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  • Domenica 17 novembre 2013

Come vanno i soccorsi nelle Filippine

Stanno incontrando molte difficoltà: le immagini mostrano quanto siano richiesti e quali problemi creino. Intanto il conto dei morti si è fermato sotto i 4mila

Villagers isolated by last week's super typhoon Haiyan scramble for aid from a US Navy Sea Hawk helicopter from the US aircraft carrier USS George Washington in the coastal town of Tanawan, central Philippines Sunday, Nov. 17. 2013. Typhoon Haiyan, one of the most powerful storms on record, hit the country's eastern seaboard Nov. 8, leaving a wide swath of destruction. (AP Photo/Vincent Yu)
Villagers isolated by last week's super typhoon Haiyan scramble for aid from a US Navy Sea Hawk helicopter from the US aircraft carrier USS George Washington in the coastal town of Tanawan, central Philippines Sunday, Nov. 17. 2013. Typhoon Haiyan, one of the most powerful storms on record, hit the country's eastern seaboard Nov. 8, leaving a wide swath of destruction. (AP Photo/Vincent Yu)

I soccorsi dell’esercito delle Filippine nelle zone più colpite dal passaggio del tifone Haiyan, che ha portato piogge abbondanti e venti molto forti alla fine della scorsa settimana, stanno incontrando molte difficoltà. Secondo le ultime stime ufficiali pubblicate domenica 17 novembre i morti sono saliti a 3.681, i feriti a 12.554, e ci sono circa tre milioni di sfollati.

L’agenzia governativa per i disastri naturali ha fatto sapere che il tifone ha riguardato da 9 a 13 milioni di persone, colpendo 44 province e 536 comuni. La zona più danneggiata è quella intorno alle province di Samar e Leyte, dove si pensa possano esserci altri morti: a Tacloban – città della provincia di Leyte quasi totalmente distrutta, dove ci sono state anche una serie di violenze a causa dei saccheggi – sono state inviate altre mille sacche per cadaveri.

Tra la popolazione, soprattutto nelle zone dove mancano la corrente elettrica e gli accampamenti, c’è ancora molta disperazione, al punto che l’aeronautica ha dovuto modificare il piano di intervento per evitare che gruppi di persone si spostassero da una zona all’altra, tra le macerie, per cercare di farsi notare dagli elicotteri.

Romer Poquiz, generale dell’aeronautica, ha detto che ai piloti è stato ordinato di fermarsi nelle zone che circondano i villaggi, senza sorvolarli: i soldati vengono calati a terra e si dirigono verso le zone più colpite per distribuire cibo, acqua e medicinali. Continuano intanto le accuse nei confronti del governo centrale da parte delle autorità locali, per essersi mosso in ritardo e senza un’adeguata organizzazione. Ad aiutare le forze armate delle Filippine c’è anche l’esercito degli Stati Uniti: la portaerei George Washington è arrivata il 15 novembre, mentre è previsto per oggi l’arrivo della marina militare britannica.

Foto: AP Photo/Vincent Yu