“Dallas Buyers Club”, la storia vera

Il film candidato a 6 premi Oscar che ha cambiato la carriera di Matthew McConaughey è ispirato a una cosa successa davvero, ma si prende molte libertà: soprattutto sui farmaci

di Arianna Cavallo – @ariannacavallo

Giovedì è uscito al cinema Dallas Buyers Club, uno dei film più discussi e apprezzati degli ultimi mesi. È diretto da Jean-Marc Vallée e racconta la storia di Ron Woodroof, un uomo malato di AIDS interpretato da Matthew McConaughey, che per curarsi traffica illegalmente dal Messico e altri paesi farmaci non approvati negli Stati Uniti. Nel film recitano anche Jared Leto, che interpreta una transessuale malata di AIDS, e Jennifer Garner, una dottoressa che simpatizza per i traffici illegali di Woodroof fino a diventarne amica. Il film ha vinto parecchi premi – tra cui due Golden Globes – ed è candidato a sei premi Oscar, tra cui quelli per miglior film, miglior attore protagonista per McConaughey e miglior attore non protagonista per Leto. È ispirato a una storia realmente accaduta e molti siti e giornali hanno cercato di ricostruire quanto c’è di vero e inventato nei fatti e nei personaggi. Attenzione, da qui in poi ci sono SPOILER.

Della vita di Ron Woodroof non si sa moltissimo, soprattutto di quello che fece prima di ammalarsi: era un elettricista di Dallas appassionato di rodeo che a metà degli anni Ottanta scoprì di essere malato di AIDS e di avere poco ancora da vivere. Woodroof chiese di partecipare ai test condotti dalla Federal Drug Administration (FDA) – l’ente federale americano che si occupa della regolamentazione dei farmaci – per stabilire l’efficacia del farmaco AZT contro l’AIDS, ma non venne preso: iniziò allora a importare dal Messico farmaci che non erano ancora stati approvati dalla FDA nella speranza di curarsi. Nel 1987 fondò il “Dallas Buyers Club”, su esempio di associazioni simili nate in tutto il paese: un’associazione di cui facevano parte persone malate di AIDS che non potevano permettersi l’AZT – che nel frattempo era diventato l’unico trattamento contro l’AIDS approvato dalla FDA – o che non ne sopportavano gli effetti collaterali. I buyers club servivano a procurarsi farmaci non approvati negli Stati Uniti ma utilizzati per combattere l’AIDS all’estero: dal Messico al Giappone a vari stati europei. Woodroof in persona importava i farmaci servendosi di vari travestimenti e li testava su di sé. I club aggiravano la legge con uno stratagemma: dato che vendere farmaci non autorizzati era reato, gli iscritti al club li ricevevano formalmente gratis – ma l’iscrizione al club costava parecchie centinaia di dollari al mese. Con quei soldi Woodroof pagava i farmaci e organizzava le movimentate spedizioni con cui se li procurava illegalmente all’estero. Sotto la sua direzione, il buyers club di Dallas diventò il più indipendente e riottoso alle direttive della FDA, finendo per procurare i trattamenti più difficili da trovare e utilizzandoli anche quando la FDA li dichiarava pericolosi. Woodroof morì il 12 settembre del 1992 a 42 anni, parecchi anni dopo la diagnosi.

Il trailer di Dallas Buyers Club

Le informazioni su Woodroof derivano principalmente da due fonti, che sono anche alla base del film. La prima è un articolo del 1992 scritto dal giornalista Bill Minutaglio del Dallas Morning News: si intitolava «Buying time» e raccontava la storia del Dallas Buyers Club. L’altra è una lunga intervista – 20 ore di registrazioni – fatta a Woodroof un mese prima che morisse dallo sceneggiatore Craig Borten, che voleva raccontare la sua vita in un film. Borten, che ha anche potuto leggere i diari personali di Woodroof, ha definito la sceneggiatura un «ritratto piuttosto accurato» della sua storia. Ma in realtà il film presenta diverse cose in modo diverso da come andarono davvero.

Cosa c’è di vero nel personaggio di Ron Woodroof
Woodroof era un semplice appassionato di rodeo ma non vi prese mai parte, contrariamente a quanto si vede nel film. Borten ha spiegato di averlo trasformato in un cowboy che cavalcava i tori per simboleggiare la sua ostinazione contro la malattia. Le persone che lo conoscevano hanno detto che il personaggio del film è più rude e aggressivo di quanto fosse davvero Woodroof, e anche Minutaglio ha raccontato di essere rimasto stupito dal suo aspetto quando lo incontrò per intervistarlo: si trovò davanti un uomo curato, con l’abito e la cravatta.

