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  • Mercoledì 25 dicembre 2013

I sogni di Arthur Schnitzler

Un estratto della raccolta dei sogni annotati dallo scrittore austriaco per oltre 50 anni, da poco uscita per il Saggiatore

È uscito per il Saggiatore il libro Sogni 1875-1931 di Arthur Schnitzler, tradotto da Fernanda Rosso Chioso. Il libro raccoglie i quaderni in cui lo scrittore austriaco ha annotato per oltre cinquant’anni i suoi sogni notturni, in cui compaiono anche molti dei personaggi che animavano il mondo culturale viennese fra la fine del diciannovesimo e l’inizio del ventesimo secolo. Quelle che seguono sono le pagine relative all’anno 1914.

(Schnitzler aveva un particolare interesse per i sogni e un suo racconto sul tema – “Doppio sogno”, del 1925 – ha ispirato l’ultimo film di Stanley Kubrick, Eyes Wide Shut, nel 1999.)

***

10-1 Sogno. Währingerstrasse. Vicki, si reca alla propria esecuzione capitale insieme a un qualcuno con cui discorre animatamente. Lo seguo a circa 50 passi di distanza. Luogo dell’esecuzione Adlerplatz (Aumannplatz), discreta ressa. Vicki va da sua madre (che appare del tutto diversa, quasi una ragazzina) con un filo di ferro, lei glielo mette intorno al collo, sono inorridito, grido qualcosa. Che supplichi piuttosto la grazia per lui, di certo gioverebbe. Lei resta in silenzio. Vicki fa un’espressione dédaigneuse.

19-1 Ho sognato ultimamente gli uffici del teatro. La signorina Glümer, stanza 22, aspetta Brahm per un colloquio. Lui siede poi nel corridoio, con un bell’aspetto, sono stupito, ma non eccessivamente.

1-3 Sogno. Mi esibisco con O. in un concerto. Impreparato canto molto male. Spero di salvarmi con l’ultimo numero: Lettura ad alta voce di un capitolo del libro di Weingarten, che però per parte mia ancora non conosco. In particolare alcune parole straniere mi mettono in ansia.

Ama sogna di avermi appuntato splendide decorazioni mentre le stavo dinanzi molto elegante in finanziera grigia, e di avermi poi baciato.

21-4 Sogni questa notte, io (e O.?) con Brahm e un altro ancora, in un fiacre verso la periferia, scendo, anche lui, in un qualche modo per risparmiare. Poi con Mahler in un fiacre lungo il Ring, la Franz Josefs Kaserne(?) è ancora in piedi. Mahler abbraccia suo figlio, io, di fronte a lui, penso quanto assomiglia a Brahm. (Nel sogno ha un grosso labbro superiore.) E inoltre mi sento piccolo di fronte a lui.

Nel frattempo Olga aveva sognato che ero partito – lettere di congedo. Infine ha capito che ero morto, dapprima non ha provato nulla, poi un’immensa disperazione.

27-4 Sogno. Io e O. abbiamo concordato un assassinio (di chi?), cambio idea e in una carrozza in Josefsplatz(?) lo comunico a O., dopo di che mi sento molto sollevato. Poi tutti e due (oppure io) andiamo da mia zia Marie Schey nella casa di Praterstrasse. Fuga di stanze. (Il sogno dell’assassinio trae origine da un articolo sulla commedia onirica di Paul Apel ‹Sonnenstösser›.) (Notazione successiva (20-11-1922). Zia Marie Schey, mia ultima paziente, da tempo defunta. In passato recandomi da lei avevo incontrato qualche volta O. ancor prima che ci conoscessimo. Abitava nelle immediate vicinanze di Marie Schey.)

1-6 I sogni di questa notte. (Tutzing) Un paggio giallo (Ronda di notte di Rembrandt!) mi porta una lettera. So che questa lettera è di Franz Ferdinand che vuole parlare con me delle mie opere, (polemicamente) – ma no, è un’intimazione dei gesuiti perché io uccida Franz Ferdinand. Rifiuto senza proferire parola. – Al capezzale di un malato (ospedale) con Julius e un assistente medico, Steiner, che poi mi fa sfidare a duello perché non gli ho prestato considerazione. Rifiuto. Comunque mi sono già battuto in mattinata ecc.

[20-11-22 Quattro settimane più tardi, com’è noto, Franz Ferdinand fu assassinato. L’inverno seguente fui spesso in ospedale con Julius.]

