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  • Giovedì 1 maggio 2014

Un mercato di Aleppo è stato bombardato

Sono morte almeno 33 persone, dice un'organizzazione vicina ai ribelli siriani: nel frattempo, Assad ha depositato la sua candidatura per le elezioni del 3 giugno

A Syrian woman walks past the burning wreckage of a car following reported air strikes by government forces on May 1, 2014 in the Halak neighbourhood in northeastern Aleppo. According to the Syrian Observatory for Human Rights, at least 33 civilians were killed in the attack. AFP PHOTO / AMC / KHALED KHATIB (Photo credit should read KHALED KHATIB/AFP/Getty Images)
A Syrian woman walks past the burning wreckage of a car following reported air strikes by government forces on May 1, 2014 in the Halak neighbourhood in northeastern Aleppo. According to the Syrian Observatory for Human Rights, at least 33 civilians were killed in the attack. AFP PHOTO / AMC / KHALED KHATIB (Photo credit should read KHALED KHATIB/AFP/Getty Images)

Almeno 33 persone sono rimaste uccise giovedì primo maggio in un bombardamento aereo in un quartiere settentrionale di Aleppo in mano ai ribelli che combattono contro il governo di Bashar al Assad. La notizia è stata data dall’Osservatorio siriano per i diritti umani. Ci sarebbero anche diversi feriti: l’obiettivo delle forze governative era il mercato di Halak dove diversi ambulanti vendevano taniche di combustibile per generatori elettrici che hanno preso fuoco dopo l’attacco. Il gruppo di attivisti Aleppo Media Center (AMC) ha detto che i morti sarebbero più di 40 e che due edifici residenziali sono stati completamente distrutti: poiché da diversi mesi il quartiere di Halak non subiva attacchi aerei, molte persone provenienti da altre zone si erano trasferite lì, alla ricerca di una maggiore sicurezza.

I quartieri di Aleppo in mano ai ribelli sono oggetto di attacchi aerei dalla metà di dicembre scorso. Ieri, mercoledì 30 aprile, almeno 18 persone, tra cui 10 bambini, erano rimaste uccise in un bombardamento in una scuola di Aleppo. Le organizzazioni in difesa dei diritti umani denunciano da tempo l’utilizzo di barili bomba da parte dell’aviazione del regime siriano: si tratta di bombe non “guidate”, solitamente lanciate da elicotteri che viaggiano ad altezze elevate per evitare il fuoco da terra. Questo tipo di bomba può provocare danni su un territorio più esteso rispetto a una bomba “convenzionale”, e poiché non può essere indirizzata specificamente verso obiettivi militari finisce per colpire indiscriminatamente anche i civili.

Nel frattempo, è scaduto oggi il termine per la presentazione delle candidature alle presidenziali del 3 giugno. I candidati sono 24: tra di loro c’è anche Bashar al Assad. Gli oppositori del regime le hanno già definite una messa in scena, ricordando che i cambiamenti di alcune leggi impediranno di fatto alle opposizioni di essere rappresentate. La Costituzione del 2012 stabilisce infatti che si possano candidare in Parlamento solo le persone che ricevono l’esplicito sostegno di 35 parlamentari, attraverso una raccolta di firme. Un’altra legge impedisce di candidarsi a chi è vissuto negli ultimi 10 anni all’estero, cosa che di fatto esclude dalle elezioni tutti i componenti della Coalizione nazionale siriana delle forze dell’opposizione e della rivoluzione.