La versione De Benedetti su Sorgenia

La risposta del presidente di CIR all'articolo del Corriere che domenica alludeva a possibili pressioni sul governo perché aiuti un'azienda di famiglia in grande difficoltà

Il Corriere della Sera ha pubblicato domenica 2 marzo un articolo di Fabrizio Massaro e Sergio Rizzo che raccontava della possibilità che Carlo De Benedetti, imprenditore ed editore del gruppo Espresso, avesse fatto pressioni sul nuovo governo per ottenere un aiuto finanziario a Sorgenia, una sua azienda che produce energia elettrica. Oggi Rodolfo De Benedetti, figlio di Carlo e presidente di CIR, ha risposto alle critiche contenute nell’articolo con una lettera pubblicata sul Corriere della Sera.

L’articolo di domenica collegava le presunte pressioni a Fabrizio Barca per entrare nel governo e i molti articoli critici di Repubblica riguardo il nuovo ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi – descritta come molto vicina a Silvio Berlusconi – a una volontà del gruppo CIR di fare pressioni affinché una persona considerata “vicina” come Barca gestisse la vicenda Sorgenia, che ha debiti per circa 1,9 miliardi di euro e che il governo potrebbe decidere di “salvare” con una norma chiamata capacity payment. De Benedetti ha però ricordato che suo padre «ha lasciato ogni incarico esecutivo in CIR nel 2009» e ha detto che il capacity payment è già stato applicato in passato e che oltre a Sorgenia potrebbe riguardare molte altre aziende.

Caro direttore,

l’articolo «Il premier, Sorgenia e il salvataggio pagato dallo Stato» (Corriere della Sera, 2/3/2014), mette insieme in modo improprio la situazione di Sorgenia e la necessità di ristrutturarne il debito, il capacity payment per i produttori di energia elettrica, le presunte pressioni nei confronti dell’ex ministro Barca e addirittura le nomine ai vertici delle aziende pubbliche.

Mi preme in primo luogo precisare che mio padre non ha alcun ruolo in Sorgenia: come ampiamente noto, ha lasciato ogni incarico esecutivo in Cir nel 2009 e un anno fa ha trasferito la quota di controllo del gruppo industriale ai miei due fratelli e a me. Mio padre, pertanto, non è in alcun modo coinvolto nella situazione di Sorgenia nè nelle trattative di recente intraprese per la ristrutturazione del suo debito, che vengono dal management di Sorgenia e, per quanto riguarda l’azionista Cir, dal sottoscritto e dall’amministratore delegato Monica Mondardini.

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foto: Roberto Monaldo/LaPresse