7-8 Celerina. Incendio, Ringstrasse, vola via il tetto dell’Hotel Imperial, qualcuno mi dice all’incirca, mentre mi abbasso sulla carreggiata: È mancato poco che la colpisse.

22-8 Ischl. Sogno: Un bagno termale forse a Vöslau, un signore in finanziera scende anche lui nel bagno, con gli abiti, perché non deve bagnarsi. Si chiama Turban, ma è Kassner (cui nemmeno assomiglia). Parlo cortesemente con lui di psicologia, penso che il conoscitore di uomini si avvicina alla verità nel 60% dei casi, ma so con precisione nel 13%, dico nell’87% dei casi; – sono in un palco con O., Leo, Bella, vicinissimo a quest’ultima. Sento male, scendo di sotto, mi trovo in un prato con massi rocciosi, il palcoscenico (?), voglio tornare indietro, vago per corridoi e guardaroba, ho il pensiero che questo accade normalmente soltanto nel sogno, adesso lo vivo veramente, mi sveglio, in un nuovo sogno racconto quello precedente al dott. Kaufmann, mi libro sopra un prato, ondulato, a Sils Maria finisco in un pantano, di nuovo fuori, a piedi asciutti. [20-11-22 Poco tempo prima ero stato in Svizzera con Leo e Bella.]

23-8 Ischl. Sogno: Sono con O. e l’Imperatore in una stanza modesta, completamente vuota, in una specie di palco la signora Irene Mandl con monocolo; l’Imperatore cammina avanti e indietro; aspettiamo i primi tre ufficiali caduti; ecco che arriva dapprima un qualche servitore (non visibile) che spruzza del profumo. Mi mette angoscia l’odore di cadavere, voglio andare via, O. mi trattiene per il braccio, mi sveglio. – Poi sono in bicicletta, forse nella Matzleinsdorferstrasse, ma in un qualche modo verso il Cimitero centrale; – improvvisamente tengo con la mano una seconda bicicletta, quindi la guido, mi stupisco della mia abilità, arrivo in una specie di magazzino (?con uniformi), il rigattiere Klein è il proprietario.

13-9 Sogno. Salten con me a un tavolo rotondo, anche O. Lei gli ha detto che io sarei offeso perché lui non chiede mai delle mie cose. (In effetti non l’ha fatto per 10 anni.) Vuol sapere se sia vero. Sarebbe noto, dice, quanto malvolentieri io parli delle mie cose. Intanto mangia dal mio piatto Schaumkoch e pasta. Penso, ah ecco, per questo tanta confidenza. – Poi mi chiamano dalla Sandrock (cui di recente, a seguito di una lettera, ho mandato qualcosa). Abita da un portiere. (Ieri nel ‹Graesler› corretto il passo sulla portinaia.) – Siede a un lungo tavolo da pranzo con circa 20 persone, in maniera quasi solenne. C’è anche Strial (marito di Anni, è l’attore chiamato di recente alle armi, ma probabilmente sarà di nuovo rimandato all’Arbitrato Superiore) a un tavolino per bambini che è stato sospinto molto accosto alla tavola. Siede con le spalle rivolte al tavolo grande, in maniera che la sua testa sembra poggiare mobile e sola sul piano del tavolo. Grido (circa): O fantasma di Banko insanguinato. (I miei progetti di letture in pubblico.) Strial sorride disinvolto; sono seduto in una sorta di bovindo, la Sandrock, vestita con semplicità, l’aspetto ancora sorprendentemente giovane, è in piedi accanto a me e chiede all’incirca: Per quale ragione Lili non si curi di me. Allora Lili molto offesa corre da me, un po’ più vecchia che in realtà, si stringe a me. Più tardi dopo altre cose confuse e non più riproducibili, Lili mi manca – la cerco, ho il sospetto che l’abbiano rapita per estorcere denaro. (Guerra, ostaggi!) – Sono alla disperazione, torcendomi le mani grido: Lili, e nel grido mi sveglio. (5° compleanno di Lili.)

