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  • Mercoledì 19 febbraio 2014

Il video delle Pussy Riot picchiate dai cosacchi

La band russa aveva iniziato a esibirsi in una piazza a Sochi, quando sono arrivati i cosacchi con fruste e spray al peperoncino

Members of the punk group Pussy Riot, including Nadezhda Tolokonnikova in the blue balaclava and Maria Alekhina in the pink balaclava, are attacked by Cossack militia in Sochi, Russia, on Wednesday, Feb. 19, 2014. The group had gathered in a downtown Sochi restaurant, about 30km (21miles) from where the Winter Olympics are being held. They ran out of the restaurant wearing brightly colored clothes and ski masks and were set upon by about a dozen Cossacks, who are used by police authorities in Russia to patrol the streets. (AP Photo/Morry Gash)
Members of the punk group Pussy Riot, including Nadezhda Tolokonnikova in the blue balaclava and Maria Alekhina in the pink balaclava, are attacked by Cossack militia in Sochi, Russia, on Wednesday, Feb. 19, 2014. The group had gathered in a downtown Sochi restaurant, about 30km (21miles) from where the Winter Olympics are being held. They ran out of the restaurant wearing brightly colored clothes and ski masks and were set upon by about a dozen Cossacks, who are used by police authorities in Russia to patrol the streets. (AP Photo/Morry Gash)

Mercoledì cinque Pussy Riot sono state attaccate a Sochi, in Russia, mentre si stavano esibendo davanti a una parete promozionale delle Olimpiadi invernali. Gli assalitori, come mostra un video diffuso dall’agenzia Associated Press, sono dei cosacchi che si sono presentati muniti di fruste e spray al peperoncino: dopo l’attacco, le Pussy Riot hanno twittato e messo online dettagli e fotografie di quello che era successo (non sono state arrestate: hanno semplicemente spostato la loro esibizione da un’altra parte). Come hanno spiegato, stavano preparando un video per una nuova canzone di protesta, intitolata “Putin vi insegnerà come amare la vostra madrepatria”.

Maria Alyokhina, una delle due Pussy Riot recentemente scarcerate in Russia per ordine di Putin, ha twittato alcune fotografie che mostrano le ferite provocate dalle botte dei cosacchi sulla faccia di un sostenitore del gruppo che stava assistendo all’esibizione e altre ferite sul petto di Nadezhda Tolokonnikova, l’altra Pussy Riot arrestata e liberata a fine 2013. Tolokonnikova ha anche scritto che il marito, Pyotr Verzilov, è stato costretto ad andare in ospedale, perché non riusciva più a vedere dopo essere stato colpito con lo spray al peperoncino. Alyokhina e Tolokonnikova erano già state fermate dalla polizia russa per sette ore domenica, e per altre dieci ore lunedì.

Come spiega David Segal sul New York Times, i cosacchi fanno ufficialmente parte della sicurezza alle Olimpiadi di Sochi e alcuni di loro si spostano con gli abiti tradizionali: giacca nera, pantaloni neri, spalline bianche con il pelo, cappello a forma di torta (i vecchi indossano anche quelle che sembrano medaglie di guerra). I cosacchi discendono da un’antica comunità militare che controllava i confini russi in epoca zarista e sono ricordati per avere condotto i pogrom contro gli ebrei. Oggi si collocano per lo più su posizioni conservatrici e hanno aderito alla Chiesa Ortodossa russa.