Una terza componente del gruppo, Yekaterina Samutsevich, 29 anni, laureata in programmazione informatica, era stata liberata il 10 ottobre del 2012. La decisione era stata presa dalla corte di appello, che aveva accolto la tesi dell’avvocato difensore: quando la polizia aveva trascinato Samutsevich fuori dalla cattedrale in cui si stavano esibendo le Pussy Riot, la ragazza aveva ancora la chitarra nella custodia e non si era quindi potuta esibire. La donna che viene considerata la leader delle Pussy Riot, Nadezhda Tolokonnikova, si trova attualmente in un carcere della Siberia, a Krasnoyarsk, a circa 4.500 chilometri a est di Mosca, dove finirà di scontare la sua condanna.