24-9 Sogni. Biliardo con Julius o Heini. Un collega, Waage, sa giocare a carambola, voglio fare una partita con lui. Mi trovo poi in piedi a un tavolo di ristorante, dove ci sono Franz Ferdinand con la moglie e altre due persone. (Queste tre figure molto sfumate.) Parlo con lui, che si volta verso di me, di politica, qualcosa che ha a che fare con la Bessarabia; – attraverso il Volksgarten – Wera Specht su una panchina, racconto (leggo) a O. dei soggetti. Ottimi, uno in particolare. O. dice: Proprio come ora alla Croce rossa. Io: Sai bene che scrivo sempre in anticipo le cose che poi accadono. Ho esitazioni riguardo a un’infermiera, che contemporaneamente è una cocotte. – O. dice che racconto di tutti questi soggetti perché non ho il coraggio di affrontare la 2a parte del Medardus, cosa che ammetto.

10-11 Sogno, questa notte. Nella hall di un albergo (Berlino), sto leggendo un giornale. Accanto a me una specie di Commedia dell’arte – due dame, un signore, soltanto una delle due signore, con parrucca bionda, è visibile nitidamente. Poi, ancora legata alla commedia, una figura che interpreta un tenente austriaco e si comporta come un personaggio di giornale umoristico (ha ha). Appoggiato al biliardo; – alla signora con parrucca mi dichiaro indignato per il fatto che di questi tempi si dileggi l’esercito austriaco, e soprattutto l’Austria. (Lettera di Fischer, critiche al Medardus, sottotenente Gustl.) Più tardi mentre attraverso la Seiler(gasse), al crepuscolo, un uomo mi sorpassa rapidamente, dice sgarbato: 128 sconfitte, la misura è colma.

29-11 Sogno. Compro della farina o del semolino. Dal sacco di carta, che ha un buco, la farina fuoriesce. Premo il sacco contro il mio petto, mi dispiace di dover comprare altri 5 o 6 fiorini di farina. C’è Steffi sulla strada e dice: In compenso faremo delle belle scampagnate.

1-12 Sogno. Aula scolastica in realtà medicheria. Arriva Tressler, ferito (?). Gli chiedo se ha ucciso molte persone. Lui, allegro, non lo sa e il buonumore non lo abbandona. Poi arriva Julius o Heini (che in me sovente si identificano, scambio quotidianamente i nomi), con una pustola sanguinante sulla fronte, la fasciatura intrisa di sangue, lo porto verso la conduttura dell’acqua, spero che non debba tornare in battaglia.

2-12 Sogno. Con Zweig nel fiacre su per la collina, città orientale. Mi conduce in Siberia attraverso lo Helenental, presumibilmente per 6 mesi. Nutro diffidenza.

9-12 Sogno di un cane bianco. Nel Libro dei sogni questo significa «aggirare con inganno» –

15-12 Sogno. Mio padre, più alto di quanto lui fosse realmente, entra nella mia stanza, completamente grigio, finanziera nera, sorride ironicamente, con aria superiore – lui nell’insieme, per così dire, ingrandito, io più piccolo del normale, più minuto. Affezionato a lui più nella sottomissione che nell’amore. Si siede sulla poltrona della mia scrivania. (Da ricondurre al fatto che ieri sera ho avuto un’altra volta quell’improvviso arresto cardiaco, durato un po’ più a lungo del solito. Il senso di angoscia e fisico si è prolungato per alcuni secondi, nonostante il polso tranquillo. Inoltre O. mi aveva ricordato come anni addietro avesse sognato che Goethe entrava nella stanza e lei si era inginocchiata dinanzi a lui. Infine di recente avevo accennato al fatto che la poltrona della mia scrivania mi è scomoda.)

24-12 Sogno, questa notte. Hotel, forse Berlino, Tiergarten, sala da pranzo. Mangio con i miei figli(?), poi trovo nella lista delle vivande una specialità a 150 corone, ossia 75 fiorini, indignato la mostro ai miei genitori, che siedono soli a un lungo tavolo laterale e ho il pensiero: com’è singolare che alla mia età io mi comporti ancora come un ragazzo con i miei genitori. In un qualche modo lo trovo commovente.

25-12 Sogno fra altri. Un mio libro (in francese come Biblioteca moderna?) apparso in 7000 esemplari, venduto. Contento, conduco Fischer al negozio di tabacchi e giornali in cui lo vendono per indurlo a nuove edizioni, lui mi segue un po’ esitante, si scopre che là ci sono ancora 3500 esemplari. Sono mortificato. Poi, analogamente a quanto ho già sognato altre volte, un vagare per corridoi di palchi. Fa la sua comparsa non so come anche Bittner il compositore.