Il successo di Lady Gaga sta finendo?

Se lo chiede Chris Molanphy su Pitchfork, dopo la pubblicazione di ARTPOP, il terzo disco uscito qualche settimana fa, che ha venduto meno di quanto ci si aspettasse

Lady Gaga arrives for the 2013 Glamour Women of the Year Award at Carnegie Hall November 11, 2013 sponsored by LOrÈal Paris, to honor courageous and inspiring women who are changing the world. AFP PHOTO / TIMOTHY CLARY (Photo credit should read TIMOTHY CLARY/AFP/Getty Images)
Lady Gaga arrives for the 2013 Glamour Women of the Year Award at Carnegie Hall November 11, 2013 sponsored by LOrÈal Paris, to honor courageous and inspiring women who are changing the world. AFP PHOTO / TIMOTHY CLARY (Photo credit should read TIMOTHY CLARY/AFP/Getty Images)

L’11 novembre scorso è stato pubblicato ARTPOP, il terzo disco registrato in studio di Lady Gaga: nella prima settimana il disco ha raggiunto il primo posto nella classifica settimanale di Billboard, con 258mila copie. Lo stesso era successo nel 2011, quando fu pubblicato il suo secondo disco, Born This Way, che però vendette molto di più.

In quanto a copie vendute, al debutto ARTPOP ha venduto meno di altri album pubblicati recentemente e altrettanto attesi, come quello di Eminem, The Marshall Mathers LP 2, uscito la settimana scorsa vendendo 792 mila copie, quello di Katy Perry, Prism, che ha venduto 286 mila copie o quello di Miley Cyrus, Bangerz, che ha raggiunto le 270 mila copie al debutto.

Forse, si chiede Chris Molanphy su Pitchfork, Lady Gaga non può essere paragonata affatto ad altri musicisti e cantanti, soltanto in base alle statistiche relative alle vendite dei dischi. Bisognerebbe piuttosto analizzare il trend generale dell’artista, le scelte fatte oggi e in passato, per capire come potrebbe evolversi la sua carriera. Chris Molanphy fa riferimento, più che altro, alle strategie utilizzate in passato nella promozione che venne fatta prima della pubblicazione dei dischi e su come il successo di un disco possa influenzare quello successivo.

Parlando di Born This Way, pubblicato nel maggio 2011, Molanphy ricorda la strategia promozionale fatta da Amazon, che lo mise in vendita a 99 centesimi di dollaro due giorni prima della distribuzione nei negozi. Gran parte del successo di quel disco nelle vendite, sostiene Molanphy, era legato proprio a quella promozione: Born This Way vendette su Amazon 440mila copie, mentre nella prima settimana vendette in totale 1,1 milioni di copie. E non sappiamo, sostiene Molanphy, quanti lo avrebbero comprato comunque, senza quel tipo di promozione. Bisogna aggiungere inoltre che poco prima della pubblicazione di Born This Way Lady Gaga aveva concluso un tour di concerti durato due anni, che ebbe un grande successo.

Ma anche se si decidesse di non prendere in considerazione la promozione di Amazon e l’influenza del tour fatto prima dell’uscita del disco, le vendite di ARTPOP nella prima settimana appaiono comunque molto al di sotto delle attese: sono state meno di un quarto di quelle ottenute da Born This Way, meno di un terzo se si escludono le copie acquistate a 99 centesimi di dollaro. Eppure la Interscope Records, etichetta discografica statunitense, avrebbe speso circa 25 milioni di dollari (pari a circa 18 milioni di euro) per promuovere il disco: si tratta di una grossa cifra, seconda soltanto ai 30 milioni di dollari spesi nel 2001 per promuovere Invincible, l’ultimo disco pubblicato da Michael Jackson.

Eppure dei segnali per capire che questo impegno sarebbe stato in parte insufficiente c’erano, secondo Chris Molanphy. Born This Way vendette molto di più del primo disco, The Fame, anche se nel primo c’erano molte più canzoni che raggiunsero la prima posizione in classifica e che furono considerate da critica e pubblico davvero belle e innovative.

Infatti, quella che viene definita dall’autore dell’articolo come “vita media” del disco – riferendosi a Born This Way – è stata di molto inferiore rispetto al disco di debutto, ci sono state meno canzoni di successo e “stranezze” diverse intorno al “personaggio” Lady Gaga (forse meno apprezzate dal pubblico). Per questo era inevitabile un calo delle vendite con il terzo disco, nonostante venga riconosciuto a Lady Gaga un grande sforzo nel cercare nuovi tipi di armonie e sonorità e nel tentare di fare un disco “diverso” da quelli precedenti.

Non a caso, sostiene Molanphy, Applause, il primo singolo di ARTPOP, ha raggiunto soltanto la posizione numero quattro in classifica al suo debutto, a differenza invece dei singoli di debutto degli album precedenti, che raggiunsero la prima e la seconda posizione. Tutto questo significa che il successo di Lady Gaga sta svanendo o che ARTPOP non è un bel disco? No, scrive Molanphy, è solo una fase necessaria che c’era da aspettarsi, dopo i grandi successi dei primi dischi, che servirà a comprendere se Lady Gaga continuerà a essere uno degli artisti pop di maggiore successo o una cantante tra le altre.

Foto: Lady Gaga (TIMOTHY CLARY/AFP/Getty Images)