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  • Mercoledì 26 febbraio 2014

Manifestanti contro il fracking

Vicino a Manchester è stato aperto un pozzo di esplorazione per estrazione di gas naturale: le proteste vanno avanti da mesi

24 febbraio 2014 (Christopher Furlong/Getty Images)
24 febbraio 2014 (Christopher Furlong/Getty Images)

Da diversi mesi nel Regno Unito ci sono manifestazioni e proteste contro la pratica del fracking, una tecnica di estrazione del gas naturale dal sottosuolo molto contestata e discussa, ma sostenuta dal premier David Cameron che ha parlato della possibilità di nuovi posti di lavoro e di un abbassamento del costo dell’energia.

Martedì 25 febbraio due manifestanti che stavano tentando di bloccare l’ingresso dell’impianto di Barton Moss, a Manchester, sono stati arrestati; un agente è rimasto ferito mentre cercava di liberarli da un bidone pieno di sabbia, ma anche di filo spinato e frammenti di vetro, in cui si erano volontariamente intrappolati. Il commissario di polizia Tony Lloyd ha condannato l’azione dicendo che «sostiene il diritto alla protesta pacifica» ma che «un comportamento che potrebbe portare chiunque a farsi male è inaccettabile e ​​danneggia anche coloro che cercano di sollevare questioni legittime».

Negli ultimi anni, a partire dal 2007, le tecniche di estrazione come il fracking si sono sviluppate molto negli Stati Uniti e hanno portato a un vero e proprio boom petrolifero in stati come il North Dakota. Il fracking consiste nell’estrazione tramite fratturazione idraulica che avviene con acqua e additivi chimici ad alte pressioni dello shale gas, un gas naturale intrappolato in rocce a grana fine contenenti argille e limi.

Esistono però una serie di preoccupazioni ambientali legate all’utilizzo di questa tecnica: il grande consumo di acqua richiesto per lo sfruttamento dei pozzi, il consumo di suolo, l’impatto molto elevato sulla qualità della vita dell’area – a causa del continuo traffico di mezzi pesanti e dell’arrivo improvviso di centinaia di operai – e, soprattutto, il possibile inquinamento delle falde dovuto all’immissione di liquidi tossici nel terreno per fratturare le rocce. Secondo gli ambientalisti, inoltre, gli investimenti nel fracking potrebbero togliere risorse al mercato delle energie rinnovabili. Non è dimostrato invece alcun collegamento tra il fracking e i terremoti, come si è detto molto.

Le proteste contro il fracking sono iniziate lo scorso anno a Balcombe, un paesino di circa duemila abitanti nella regione del West Sussex, a sud di Londra dove la società Cuadrilla Resources ha costruito a poca distanza dell’abitato un pozzo di esplorazione e dove gli attivisti hanno creato un accampamento visitato e sostenuto anche da personalità celebri nel Regno Unito, come il comico Russell Brand e la stilista Vivienne Westwood. Nel frattempo, e nonostante le proteste, sono stati avviati progetti esplorativi anche in altre zone del paese: a Blackburn, nel Lancashire, e nell’impianto Barton Moss, a Manchester, dove dal novembre scorso una sessantina di manifestanti hanno creato un campo stabile di protesta che, dopo l’episodio di ieri, rischia ora di essere sgomberato.