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  • Giovedì 1 maggio 2014

Narendra Modi nei guai per un selfie?

Il candidato in grande ascesa alle elezioni indiane ha twittato una sua foto al seggio: è accusato di aver violato la legge che impedisce di fare propaganda durante il voto

India's main opposition Bharatiya Janata Party(BJP) prime ministerial candidate Narendra Modi takes selfie by his mobile after casting his vote in Ahmadabad, India, Wednesday, April 30, 2014. (AP Photo/Ajit Solanki)
India's main opposition Bharatiya Janata Party(BJP) prime ministerial candidate Narendra Modi takes selfie by his mobile after casting his vote in Ahmadabad, India, Wednesday, April 30, 2014. (AP Photo/Ajit Solanki)

Mercoledì la polizia dello stato indiano del Gujarat ha aperto un’inchiesta contro Narendra Modi, capo del governo dello stato e candidato a primo ministro del paese dal Partito Popolare Indiano (Bharatiya Janata Party, BJP) di orientamento nazionalista indù e conservatore, sfidante del Partito del Congresso e considerato in grandissima ascesa. Modi è accusato di essersi scattato un selfie dopo aver votato in un seggio ad Ahmadabad, in cui mostra il simbolo del partito, un fiore di loto, e l’indice sporco di inchiostro, e di aver quindi violato la legge indiana che proibisce la propaganda elettorale il giorno delle elezioni. Il suo tweet è stato ritwittato più di 3.000 volte mentre l’hashtag #SelfieWithModi era al secondo posto tra i Twitter trends nella maggior parte degli stati indiani.

 

Modi ha anche tenuto un discorso in cui ha deriso il Congresso nazionale indiano – il principale partito sfidante del BJP – e il suo candidato, il 43 enne Rahul Gandhi, figlio della presidente del partito Sonia Gandhi. Modi ha spiegato che tutti i leader del Congresso si sono defilati dalla campagna elettorale e che «dopo aver analizzato il processo elettorale e le posizioni degli elettori finora, posso dire che questa volta niente può salvare il governo della madre e del figlio: un governo forte arriverà al potere. Tutti i cittadini devono prendere parte alla festa e rafforzare la democrazia». L’inchiesta è stata aperta dal capo della polizia del Gujarat PC Thakur in seguito alle richieste della Commissione elettorale. La pena massima per aver violato il divieto è di due anni di prigione oppure una multa elevata, ma è improbabile che Modi venga incriminato: in India i politici affrontano spesso cause penali che raramente arrivano in tribunale.

Le elezioni per il rinnovo della camera bassa del parlamento (Lokh Saba) sono iniziate lo scorso 7 aprile e si concluderanno il 12 maggio. Si svolgeranno in nove fasi – vista la complessa suddivisione amministrativa del territorio e le difficoltà legate al mantenimento dell’ordine pubblico – e la fine del conteggio dei voti è prevista per il 16 maggio. Si tratta di un evento rilevantissimo per il numero delle persone che saranno chiamate al voto (quasi 815 milioni) e perché ci si attende un risultato di portata storica che determinerà il futuro di una delle più importanti ed emergenti economie del mondo. Mercoledì si è svolta la settima fase del processo elettorale: gli aventi diritto al voto erano 140 milioni di persone e i seggi in ballo 89, di cui 26 per il Gujarat. Le elezioni si sono tenute, oltre che nello stato governato da Modi, in Punjab, Bihar e Bengala occidentale, e in 14 circoscrizioni dell’Uttar Pradesh, lo stato indiano più popoloso dell’India, tra cui Rae Bareli, dove è candidata Sonia Gandhi.

Narendra Modi si scatta un selfie dopo aver votato ad Ahmadabad, 30 aprile 2014. (AP Photo/Ajit Solanki)