Un aspetto importante ma poco chiaro di Woodroof è il suo orientamento sessuale. Nel film viene descritto come un uomo piuttosto omofobo, a cui piacciono le donne e che fa sesso con le prostitute. La malattia lo obbliga però ad avere a che fare con gay e transessuali, fino a stravolgere le sue idee e a diventare in qualche modo parte della loro comunità: e questa radicale trasformazione è un elemento fondamentale della storia. Borten ha raccontato che Woodroof faceva in continuazione battute sessiste, razziste e omofobe, e aveva detto di avere una ragazza, ma molte persone che lo conoscevano si sono stupite di questa immagine: alcune dicono di non averlo mai sentito dire cose contro i gay e altre – tra cui l’ex moglie Brenda – sostengono che fosse apertamente bisessuale. Secondo Steven Pounders, che fu il suo medico di base, Woodroof «non è mai stato omofobo nel tempo in cui l’ho conosciuto, dal 1988 alla sua morte nel 1992». Penny Krispin, una sua amica e infermiera, ha detto che «Ron era uno dei miei pazienti gay. Non ho mai conosciuto nessuno che pensasse che fosse etero». Minutaglio ha raccontato di non avergli mai sentito fare battute omofobe e di non aver parlato del suo orientamento sessuale, anche se Woodroof diceva di avere una ragazza. È comunque certo che Woodroof – come si vede nel film – venne abbandonato dai suoi amici quando disse di essere sieropositivo. Oltre a una ex moglie aveva anche una figlia e una sorella, che però non sono state consultate e inserite nella sceneggiatura.

Quando scoprì di avere l’AIDS?
Nel film a Woodroof viene diagnosticato l’AIDS nel 1985: i medici gli danno 30 giorni di vita. Woodroof raccontò a Borten di aver scoperto di essere malato tempo prima e che probabilmente aveva contratto il virus nel 1981 in un rapporto non protetto con una donna che «non sembrava proprio a posto», probabilmente una tossicodipendente. Il film allude al rapporto in una scena attraverso un flashback: Woodroof, che fino a quel momento era convinto che l’AIDS fosse una malattia associata solo a gay e tossicodipendenti, scopre che può essere trasmessa anche con rapporti non protetti e si ricorda di aver fatto sesso con una ragazza che aveva dei buchi sulle braccia.

Matthew McConaughey da Ellen DeGeneres

Il Dallas Buyers Club
Woodroof lo fondò nel 1987 e, racconta Minutaglio, nel suo momento di maggior popolarità ebbe circa 4.000 clienti regolari. È vero che Woodroof ricorreva a vari travestimenti – i più frequenti erano il prete e il medico – per trafficare i farmaci, e una volta andò in Giappone dove corruppe un medico per importare l’interferone alfa. Attraversò la frontiera col Messico circa 300 volte, prendendosi molti rischi. Una volta importati, i farmaci venivano inviati ai laboratori texani per testarne la purezza.

Personaggi inventati
Nel film Woodroof diventa socio in affari e amico di Rayon, una transessuale malata di AIDS interpretata da Jared Leto. Il personaggio è completamente inventato, costruito assemblando le personalità e le storie di tanti malati e transessuali intervistati per il film. La figura di Rayon serve a mostrare il cambiamento di Woodroof verso le persone GLBT; alcuni, pur lodando l’interpretazione di Leto, hanno detto che il suo personaggio è poco realistico e che sarebbe stato meglio affidare la parte a un attore veramente transessuale.

Anche la dottoressa Eve Saks, interpretata da Jennifer Garner, è un personaggio immaginario che unisce le figure di molti medici che si avvicinarono al Dallas Buyers Club. Minutaglio raccontava per esempio di Alan Hamill, un osteopata con 150 pazienti infetti da HIV, che criticava la scarsità di farmaci approvati dalla FDA. Nel tempo in tutto il paese diversi medici iniziarono a prendere in considerazione i benefici dei trattamenti trafficati dai buyers club; molti vi mandarono i propri pazienti quando non riuscivano a fornirgli farmaci alternativi all’AZT.

