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  • Mercoledì 16 ottobre 2013

L’accordo sullo shutdown e il tetto del debito

È stato raggiunto oggi: dà tempo fino ai primi mesi del 2014, rinvia il problema, ma è una sconfitta per i repubblicani

Senate Majority Leader Harry Reid of Nev. stands on the Senate steps on Capitol Hill in Washington, Wednesday, Oct. 9, 2013, during a news conference on the ongoing budget battle. President Barack Obama was making plans to talk with Republican lawmakers at the White House in the coming days as pressure builds on both sides to resolve their deadlock over the federal debt limit and the partial government shutdown. (AP Photo/ Evan Vucci)

Senate Majority Leader Harry Reid of Nev. stands on the Senate steps on Capitol Hill in Washington, Wednesday, Oct. 9, 2013, during a news conference on the ongoing budget battle. President Barack Obama was making plans to talk with Republican lawmakers at the White House in the coming days as pressure builds on both sides to resolve their deadlock over the federal debt limit and the partial government shutdown. (AP Photo/ Evan Vucci)

Mercoledì 16 ottobre i leader dei parlamentari repubblicani e democratici statunitensi hanno annunciato di aver trovato un accordo tra i due partiti per interrompere lo shutdown, la chiusura di buona parte delle attività governative dovuta alla mancata approvazione della legge finanziaria. Verrà anche alzato il limite massimo del debito americano, una questione che era arrivata molto vicina alla scadenza indicata come critica dal dipartimento del Tesoro e che avrebbe reso molto più difficile finanziarsi per il governo degli Stati Uniti. Le due diverse questioni si erano legate nei giorni scorsi nelle intense trattative politiche tra le due parti.

In sostanza, l’accordo è un compromesso che dà qualche altro mese di tempo: i Repubblicani rinunciano temporaneamente alle loro richieste di bloccare la riforma sanitaria e ottenere grossi tagli alla spesa pubblica, mentre continua a mancare un vero e proprio piano per la riorganizzazione della spesa. Il leader dei democratici in Senato Harry Reid ha detto che lo “storico” accordo darà il tempo di lavorarci, ma dalla rielezione di Obama non si è mai riusciti a concordare un piano finanziario che andasse oltre pochi mesi.

Per ora si è trovata un’intesa per mettere fine allo shutdown fino al 15 gennaio e per estendere al 7 febbraio il periodo in cui il Tesoro può legalmente finanziarsi emettendo nuovo debito pubblico. La legge deve essere approvata anche dal Senato, dove la maggioranza è per 32 seggi in favore dei repubblicani: un piccolo gruppo di loro dovrebbe unirsi ai democratici per votare l’accordo.

Il problema del tetto del debito nasce dal fatto che, negli Stati Uniti, la cifra massima che il governo può chiedere in prestito per finanziare le sue spese è fissata con una legge del Congresso. Quando la cifra si avvicina, come è avvenuto in media più di una volta l’anno negli ultimi 50 anni, il Congresso trova un accordo per alzare il limite. Una volta raggiunto il limite – che fino ad oggi era fissato a 16.699 miliardi di dollari – il Tesoro non può più emettere nuovo debito per finanziare i pagamenti, con conseguenze potenzialmente disastrose per gli Stati Uniti e per l’intera economia mondiale.

Ma negli ultimi mesi la maggioranza repubblicana alla Camera e la forte contrapposizione politica con i democratici hanno portato a negoziati particolarmente difficili e ieri Barack Obama aveva rifiutato una proposta dei repubblicani che avrebbe permesso di risolvere la questione del tetto del debito in cambio di grosse modifiche alla sua recente riforma sanitaria. Dato che Obama è riuscito a non fare concessioni di questo tipo ai repubblicani, secondo i primi commentatori l’accordo di oggi è per prima cosa una sconfitta per la linea intransigente dei repubblicani.

Foto: AP Photo/ Evan Vucci