Renzi: «Non voglio assolutamente essere accomunato a loro»

Intanto «perché io ho ricevuto un mandato popolare» e loro no, dice il segretario del PD parlando di Letta e Alfano

Foto Andreoli Emilio - LaPresse
15 12 2013 - Milano (Italia)
Politica
Assemblea Nazionale PD Partito Democratico presso MICO Milano Congressi
Nella foto: Matteo Renzi
Foto Andreoli Emilio - LaPresse 15 12 2013 - Milano (Italia) Politica Assemblea Nazionale PD Partito Democratico presso MICO Milano Congressi Nella foto: Matteo Renzi

In un’intervista con Federico Geremicca pubblicata domenica 29 dicembre sulla Stampa, il nuovo segretario del PD Matteo Renzi ha parlato, tra le altre cose, del rapporto con il presidente del Consiglio Enrico Letta e con il vicepresidente del Consiglio e ministro dell’Interno Angelino Alfano.

A proposito di alcune frasi pronunciate dal presidente Letta lunedì 23 dicembre, durante la conferenza stampa di fine anno, Renzi ha contestato l’idea che “un salto generazionale” sia stato effettivamente compiuto, nel senso di una intesa tra lui, Letta e Alfano. «Lui, Enrico, è stato portato al governo anni fa da D’Alema, che io ho combattuto e combatto in modo trasparente», ha detto Renzi, «e Angelino Alfano al governo ce l’ha messo Berlusconi, quando io non ero ancora nemmeno sindaco di Firenze». Quindi Renzi ha aggiunto:

È vero che loro provengono da una generazione più giovane di quella che li ha preceduti, ma io non voglio assolutamente essere accomunato a loro, integrato in uno schema: io sono totalmente diverso, per tanti motivi. E uno di questi motivi, in particolare, non può essere sottovalutato: io ho ricevuto un mandato popolare, tre milioni di persone che mi hanno votato perché hanno condiviso quel che ho promesso che avrei poi fatto. È per questo che non si può più perder tempo: con l’anno nuovo si passa dalle chiacchiere alle cose scritte. E le prime cose scritte riguarderanno i due temi capitali: il lavoro e le riforme.

foto: Andreoli Emilio/LaPresse