Jared Leto da Conan O’Brien

La legge, le cause
Nel film, la prima volta che Woodroof cerca di importare farmaci dal Messico, travestito da prete, viene fermato da un agente dell’FDA ma riesce comunque a spuntarla dicendo che portava con sé una dose permessa dalla legge. Nel 1988 l’unico farmaco approvato dalla FDA contro l’AIDS era l’AZT, ma l’agenzia permetteva di importare farmaci non approvati dall’estero a patto che la dose fosse personale e necessaria per 90 giorni di cura. Nel 1991 la FDA cambiò la sua politica di tolleranza e iniziò a indagare i direttori dei buyers club, tra cui Woodroof: gli agenti ispezionarono più volte la sede dell’associazione e sequestrarono alcuni farmaci. La FDA vietò anche l’importazione dalla Danimarca del peptide T, che secondo Woodroof era «l’unico modo che ho per restare vivo. Quando smetto di prenderlo, inizio a trascinare la gamba, mi urino addosso. Non riesco a parlare, sbavo ovunque». Woodroof fece causa contro il divieto ma, com’è mostrato nel film, la perse: il giudice Charles Legge disse di essere personalmente d’accordo con le sue ragioni, ma che non trovavano giustificazione nelle norme vigenti. Alla fine Woodroof ottenne il permesso dalla FDA di importare il Peptide T per uso personale. Woodroof prese parte a molte altre cause: denunciò per esempio la FDA per non averlo accettato nei primi test sull’efficacia dell’AZT e nel 1988 partecipò a una causa della Dallas Gay Alliance contro il Parkland Memorial per chiedere di abolire la lista di attesa per l’AZT.

Nella prossima pagina: ma l’AZT funzionava o no? E i farmaci importati da Woodroof? E poi la storia di come McConaughey e Leto si sono trasformati per interpretare i personaggi del film.

Il film raccontato dagli attori, e alcune scene

Gli studi sull’AZT
Nel film Woodroof è convinto della tossicità dell’AZT, che all’epoca era l’unico farmaco contro l’AIDS approvato dalla FDA e somministrato dai medici. A un certo punto trova anche un articolo sulla rivista medica Lancet che ne conferma la pericolosità, che probabilmente coincide con una pubblicazione di Lancet del 1988. Il modo in cui è dipinto l’AZT e l’atteggiamento ostile dei medici ha ricevuto alcune critiche da parte di medici e attivisti. Il Washington Post spiega spiega che l’AZT è un antivirale che viene tuttora usato nella terapia contro l’AIDS. All’epoca provocò effettivamente dei danni collaterali ai malati che lo assumevano perché era somministrato in dosi troppo alte: i ricercatori avevano iniziato a usarlo da poco e temevano che quantità più basse non avrebbero contrastato il virus. Inoltre, contrariamente a quanto accade adesso, l’AZT era utilizzato da solo – così l’HIV, che muta molto rapidamente, diventava in poco tempo resistente alla terapia. Negli anni Novanta si è scoperto che la malattia poteva essere tenuta sotto controllo attraverso l’uso di tre diversi retrovirali tra cui l’AZT, che fu usato per più di dieci anni contribuendo a salvare milioni di vite.

Jonathan Engel, storico della medicina e autore di un libro sulla storia dell’AIDS, ha spiegato che i farmaci che Woodroof importava dal Messico erano quasi del tutto inutili. Peter Staley, attivista per la lotta contro l’HIV e consultato anche per il film, ha spiegato che il peptide T «è una terapia inutile, non è mai stata approvata, oggi nessuno la usa, ma il film fa capire che lo ha aiutato». Oltre a sostanze leggere e innocue come le vitamine e i rimedi erboristici, Woodroof trafficava anche farmaci più pesanti che andrebbero presi sotto controllo medico e che in alcuni casi si sono rivelati dannosi, come il composto Q, il DDC e l’interferone alfa. Il DDC – il principale farmaco venduto da Woodroof – è un antivirale: fu il terzo farmaco approvato contro l’AIDS dalla FDA, ma venne utilizzato per poco tempo e sostituito con farmaci migliori. Aveva effetti collaterali peggiori dell’AZT e causava danni irreversibili ai nervi delle mani e dei piedi. Il composto Q ha causato la morte di almeno due persone durante due test; la FDA cercò di farlo ritirare dai tutti i buyers club, ma quello di Dallas continuò a procurarlo.

