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  • Mercoledì 26 marzo 2014

Chi è responsabile per il volo MH370?

La compagnia aerea potrebbe dover pagare un risarcimento totale di più di 40 milioni di dollari: ma ci sono alcune incognite anche su questo

di Andrea Tan, Bob Van Voris e Joe Schneider - Bloomberg News

> on March 25, 2014 in Beijing, China.
<> on March 25, 2014 in Beijing, China.

Come le ultime ore del volo MH370 di Malaysia Airlines rimangono misteriose, allo stesso modo anche la questione di chi porti la responsabilità per la scomparsa dell’aereo è per ora irrisolta. Una cosa è abbastanza chiara: le famiglie dei 227 passeggeri a bordo dell’aereo scomparso l’8 marzo scorso, mentre era in viaggio dalla Malesia a Pechino, possono ottenere un indennizzo dalla Malaysia Airlines System Bhd anche se l’aereo non è stato ritrovato. La compagnia aerea è infatti obbligata secondo i trattati internazionali a pagare una somma pari a 175 mila dollari (circa 127 mila euro) per passeggero, e forse anche di più.

Per ottenere di più, occorrerebbe prima localizzare il relitto dell’aereo e ricostruire una dinamica dell’incidente. Diverse ipotesi sono state avanzate per spiegare la scomparsa dell’aereo, inclusi il dirottamento, l’incidente volontario o l’incendio a bordo. Le prove di una qualsiasi di queste ipotesi potrebbero consentire ai familiari una citazione in giudizio. “La scomparsa del volo MH370 rimane un mistero. Le rivendicazioni legittime contro Malaysia Airlines no, non sono un mistero”, ha detto Robert Hedrick, un pilota e un avvocato specializzato in disastri aerei, di Seattle. “Se i rottami saranno localizzati, le prove potrebbero stabilire le responsabilità di altri soggetti”.

Il primo ministro della Malesia Najib Razak è sembrato ridurre il campo delle ipotesi lunedì, dicendo che, stando ai dati satellitari, l’aereo è precipitato nell’Oceano Indiano a Ovest di Perth, in Australia – ipotesi che esclude la teoria che l’aereo sia stato dirottato verso l’Asia. “È una posizione remota, lontana da qualsiasi possibile sito di atterraggio”, ha detto Najib in una conferenza stampa a Kuala Lumpur, citando un’analisi dei dati satellitari di Inmarsat e dell’Air Accidents Investigation Branch del Regno Unito.

Malaysia Airlines ha espresso le condoglianze alle famiglie dei passeggeri e ha detto in un comunicato di avere cercato di avvisare tutte le famiglie, per telefono e via sms, prima dell’annuncio del primo ministro. Il presidente di Malaysia Airlines, Md Nor Yusof, ha dichiarato martedì che l’aereo è andato perduto e che “nessuno dei passeggeri né dell’equipaggio è sopravvissuto”.

Circa due terzi dei passeggeri erano cinesi, e i loro familiari riuniti in un albergo di Pechino hanno reagito con dolore e rabbia. Un gruppo di familiari dei passeggeri ha condannato l’annuncio di lunedì perché fatto “senza alcuna prova diretta”. In un comunicato congiunto, il gruppo – che si autodefinisce “Parenti dei 154 passeggeri cinesi del volo MH370” – ha accusato la compagnia aerea, il governo malese e l’esercito malese di ritardi e occultamenti durante i primi 18 giorni dalla scomparsa dell’aereo, e ha detto di ritenere queste parti responsabili. “Le loro azioni spregevoli e spudorate hanno ingannato e distrutto il cuore dei familiari dei 154 passeggeri cinesi, fuorviato e ritardato le operazioni di ricerca, sprecato risorse umane e materiali, e portato alla perdita di tempo prezioso per i soccorsi”, si legge nel comunicato.

La Convenzione di Montreal del 1999, un trattato internazionale che tutela il trasporto aereo, richiede alle compagnie aeree di pagare i danni per ciascun passeggero ucciso o ferito in un incidente, anche se la causa è sconosciuta. In base a queste leggi, la responsabilità di Malaysia Airlines in questa vicenda potrebbe essere stimata intorno a una somma complessiva maggiore di 40 milioni di dollari.

Secondo la convenzione, le cause contro la compagnia aerea probabilmente si terrebbero in Cina e in Malesia, paesi d’origine di gran parte dei passeggeri sulla rotta Kuala Lumpur-Pechino, ed entrambi firmatari della convenzione. Il trattato stabilisce un risarcimento massimo di circa 175 mila dollari a persona se la compagnia aerea riesce a dimostrare che non si è trattato di negligenza, o che si è trattato di una responsabilità di una terza parte, per esempio di terroristi o del costruttore dell’aereo. Se non è possibile sostenere una difesa del genere, allora la responsabilità della compagnia potrebbe essere maggiore.

