Un premio Pulitzer nei campi profughi siriani
Il fotografo di AP Khalil Hamra è andato in Giordania, dove centinaia di migliaia di siriani vivono in condizioni molto complicate
Nelle scorse settimane Khalil Hamra, uno dei cinque fotografi di Associated Press vincitori del premio Pulitzer 2013 nella categoria “Breaking News“, è stato in alcuni campi profughi della Giordania dove migliaia di persone si sono rifugiate durante gli ultimi tre anni a causa della guerra civile nella vicina Siria. Alcune fotografie sono state scattate nel campo profughi più grande di tutto il paese, quello di Zaatari, che si trova a circa 12 chilometri dal confine siriano e che ospita circa 106 mila profughi.
Di fatto il campo di Zaatari è una città divisa in distretti e allestita da circa due anni, in cui lavorano diversi operatori delle Nazioni Unite che si occupano di profughi. A causa del notevole sovraffollamento nel campo di Zaatari molti profughi sono andati via verso altri campi non ufficiali, allestiti nei dintorni di Amman, in cerca di condizioni di vita migliori e maggiori possibilità di lavoro. In uno dei posti fotografati da Hamra ci sono circa 100 tende, prese dal campo di Zaatari, e altre abitazioni provvisorie messe insieme utilizzando sacchi di riso e di farina: non c’è elettricità e non c’è acqua corrente, e i profughi devono fare affidamento ai contenitori d’acqua forniti dagli attivisti e, in genere, alla generosità dei residenti giordani.
Si calcola che in tutta la Giordania i profughi siriani siano circa 590 mila. Anche altri paesi della regione, comunque, devono affrontare da più di un anno il problema dei profughi siriani: in Libano, per esempio, arrivano mediamente 2 mila e 500 rifugiati al giorno (più di una persona al minuto) e sembra che i profughi siriani abbiano superato il milione.