Jimmy Page, 70 anni

Foto, video e mito del chitarrista più rock della storia del rock, che ha raggiunto una certa età

Led Zeppelin guitarist Jimmy Page poses for photo during a press conference of his film "Celebration Day" in Tokyo, Tuesday, Oct. 16, 2012. (AP Photo/Koji Sasahara)
Led Zeppelin guitarist Jimmy Page poses for photo during a press conference of his film "Celebration Day" in Tokyo, Tuesday, Oct. 16, 2012. (AP Photo/Koji Sasahara)

La rivista americana Rolling Stone dice che i tre più grandi chitarristi della storia del rock sono Jimi Hendrix, Eric Clapton e Jimmy Page. Uno è una leggenda, per sua sfortuna; uno è un grande signore della chitarra, e il terzo è il simbolo del rock duro e tosto – con la band dei Led Zeppelin intorno – e compie oggi 70 anni.

È nato a Londra il 9 gennaio 1944, come racconta Massimo Cotto nel suo Il grande libro del rock:

9 gennaio 1944 – Nasce Jimmy Page, chitarrista del Dirigibile, furia assoluta, tecnica sopraffina – anche se lui, vezzoso, ha detto: “la tecnica non conta, io mi occupo di emozioni” . Conta sì, se vuoi fare la Storia con la esse maiuscola e gli accenti giusti. Poi, certo, devi aggiungere cuore e stomaco, viscere e pugno duro, altrimenti il tuo rock rimane freddo come la cotoletta in carpione. Con gli Yardbirds e da turnista (a volte nascosto nell’anonimato e senza nemmeno l’asterisco della citazione) ha fatto sentire chi era, con i Led Zeppelin l’ha fatto anche vedere. Ha avuto cinque figli e centinaia di amanti, che ha liquidato alla stessa velocità con cui lanciava i suoi assoli. Secondo “Rolling Stone” è l’artista più campionato dopo James Brown. Strano caso di genio che ha brillato a dovere solo quado a contatto con altre stelle: la sua carriera da solista è triste come un cimitero a novembre. Ma quando trovava la sponda giusta, andava in buca che era un piacere. Lì era il più grande di tutti. Senza alcun dubbio.

I Led Zeppelin, ospiti della radio di stato danese, suonano “How Many More Times”, nel 1969.

I Led Zeppelin, all’Earls Court di Londra, suonano “In My Time of Dying”, nel 1975.

Una scena dal film “It might get loud”, di Davis Guggenheim (2008).

Foto: (AP Photo/Koji Sasahara)