La migliore via per ottenere di più da parte dei parenti delle vittime sarebbe trovare un modo di perseguire una causa legale negli Stati Uniti, dove le sentenze e i risarcimenti possono essere più generosi che nei due paesi asiatici. “Gli Stati Uniti sono sempre la migliore soluzione per presentare una querela”, ha detto Hao Junbo, un avvocato che lavora a Pechino, specializzato in diritto aeronautico. “Le famiglie potrebbero provare a fare un tentativo lì. Il problema è che non risulta alcuna prova di collegamento con gli Stati Uniti, per intentare una causa legale lì”.

Un’ipotesi possibile per i querelanti, secondo gli avvocati, sarebbe sostenere una responsabilità della casa produttrice del Boeing 777, la Boeing Co., che ha sede a Chicago. Un portavoce della Boeing Co., John Dern, ha rifiutato di commentare qualsiasi questione riguardo eventuali responsabilità connesse al volo MH370. Se invece dovesse emergere il terrorismo come possibile causa, gli avvocati dei familiari dei passeggeri potrebbero cercare di chiedere risarcimenti ai movimenti terroristici e ai loro finanziatori.

Malaysia Airlines ha detto che mentre i suoi assicuratori stanno studiando la questione dei risarcimenti in base alla Convenzione di Montreal, l’azienda sta valutando la possibilità di un anticipo di pagamento a tutte le famiglie “nelle prossime settimane”. “La nostra priorità rimane quella di fornire qualsiasi tipo di assistenza alle famiglie dei passeggeri e dell’equipaggio”, ha detto la compagnia aerea in un comunicato.

La compagnia aerea ha detto di disporre di “un’adeguata copertura assicurativa in grado di soddisfare tutti i costi ragionevoli” del disastro, inclusa l’assistenza alle famiglie durante le ricerche. Malaysia Airlines ha già avanzato un’offerta di assistenza economica di circa 5 mila dollari a famiglia. Allianz – azienda di servizi finanziari con sede a Monaco, e principale assicuratore di Malaysia Airlines per l’aereo scomparso – ha detto di avere effettuato i primi versamenti su un conto fiduciario, per la responsabilità del velivolo e della compagnia aerea, come da prassi.

In alcuni precedenti le famiglie dei passeggeri morti negli incidenti ottennero dei risarcimenti prima che venisse chiarita la sorte dell’aereo scomparso, come nel caso del volo Air France 447, scomparso tra Rio De Janeiro e Parigi nel 2009. Passarono due anni prima che la scatola nera venisse ritrovata in fondo all’Oceano Atlantico, da cui gli investigatori appresero e ricostruirono i tentativi dei piloti di recuperare l’aereo da una situazione di stallo.

Nel caso del volo MH370 l’assenza di prove come i rottami, i dati di volo completi e le registrazioni della cabina di pilotaggio potrebbero rendere difficile per Malaysian Air scagionare se stessa ed evitare ulteriori danni, ha detto l’avvocato Hedrick. Un mistero irrisolto potrebbe però anche rendere molto difficile per le famiglie determinare altre eventuali responsabilità oltre quella della compagnia aerea.
In Malesia, così come in diversi stati americani, una persona dispersa può essere dichiarata morta dopo un’assenza di sette anni, senza alcuna prova di sopravvivenza. In Cina il periodo è di due anni, ha detto Hao, l’avvocato di Pechino.

Nel caso di disastri o altri incidenti in cui si presume la morte di qualcuno, i tribunali possono dichiarare morta una persona scomparsa nel giro di settimane o di mesi. Alcuni dei morti del volo Pan Am 103 – esploso a causa di una bomba e precipitato a Lockerbie, in Scozia, nel 1988 –, e anche molte delle persone morte l’11 settembre 2001 nell’attentato terroristico alle Torri gemelle, furono dichiarate morte anche se i corpi non furono ritrovati.

Secondo l’avvocato Hao, le famiglie dei passeggeri cinesi – il gruppo più numeroso a bordo – verosimilmente avvieranno le cause legali nel loro paese d’origine. “I tribunali e i giudici cinesi saranno più comprensivi e partecipi del dolore per le vittime cinesi”, ha detto Hao, che già rappresentò le famiglie di alcuni passeggeri morti in un volo della China Eastern Airlines precipitato nel 2004. Quella volta – in cui Hao difese le famiglie di 32 persone morte nell’incidente – fu il primo caso di una causa legale relativa a un incidente aereo a tenersi in un tribunale cinese. Hao ottenne un accordo economico, la cui entità non fu rivelata.

Secondo Ravindra Kumar – un avvocato di Kuala Lumpur, dello studio legale Raja, Darryl & Loh – la compagnia aerea potrebbe avere interesse ad accordarsi economicamente con le famiglie piuttosto che affrontare una causa legale. “Non credo che vogliano attirare ulteriore pubblicità, e vorranno certamente provare a risolvere tutto questo amichevolmente”, ha detto Kumar.

© Bloomberg

I familiari dei passeggeri cinesi del volo MH370 protestano davanti all’ambasciata malese a Pechino, in Cina, martedì 25 marzo 2014. (Lintao Zhang/Getty Images)