In this undated picture made available by the press office Punto e Virgola, Italian actor Toni Servillo, portrays Jep Gambardella in a scene from Italian director Paolo Sorrentino's "La grande bellezza" (The Great Beauty). The film was nominated for a Golden Globe for best foreign language film on Thursday, Dec. 12, 2013. The 71st annual Golden Globes will air on Sunday, Jan. 12. (AP Photo/Gianni Fiorito, Punto e Virgola press office, ho)

La grande bellezza, una recensione

L'estesa analisi di Filippo Facci sul film italiano che ha vinto ai Golden Globes

La grande bellezza di Paolo Sorrentino, un film italiano, ha vinto come miglior film straniero agli importanti premi americani dei Golden Globes: l’ultima volta che era successo era stato 24 anni fa con Nuovo cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore. La grande bellezza era stata raccontata così su Libero e sul Post da Filippo Facci, lo scorso 28 maggio.

Ho conosciuto Paolo Sorrentino in una dimensione che ha contribuito all’equivoco: una serata a casa di Roberto D’Agostino e della moglie Anna Federici, ovviamente a Roma, sulla loro terrazza che si affaccia sulle anse del Tevere e si offre pienamente alla Grande Bellezza. Parlammo dei suoi film e di cose varie. Sorrentino era lì dichiaratamente per cercare e studiare atmosfere che potessero essere utili al suo film, e che, come ora è evidente, non trovò o forse non volle utilizzare. Era nel posto migliore per coglierle, per carpirne dialoghi e spirito: ma non lo fece. L’unica spiegazione del resto è questa: che Paolo Sorrentino non abbia minimamente tentato di fare il film che tutti pensano abbia tentato di fare, o pensano che volesse fare. Niente «Dolce vita» in versione aggiornata, per capirci. (segue)

 

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