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  • Mercoledì 12 febbraio 2014

Il fisico degli sciatori

Cosce grosse e sedere enorme, almeno nelle specialità alpine, per aumentare potenza e controllo: ma qualcosa sta cambiando

Canada's Jan Hudec takes part in a Men's Alpine Skiing Downhill training session at the Rosa Khutor Alpine Center on February 6, 2014, before the start of the Sochi Winter Olympics. AFP PHOTO / FABRICE COFFRINI (Photo credit should read FABRICE COFFRINI/AFP/Getty Images)
Canada's Jan Hudec takes part in a Men's Alpine Skiing Downhill training session at the Rosa Khutor Alpine Center on February 6, 2014, before the start of the Sochi Winter Olympics. AFP PHOTO / FABRICE COFFRINI (Photo credit should read FABRICE COFFRINI/AFP/Getty Images)

A chi in questi giorni o in generale si è fermato una volta a guardare una gara di sci alpino, sarà probabilmente capitato di ammirare il fisico imponente degli slalomisti e discesisti, soprattutto dalla vita in giù. La questione è stata sintetizzata in questi giorni di gare olimpiche a Sochi dal discesista canadese Jan Hudec, che ha ammesso con un certo candore: «Si, ho un sedere enorme». Hudec non è l’unico sciatore con un “sedere enorme”: è una caratteristica comune alla maggior parte dei suoi colleghi, come avere delle gambe molto grosse. È un requisito fisico che questo tipo di sport richiede – c’entrano la potenza nella discesa e il controllo del corpo sugli avvallamenti della pista – allo stesso modo per cui è utile avere delle spalle larghe nel nuoto o cosce particolarmente muscolose nel ciclismo.

Lo sciatore americano Travis Ganong, arrivato quinto nella discesa libera alle Olimpiadi di Sochi, ha spiegato al New York Times che avere sedere e gambe solidi e forti è necessario per evitare che la fatica di una discesa, e lo sforzo di mantenere velocità e controllo sui dossi e sui salti, possano creare un accumulo di acido lattico in grado di togliere energie nelle gambe. Sedere e gambe grossi significa anche peso in più, che come spiega l’italiano Dominik Paris può essere un vantaggio in alcune situazioni: per esempio in discesa è più facile controllare il proprio corpo (e quindi si può scegliere di rischiare di andare più forte) oppure quando c’è vento contrario lo sciatore è in grado di opporre più potenza e scendere più velocemente.

La sciatrice britannica Chemmy Alcott ha raccontato che per arrivare ad avere quel sedere e quelle gambe ci vuole molto lavoro e intensi allenamenti. «Ho passato 28 anni della mia vita piegata sulle gambe e ne vado molto orgogliosa. Sarebbe stato più facile per me essere una persona magra, normale. Ho lavorato molto duramente per ottenere questi muscoli». Se questo tipo di fisico è adeguato per competere in alcune gare dello sci alpino, nella vita di tutti i giorni qualche inconveniente in più c’è. Come racconta il canadese Hudec, per esempio, indossare dei jeans può diventare una cosa piuttosto complicata: è difficile trovarli della misura adatta e spesso si strappano sulla zona del sedere o delle gambe (Hudec ha trovato un semi-rimedio: quando si strappano li spedisce alla mamma per farli ricucire). Sul problema cosce grosse-jeans, la britannica Alcott ha raccontato: «Ogni anno compro lo stesso paio di jeans in quattro colori diversi. Devi trovare quelli che ti stanno, e poi comprarne molti di quel tipo».

Negli ultimi anni, tuttavia, anche le specialità tradizionali dello sci alpino, come la discesa libera, hanno cominciato a richiedere sempre di più caratteristiche fisiche diverse, adeguate ai nuovi tracciati, meno tradizionali e più complicati di quelli che venivano usati 10 anni fa: a Sochi molti tracciati sono piuttosto accidentati, spesso parzialmente ghiacciati, e richiedono rapidi cambi di direzione. Tony Beretzki, il preparatore atletico della squadra americana, sta lavorando con i suoi atleti sull’allenamento di tutti i muscoli del corpo, con due sedute al giorno di resistenza, invece che potenziare singole parti o muscoli: questo sistema si chiama “intracoordinator” e si concentra molto sullo sviluppo dell’equilibrio e della forza. Riguardo al vincitore della medaglia d’oro nella discesa libera alle Olimpiadi di Sochi, l’austriaco Matthias Mayer, Beretzki ha detto: «Non è un tipico discesista, sui canoni di quelli che gareggiavano 10 anni fa, ma la sua resistenza è molto buona e lui è in grado di tenere la sua velocità di discesa fino alla fine del percorso».