I buyers club comunque furono molto più rapidi dei medici nell’utilizzare gli antibiotici per fermare le infezioni che danneggiavano il sistema immunitario, e contribuirono a migliorare la salute dei pazienti insistendo sull’assunzione di vitamine, sull’importanza di un’alimentazione sana e sull’abbandono di fumo e droghe.

Il regista Jean-Marc Vallée commenta una scena del film

Secondo alcuni commentatori, inoltre, la FDA è stata rappresentata dal film come troppo ostile verso i malati. Stanley ricorda che l’agenzia andò in contro a quasi tutte le richieste degli attivisti, per esempio con la politica di tolleranza verso i farmaci non approvati e velocizzando gli esperimenti su nuove cure. L’AZT è il farmaco che l’agenzia ha approvato nel tempo più breve di sempre: passarono 25 mesi dal primo esperimento in laboratorio che ne dimostrava l’efficacia all’approvazione definitiva. Il regista Jean Marc Vallée ha spiegato che non voleva ritrarre la FDA come il Male: erano persone convinte di fare la cosa giusta in una situazione confusionaria e difficile. Voleva mostrare soprattutto la mancanza di sincronia tra i malati di AIDS, disposti a provare in modo disperato qualsiasi cosa che li tenesse in vita, e i medici che dovevano sperimentare ed essere certi dell’efficacia dei farmaci.

Il film
Borten intervistò Woodroof nel 1992 con l’idea di fare un film sulla sua vita: in poco tempo scrisse la sceneggiatura e la titolò Dallas Buyers Club. Ci sono voluti però più di vent’anni per trasformarla in un film, e quella della sceneggiatura è diventata una storia nella storia. Borten e il produttore Robbie Brenner furono a lungo rimbalzati da finanziatori e registi, che si interessavano al progetto e poi non riuscivano a raccogliere i soldi necessari o non volevano più investire nella storia di un uomo antipatico con cui era difficile immedesimarsi, e che alla fine muore di AIDS. Negli anni Novanta furono coinvolti Dennis Hopper e Woody Harrelson, che avrebbero rispettivamente diretto e recitato nel film, poi Marc Forster e Brad Pitt, mentre nel 2008 Ryan Gosling e Craig Gillespie firmarono addirittura un contratto. Ma la cosa stagnava, i soldi non si trovavano e Borten decise di rompere il vincolo. Alla fine il film è stato girato grazie all’ostinazione di Brenner e all’interessamento di Matthew McConaughey, che nel 2011 scoprì la sceneggiatura e decise di farne una sua priorità. Fino a quel momento McConaughey aveva recitato soltanto in film leggeri e in ruoli marginali in cui interpretava il belloccio di turno, e aveva probabilmente intravisto in Dallas Buyers Club l’occasione di dare una svolta alla sua carriera.

McConaughey, Leto e Jennifer Garner rispondono alle domande dei fan

Per dirigere il film fu scelto il regista indipendente canadese Jean-Marc Vallée, mentre il personaggio di Rayon fu affidato a Gael Garcia Bernal. Questi si ritirò per problemi familiari e allora McConaughey pensò a Jared Leto, che da sei anni non recitava e si occupava soltanto di musica. Vallée non lo conosceva molto ma fu convinto quando Leto si presentò a una videochiamata su Skype vestito da transessuale. Il film è stato girato in 25 giorni con 5 milioni di dollari. Sia McConaughey che Leto sono stati unanimamente apprezzati da critici e giornalisti per le loro interpretazioni accurate e intense. I due attori hanno dovuto modificare radicalmente i loro corpi per interpretare i malati terminali di AIDS: McConaughey, famoso per il suo fisico muscoloso, ha perso 23 chili in sei mesi; Leto, che è stato scritturato dopo, ne ha persi 14 arrivando a pesare 52 chili, finendo per non mangiare del tutto per dimagrire più rapidamente. Secondo la sorella di Woodroof, McConaughey – che è texano – è perfetto per il ruolo, contrariamente a Pitt e Gosling che non avevano un temperamento abbastanza simile. Woodroof, ha raccontato il suo avvocato Michael Cascino, aveva sempre desiderato che la sua storia venisse raccontata in un film e sarebbe stato felicissimo di venire interpretato da un attore di Hollywood.