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  • Venerdì 17 gennaio 2014

La lunga esecuzione di Dennis McGuire

Un nuovo composto ha impiegato 25 minuti per uccidere un condannato a morte dell'Ohio: c'entra il boicottaggio delle case farmaceutiche contro gli stati che applicano la pena capitale

A man wears an anti-death penalty tee-shirt during the 20th annual Starvin' for Justice fast and vigil against the death penalty in front of the US Supreme Court in Washington on June 29, 2013. AFP PHOTO/Nicholas KAMM (Photo credit should read NICHOLAS KAMM/AFP/Getty Images)
A man wears an anti-death penalty tee-shirt during the 20th annual Starvin' for Justice fast and vigil against the death penalty in front of the US Supreme Court in Washington on June 29, 2013. AFP PHOTO/Nicholas KAMM (Photo credit should read NICHOLAS KAMM/AFP/Getty Images)

Giovedì mattina nel carcere di Lucasville, in Ohio, Stati Uniti, è stata eseguita la condanna a morte di Dennis McGuire, un uomo di 53 anni condannato nel 1994 per lo stupro e l’uccisione di una ragazza ventiduenne, allora incinta. La notizia è circolata molto perché è stata l’esecuzione più lenta da quando l’Ohio ha reso nuovamente legale la pena di morte, nel 1999: secondo diversi media internazionali, infatti, la sostanza iniettata a McGuire avrebbe impiegato circa 25 minuti per ucciderlo. Alan Johnson, un giornalista di un quotidiano locale dell’Ohio, ha inoltre raccontato che prima di morire McGuire ha “rantolato profondamente” per 10-13 minuti: “durante alcuni momenti è sembrato che lo stessero strozzando”, ha aggiunto Johnson. McGuire è stato dichiarato morto alle 10.53 (in Italia erano le 16.53).

Con tutta probabilità la reazione di McGuire è stata provocata dall’utilizzo da una mistura di sostanze sperimentata per la prima volta dallo stato, che combinava assieme il sedativo midazolam e l’idromorfone, una sostanza analgesica simile alla morfina. Fino a pochi mesi fa, infatti, per l’esecuzione delle condanne a morte l’Ohio utilizzava una singola iniezione di pentobarbital, un efficace sedativo prodotto dalla casa farmaceutica danese Lundbeck che non aveva mai causato problemi di questo tipo.

Nel 2011, però, la società decise di interrompere la vendita della sostanza agli stati americani che la utilizzassero durante le esecuzioni capitali: secondo i calcoli di Reuters, le scorte dello stato si sono esaurite nel settembre del 2013. Secondo il Death Penalty Information Center, un’associazione non profit che si oppone alla pena di morte, a partire dal 2010 molte aziende farmaceutiche hanno cominciato a opporsi all’utilizzo dei propri farmaci durante le esecuzioni; il pentobarbital era utilizzato da solo oppure contenuto in un composto di altre due sostanze – un agente paralizzante e una per fermare il battito cardiaco – da quattordici stati.

Nei giorni precedenti, gli avvocati di McGuire avevano tentato di bloccare l’esecuzione spiegando che il metodo non era mai stato sperimentato e che avrebbe potuto provocare “sofferenza e spavento” durante l’esecuzione. Gli stessi avvocati hanno detto che progettano di fare causa allo stato per la vicenda. Secondo Richard Dieter, il capo del Death Penalty Information Center, molti stati proveranno a procurarsi ulteriori dosi di pentobarbital nonostante l’embargo della Lundbck, per evitare cause e possibili indagini su vicende di questo tipo.

foto: NICHOLAS KAMM/AFP/Getty Images