base dei dati raccolti dai radar militari, un oggetto volante con caratteristiche compatibili a quelle di un Boeing 777 fu captato mentre stava sorvolando la penisola della Malesia, diretto a ovest verso lo stretto di Malacca, su una rotta opposta rispetto a quella prevista dal volo MH370 verso la Cina. Nel rapporto il ruolo dei militari è però poco enfatizzato e non vengono date ulteriori informazioni, utili per capire come mai nessun responsabile militare dello spazio aereo si accorse di nulla la notte in cui scomparve il volo di Malaysia Airlines.

Il rapporto diffuso dal ministero del Trasporti della Malesia è lo stesso che il governo malese aveva consegnato alcuni giorni fa, in forma riservata, all’Organizzazione internazionale dell’aviazione civile, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di coordinare e sviluppare il volo aereo civile in tutto il mondo. È stato valutato deludente da buona parte degli osservatori, soprattutto se confrontato con rapporti diffusi in passato in casi simili, come avvenne per esempio nel 2009 quando il volo Air France 447 scomparve mentre era in viaggio dal Brasile verso la Francia. Il rapporto preliminare dell’incidente era di 128 pagine e conteneva informazioni molto dettagliate sulle ultime ore di volo dell’aeroplano. Il rapporto malese si conclude con l’invito all’Organizzazione internazionale dell’aviazione civile per aprire un confronto sulla necessità di installare a bordo degli aeroplani sistemi più efficaci per monitorare, tramite satellite, i loro spostamenti in qualsiasi istante del loro viaggio.

Nella documentazione fornita dal governo malese c’è anche una mappa che mostra gli spostamenti noti del volo MH370, sulla base dei dati radar, fino a quando raggiunse lo Stretto di Malacca. Sono anche mostrati i probabili spostamenti successivi del volo, sulla base di alcuni dati satellitari, verso sud che lo portarono nell’Oceano Indiano al largo delle coste occidentali dell’Australia. Nella zona, sono attivi da settimane decine di navi, un drone sottomarino e diversi aeroplani da ricognizione, alla ricerca dei rottami del Boeing 777 e delle sue scatole nere. Ma per ora le ricerche non hanno portato a risultati concreti.

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