Gentile si è dimesso da sottosegretario

L'uomo più discusso del governo Renzi se ne va ad appena tre giorni dal giuramento: la storia, dall'inizio

Il sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti Antonio Gentile – nominato venerdì 28 febbraio, appena tre giorni fa – ha annunciato le sue dimissioni “nell’esclusivo interesse del Paese e nel rispetto del partito”, dicendo di essere oggetto di uno “stillicidio” per “motivi pretestuosi e strumentali”. Gentile è da giorni al centro di una vicenda di presunte pressioni da lui esercitate – tramite un mediatore – nei confronti di un editore calabrese affinché non venisse pubblicato sul quotidiano L’Ora della Calabria un articolo riguardo suo figlio. Gentile ha negato qualsiasi coinvolgimento nella vicenda e ha detto di aver “presentato querela contro i suoi detrattori il 26 febbraio, ben prima dell’attuale compagine governativa, con una comunicazione scritta al presidente Grasso”.

Quando è iniziata questa storia
Mercoledì 19 febbraio il giornale L’Ora della Calabria, uno dei principali quotidiani calabresi, non è uscito in edicola. Mercoledì stesso, durante una conferenza stampa organizzata nella redazione centrale del giornale, a Cosenza, il direttore Luciano Regolo ha detto di aver subito, nella serata di martedì, delle pressioni da parte del proprietario della tipografia che stampa L’Ora della Calabria, Umberto De Rose, affinché il giornale non andasse in stampa con un articolo su un’indagine riguardo al figlio del senatore del Nuovo Centrodestra Antonio Gentile.

A detta di Regolo il giornale non era stato pubblicato proprio perché conteneva quell’articolo, ma mercoledì stesso De Rose ha smentito la versione di Regolo sostenendo che il giornale non era andato in stampa per un problema tecnico alle rotative. L’articolo in questione raccontava di un’indagine in corso della procura di Cosenza a carico dell’avvocato Andrea Gentile, figlio di Antonio, per abuso d’ufficio, falso ideologico e associazione a delinquere relativamente alla sua attività di consulente per l’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza.

La notizia circolava già da qualche giorno tra i giornalisti che si occupano di cronaca giudiziaria locale: era già stata riportata nella serata di lunedì 17 sull’edizione online del settimanale Il Corriere della Calabria, e l’intera vicenda – l’indagine sul figlio di Gentile e la “presunta” censura dell’Ora della Calabria – è poi stata ripresa dai maggiori quotidiani locali praticamente tutti i giorni fino venerdì 28.

La pubblicazione della telefonata
Nel primo pomeriggio di venerdì 28, giorno della nomina dei sottosegretari del governo Renzi, L’Ora ha caricato su YouTube e pubblicato sul suo sito l’audio di una telefonata risalente alla serata di martedì 18 – il giorno prima della mancata pubblicazione del giornale – avvenuta tra l’editore del giornale Alfredo Citrigno e il proprietario della tipografia Umberto De Rose.

Cosa da sapere, prima di ascoltare la telefonata: De Rose, oltre che tipografo dell’Ora della Calabria è anche presidente della società finanziaria a capitale pubblico Fincalabra; il padre di Alfredo Citrigno – Pietro, imprenditore molto noto nella provincia di Cosenza – è il fondatore e precedente editore del giornale, è stato recentemente condannato per usura ed è accusato di estorsione in un altro processo. È a lui che sembrerebbe riferirsi De Rose (che a sua volta è accusato di evasione fiscale) quando durante la telefonata ricorda al figlio Alfredo i rapporti che la famiglia Gentile avrebbe con i “tribunali”.

Le polemiche e la versione di Gentile
La vicenda ha sollevato numerose polemiche e, comprensibilmente, la notizia della presunta “censura” ha guadagnato molto più spazio sui giornali nazionali soltanto in seguito alla nomina del senatore Gentile a sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti. Domenica 2 marzo la presidente della Commissione Antimafia ed ex presidente del Partito Democratico Rosy Bindi ha duramente criticato la scelta di nominare Gentile e aveva chiesto che venisse rimosso dall’incarico, unendosi a un ampio coro di critiche ricevute dal governo Renzi in merito a questo vicenda, da parte di giornalisti ed esponenti politici dell’opposizione (e anche del PD). Altre critiche sono arrivate dall’opposizione.

Gentile ha negato da subito qualsiasi coinvolgimento nella vicenda e, parlando di “macchina del fango” avviata dalla stampa contro di lui, ha detto di non aver “mai chiesto a nessuno di bloccare notizie su presunte indagini che riguarderebbero suo figlio e di cui lo stesso non è a conoscenza”, perché non è arrivata “nessuna comunicazione giudiziaria”.

La versione del direttore e dell’editore dell’Ora della Calabria
Il direttore Luciano Regolo ha ribadito la sua versione dei fatti, dicendo che il ruolo di mediatore di De Rose è comprovato da un SMS che il figlio di Gentile avrebbe mandato all’editore Alfredo Citrigno nella serata di martedì 18: «sosteneva di aver parlato con De Rose e poi lo ringraziava per quello che avrebbe fatto», ha detto il direttore Regolo, che ha poi citato un altro SMS in cui De Rose avrebbe scritto a Citrigno, riferendosi alla famiglia Gentile, “Ti hanno chiamato, non rispondi”.

Il capo della Procura di Cosenza ha confermato che è stata formalmente aperta un’inchiesta sulla vicenda ma ha detto che “non può dire ancora se ci siano degli indagati”. Oggi in un articolo sul Corriere della Sera l’editore Alfredo Citrigno ha raccontato dei passati rapporti tra suo padre Pietro e la famiglia Gentile, e ha detto che quello di Antonio Gentile è un attacco contro la famiglia Citrigno.

Nello stesso articolo, Paolo Pollichieni – che è l’attuale direttore del Corriere della Calabria (quello che ha dato per primo la notizia dell’indagine sul figlio di Gentile) – ha raccontato un po’ di cose sulla famiglia Gentile e sui loro rapporti con il presidente della regione Giuseppe Scopelliti, dicendo che in Calabria “non c’è ente pubblico dove non sieda un Gentile”: il fratello di Antonio, Pino, è assessore regionale alle Infrastrutture e ai Lavori pubblici ed è “sulla scena da almeno 35 anni”, e numerosi altri parenti sono impiegati in altri enti pubblici (la nipote di Antonio Gentile è stata vicesindaco di Cosenza).

Paolo Pollichieni è stato direttore dell’Ora della Calabria dal 2007 al 2010 (allora si chiamava Calabria Ora). In un’intervista con La Stampa ha raccontato che un’altra volta, il 20 luglio 2010, il giornale non andò in stampa perché “pubblicava in prima pagina la notizia degli incontri tra il governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti e un boss della ’ndrangheta”: anche allora si parlò di un guasto alle rotative e Pollichieni, che insinua che l’editore di allora (Pietro Citrigno) ne trasse vantaggi alla Regione, si dimise poco dopo.