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  • Domenica 26 gennaio 2014

Cosa succede in Ucraina

I due leader dell'opposizione hanno rifiutato l'incarico di governo che gli è stato offerto dal presidente Yanukovich, gli scontri proseguono

Protesters attack a government building in central Kiev, Ukraine, early Sunday, Jan. 26, 2014. New violence erupted in Ukraine's capital during the night as a large crowd attacked a government exposition and conference hall where police were stationed inside. Early Sunday, demonstrators were throwing firebombs into the Ukrainian House building and setting off fireworks, and police responded with tear gas. (AP Photo/Sergei Grits)
Protesters attack a government building in central Kiev, Ukraine, early Sunday, Jan. 26, 2014. New violence erupted in Ukraine's capital during the night as a large crowd attacked a government exposition and conference hall where police were stationed inside. Early Sunday, demonstrators were throwing firebombs into the Ukrainian House building and setting off fireworks, and police responded with tear gas. (AP Photo/Sergei Grits)

A Kiev e in altre città dell’Ucraina (Ivano-Frankivsk, Chernivsti, Lutsk, Uzhgorod e Leopoli) prosegue da domenica scorsa, 19 gennaio, una fase particolarmente violenta degli scontri tra la polizia e i manifestanti contro il governo che da oltre un mese chiedono le dimissioni del presidente Viktor Yanukovich. Sabato il presidente Yanukovich, nel tentativo di interrompere le proteste, ha offerto l’incarico di primo ministro ad Arseniy Yatsenyuk, uno dei più importanti esponenti del partito di opposizione di Unione Pan-Ucraina “Patria”, e quello di vice primo ministro a un altro leader della protesta, Vitali Klitschko, ex campione di boxe e capo del partito liberale di centrodestra Udar.

Sia Yatsenyuk sia Klitschko hanno rifiutato l’offerta sostenendo che l’opposizione è pronta a governare il paese ma che debba essere il paese a decidere il prossimo governo. La richiesta dell’opposizione continua a essere sostanzialmente quella delle dimissioni di Yanukovich e di elezioni anticipate (che altrimenti non si terrebbero prima del 2015), unite alla richiesta di un accordo con l’Unione Europea – l’interruzione dei dialoghi fu la causa iniziale delle proteste, cominciate a novembre – e la liberazione dei prigionieri politici tra cui l’ex primo ministro Yulia Tymoshenko. In un Tweet di sabato notte, Yatsenyuk ha scritto: “Nessun accordo, Yanukovich, finiremo quello che abbiamo cominciato. Il popolo decide i nostri leader, non tu”.

Venerdì scorso Yanukovich aveva preannunciato un rimpasto di governo entro i prossimi giorni, l’amnistia a favore degli attivisti arrestati e altre concessioni alle opposizioni. Sabato il ministro degli Interni ucraino, Vitaiy Zakharchenko, ha confermato il fallimento dei colloqui, definendo “inutili” i tentativi di negoziare una tregua: secondo il governo le forze di opposizione non sono in grado di tenere sotto controllo i “gruppi più radicali” e armati che si sono infiltrati nelle proteste.

Sabato mattina alcuni manifestanti anti-governativi hanno cercato di occupare l’edificio del ministero dell’Energia a Kiev. Il governo ucraino ha anche accusato i manifestanti di avere sequestrato due poliziotti e di tenerli in un edificio amministrativo della capitale occupato da circa due mesi. Un terzo poliziotto sarebbe invece rimasto ferito gravemente in un altro tentativo di sequestro da parte dei manifestanti.