• Mondo
  • Mercoledì 9 ottobre 2013

Un incendio in una fabbrica a Dacca

Dieci persone sono morte e se ne sta parlando molto, sei mesi dopo il crollo del palazzo in cui morirono oltre mille persone

A Bangladeshi firefighter works at the scene following a blaze that engulfed a garment factory in Sripur on October 9, 2013. A huge fire at a Bangladeshi factory where workers were making clothes for labels such as Gap and H&M has killed seven people in the latest disaster to blight the country's garment industry. AFP PHOTO/ STR (Photo credit should read STRDEL/AFP/Getty Images)
A Bangladeshi firefighter works at the scene following a blaze that engulfed a garment factory in Sripur on October 9, 2013. A huge fire at a Bangladeshi factory where workers were making clothes for labels such as Gap and H&M has killed seven people in the latest disaster to blight the country's garment industry. AFP PHOTO/ STR (Photo credit should read STRDEL/AFP/Getty Images)

Dieci persone sono morte a causa di un incendio in una fabbrica di vestiti a Gazipur, un comune alla periferia di Dacca, in Bangladesh. Il fuoco, che pare sia iniziato nella maglieria martedì notte, è stato spento dai vigili del fuoco dopo diverse ore e ha danneggiato altri tre edifici. Tra i morti c’è il manager della fabbrica. Il proprietario ha detto che al momento dell’incendio erano al lavoro nell’edificio circa 170 persone e che molte sono riuscite a scappare e a mettersi in salvo. Sono passati quasi sei mesi dal crollo del palazzo Rana Plaza di Dacca, in cui morirono oltre mille persone, e per questo la notizia sta circolando molto sui siti di news di mezzo mondo.

Le ragioni dell’incendio non sono ancora chiare ma il Bangladesh è noto per le scarse condizioni di sicurezza delle sue fabbriche. Soprattutto dopo il crollo del Rana Plaza, dove oltre a un centro commerciale c’erano diverse aziende di tessuti e accessori destinati all’esportazione, il problema è diventato particolarmente evidente: le multinazionali occidentali hanno firmato allora diversi accordi per impegnarsi a migliorare le condizioni di lavoro degli operai. Il Bangladesh guadagna ogni anno 20 miliardi dall’esportazione di indumenti, soprattutto verso l’Europa e gli Stati Uniti. Il settore impiega circa 4 milioni di lavoratori, per la maggior parte donne.